Metal Fatigue
di
Combattendo, insomma, si avanza in tecnologia, mentre stando fermi si rischia solo di prendere delle sonore mazzate in tempi brevissimi
UN GIOCO CHE NE VALE TRE
Ma le novità, come si suol dire, non finiscono qui. Le mappe di Metal Fatigue sono infatti, nella maggior parte dei casi, suddivise in tre livelli, rispettivamente cielo, terra e sottosuolo. Su ognuno di questi "piani" é possibile attuare strategie differenti, con mezzi naturalmente differenti e portare a termine stadi intermedi di una stessa battaglia. Chiaro che, di volta in volta, sarà la trama a indirizzarci verso un particolare obbiettivo, ma la vastità e la varietà dei terreni di gioco lascia comunque una piacevole sensazione. Le risorse che, comunque, dovremo procacciare, risiedono fondamentalmente in delle grosse pozze di lava, sia in superficie che nel sottosuolo, e nell'energia solare, molto comoda da ottenere "in quota". I Combot possono muoversi sia in superficie che, con appositi razzi, in cielo. Per il sottosuolo bisogna invece armarsi di scavatrici e carri armati. In quota é anche possibile, e consigliabile, armare una o più squadre di caccia, scatenando delle vere e proprie "offensive nei cieli". Pregevole, in mezzo a tutta questa complessità, la scelta, fortemente semplificatoria, di mettere a disposizione un solo tipo di mezzi, praticamente "tuttofare", per quel che riguarda la costruzione delle strutture, l'estrazione dell'energia ed il recupero delle parti dei Combot. Queste simpatiche e veloci unità sono anche in grado di riparare mezzi in avaria e di ripararsi l'un l'altra. Per quel che riguarda, invece, le risorse umane, sono messe a disposizione da non meglio identificate "criofarm", che sfornano a getto continuo equipaggi di vario grado. Da notare che se un Combot viene distrutto, ciò non equivale alla morte del suo equipaggio che può infatti mettersi in salvo a piedi (diventando però estremamente vulnerabile)
Mi sono volutamente soffermato sul gameplay visto che a mio parere é (o dovrebbe essere) l'aspetto più importante da valutare. Questo non vuol dire, quindi, che la grafica di MF non sia all'altezza, o che l'interfaccia mi abbia deluso. Semplicemente non sono queste le cose che spiccano, o per cui valga la pena spendere il sudato centone. Premesso ciò, diciamo subito che per apprezzare il potente engine grafico poligonale di MF é quantomeno necessaria una scheda acceleratrice in Direct3D o OpenGL che lo spinga come minimo alla risoluzione di 640x480, onde evitare di ritrovarsi lo schermo invaso dall'interfaccia. Qualche bad clipping un po' vistosetto si é peraltro fatto notare negli scontri più concitati tra i Combot, e avvicinando la telecamera al terreno non si può non notare una certa grossolanità nel design delle strutture e di alcuni mezzi. Niente che rovini il divertimento, sia chiaro, ma é proprio la cura maniacale dei particolari, alla fine, che rende un gran gioco, un "capolavoro". Metal Fatigue non é un capolavoro, purtroppo, ma di questi tempi fa piacere vedere che scorrono ancora idee nuove, che qualcosa ogni tanto si muove, che l'evoluzione della specie continua...
UN GIOCO CHE NE VALE TRE
Ma le novità, come si suol dire, non finiscono qui. Le mappe di Metal Fatigue sono infatti, nella maggior parte dei casi, suddivise in tre livelli, rispettivamente cielo, terra e sottosuolo. Su ognuno di questi "piani" é possibile attuare strategie differenti, con mezzi naturalmente differenti e portare a termine stadi intermedi di una stessa battaglia. Chiaro che, di volta in volta, sarà la trama a indirizzarci verso un particolare obbiettivo, ma la vastità e la varietà dei terreni di gioco lascia comunque una piacevole sensazione. Le risorse che, comunque, dovremo procacciare, risiedono fondamentalmente in delle grosse pozze di lava, sia in superficie che nel sottosuolo, e nell'energia solare, molto comoda da ottenere "in quota". I Combot possono muoversi sia in superficie che, con appositi razzi, in cielo. Per il sottosuolo bisogna invece armarsi di scavatrici e carri armati. In quota é anche possibile, e consigliabile, armare una o più squadre di caccia, scatenando delle vere e proprie "offensive nei cieli". Pregevole, in mezzo a tutta questa complessità, la scelta, fortemente semplificatoria, di mettere a disposizione un solo tipo di mezzi, praticamente "tuttofare", per quel che riguarda la costruzione delle strutture, l'estrazione dell'energia ed il recupero delle parti dei Combot. Queste simpatiche e veloci unità sono anche in grado di riparare mezzi in avaria e di ripararsi l'un l'altra. Per quel che riguarda, invece, le risorse umane, sono messe a disposizione da non meglio identificate "criofarm", che sfornano a getto continuo equipaggi di vario grado. Da notare che se un Combot viene distrutto, ciò non equivale alla morte del suo equipaggio che può infatti mettersi in salvo a piedi (diventando però estremamente vulnerabile)
Mi sono volutamente soffermato sul gameplay visto che a mio parere é (o dovrebbe essere) l'aspetto più importante da valutare. Questo non vuol dire, quindi, che la grafica di MF non sia all'altezza, o che l'interfaccia mi abbia deluso. Semplicemente non sono queste le cose che spiccano, o per cui valga la pena spendere il sudato centone. Premesso ciò, diciamo subito che per apprezzare il potente engine grafico poligonale di MF é quantomeno necessaria una scheda acceleratrice in Direct3D o OpenGL che lo spinga come minimo alla risoluzione di 640x480, onde evitare di ritrovarsi lo schermo invaso dall'interfaccia. Qualche bad clipping un po' vistosetto si é peraltro fatto notare negli scontri più concitati tra i Combot, e avvicinando la telecamera al terreno non si può non notare una certa grossolanità nel design delle strutture e di alcuni mezzi. Niente che rovini il divertimento, sia chiaro, ma é proprio la cura maniacale dei particolari, alla fine, che rende un gran gioco, un "capolavoro". Metal Fatigue non é un capolavoro, purtroppo, ma di questi tempi fa piacere vedere che scorrono ancora idee nuove, che qualcosa ogni tanto si muove, che l'evoluzione della specie continua...