Metal Gear Solid: Peace Walker
di
Davide Ottagono
Sin dal principio avremo a disposizione la Mother Base, una base operativa “galleggiante” completamente di nostra proprietà. Negli intervalli tra una missione e l'altra passeremo proprio qui il tempo, ed é dalla Mother Base che potremo incrementare il potere del nostro esercito privato. Tramite un pratico sistema a “stanze”, sarà facile riassegnare il personale reperito sul campo di battaglia (questa volta tramite pallone aerostatico, risparmiandoci la noiosa camminata verso il camion) alle mansioni che più gli si addicono.
Le squadre presenti sono quella d'Attacco, utile per guadagnare denaro da spendere in nuovo equipaggiamento; quella di Ricerca, vitale se si vuole entrare in possesso dei progetti di creazione di armi e oggetti; Mensa, per assicurarsi che i soldati possano sempre scendere in battaglia con lo stomaco pieno; Squadra Medica, per preventivare o curare malattie e ferite dello staff; Spionaggio, impegnata a progettare temibili strumenti di rilevazione nemica, radar in primis. Sarà nostro compito assicurarci che tutti gli ingranaggi lavorino all'unisono nel grande mosaico della Mother Base, premurandoci di arruolare sempre più braccia che si uniscano alla nostra causa. Da non dimenticare la possibilità di accettare contratti e così spedire le truppe in Paesi stranieri a combattere guerre su commissione e ad espandere il prestigio dei MSF.
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Decine e decine di missioni secondarie ci aspetteranno nell'apposito menù, utili sia per guadagnare qualche punto esperienza per l'armamentario (grazie ai nuovi elementi ruolistici), sia per entrare in possesso di premi extra, come documenti d'intelligence, una migliore reputazione o interi veicoli da riutilizzare nelle nostre guerre. Lanciarsi in questi percorsi alternativi, però, sarà più un obbligo che una scelta. L'avventura principale non ha settaggi di difficoltà, quindi ci toccherà sottostare alle regole del gioco (a tratti davvero dure). Avere la meglio sui coriacei boss di gioco non é impresa facile, e avere a disposizione un supporto adeguato sarà a dir poco vitale per uscire vivi dagli scontri più tosti.
Questo a discapito della continuità della trama, che spesso e volentieri viene sospesa a favore di questi tour de force d'allenamento, giovando ben poco alla comprensione degli eventi. Eventi che, come in ogni Metal Gear, richiedono concentrazione continua per essere metabolizzati appieno. D'altro canto, però, sarebbe da pazzi negare come tutti questi contorni aumentino a dismisura la longevità del titolo. Se arrivare ai titoli di coda richiederà una dozzina di ore, scoprire tutti i segreti é un compito che vi ruberà mesi interi. Tra parti del Metal Gear da raccogliere, Mother Base da sviluppare, contratti da portare a termine, un centinaio di missioni secondarie da completare e un esercito da allargare sempre più, avrete almeno milleuno motivi per avere Peace Walker sempre in tasca. Attenti a non restarne assuefatti, però.
Tante belle cose, siamo i primi ad ammetterlo. Ma pensate davvero che siano finite? Siamo solo all'antipasto. Non ci credete? E se vi dicessimo che tutto quello che abbiamo scritto sarà godibile anche in compagnia? Esatto, ci sarà una modalità cooperativa ad aspettare chiunque abbia la console connessa alla rete, aprendo così l'universo di Metal Gear ad orizzonti mai esplorati prima. Del resto, parliamo pur sempre di una feature molto in voga negli ultimi tempi, capace di risollevare anche le sorti del prodotto più scialbo, figuriamoci quelle di un gioco già di per sé così brillante. Ed ecco che così potremo cimentarci nella campagna principale in compagnia di massimo tre persone, dividendoci i compiti, assegnando magari ordini veloci tramite le apposite opzioni e collaborando persino per scavalcare ostacoli normalmente insormontabili. Il vero problema, però, é che l'avventura é stata strutturata proprio per essere giocata in compagnia, quindi preparatevi a farvi letteralmente in quattro e a sudare sette camicie se avete intenzione di giocare in solitario. Dopotutto, se alcune bosse battle durano un'infinità é proprio per questo motivo.
Il supporto online non si ferma alla semplice cooperativa, sappiatelo. I match competitivi non sono di certo una novità per la saga, e Peace Walker non fa eccezione. Fino a sei persone potranno scendere in una buona dozzina di arene e scontrarsi nelle modalità disponibili, dal classico Deathmatch ad un più complesso Conquista la Base. Simpatica la possibilità di scambiare con i propri amici oggetti e staff guadagnati sul campo di battaglia.
Già Portable Operation aveva mostrato come PSP fosse capace di gestire modelli complessi similmente a PS2. Non raggiungeva i livelli di MGS3, ovvio, ma quantomeno si é avvicinato. Peace Walker, invece, va ancora oltre. Mettendo un po' in disparte le basi militari che facevano da sfondo al primo, Peace Walker ricatapulta Big Boss nell'ambientazione in cui meglio sapeva muoversi: la foresta. L'habitat costaricano é infatti un tuffo nel cuore di tutti gli amanti di Snake Eater. Ci si mimetizza tra i cespugli, si tendono agguati dai tronchi d'albero e ci si immerge nella natura più incontaminata, tra i cinguettii di uccelli e il fruscio della flora. Ovviamente, la giungla non sarà l'unico luogo esplorabile, visto che in poche ore si passerà da ampi spazi minerari a spiagge sconfinate, da lugubri sale di tortura a villaggi perduti tra la natura.
A livello poligonale ci siamo: gli scenari sono ricchi di dettagli e il modello del protagonista é incredibilmente particolareggiato. Se si chiude un occhio sulle textures, piuttosto piatte dalla breve distanza, ci si trova di fronte ad uno dei comparti tecnici più performanti sulla portatile Sony. Performante e stilisticamente ineccepibile, sottolineiamo, grazie al ritorno dei filmati d'intermezzo “schizzati” a mano dall'art director Yoji Shinkawa. L'effettistica sonora conclude in bellezza un quadro audio-visivo di indubbio valore, con tanto di main theme creato appositamente e di ricomparsa dei doppiatori storici della saga, David Hayter e Christopher Randolph in primis.
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Le squadre presenti sono quella d'Attacco, utile per guadagnare denaro da spendere in nuovo equipaggiamento; quella di Ricerca, vitale se si vuole entrare in possesso dei progetti di creazione di armi e oggetti; Mensa, per assicurarsi che i soldati possano sempre scendere in battaglia con lo stomaco pieno; Squadra Medica, per preventivare o curare malattie e ferite dello staff; Spionaggio, impegnata a progettare temibili strumenti di rilevazione nemica, radar in primis. Sarà nostro compito assicurarci che tutti gli ingranaggi lavorino all'unisono nel grande mosaico della Mother Base, premurandoci di arruolare sempre più braccia che si uniscano alla nostra causa. Da non dimenticare la possibilità di accettare contratti e così spedire le truppe in Paesi stranieri a combattere guerre su commissione e ad espandere il prestigio dei MSF.
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Decine e decine di missioni secondarie ci aspetteranno nell'apposito menù, utili sia per guadagnare qualche punto esperienza per l'armamentario (grazie ai nuovi elementi ruolistici), sia per entrare in possesso di premi extra, come documenti d'intelligence, una migliore reputazione o interi veicoli da riutilizzare nelle nostre guerre. Lanciarsi in questi percorsi alternativi, però, sarà più un obbligo che una scelta. L'avventura principale non ha settaggi di difficoltà, quindi ci toccherà sottostare alle regole del gioco (a tratti davvero dure). Avere la meglio sui coriacei boss di gioco non é impresa facile, e avere a disposizione un supporto adeguato sarà a dir poco vitale per uscire vivi dagli scontri più tosti.
Questo a discapito della continuità della trama, che spesso e volentieri viene sospesa a favore di questi tour de force d'allenamento, giovando ben poco alla comprensione degli eventi. Eventi che, come in ogni Metal Gear, richiedono concentrazione continua per essere metabolizzati appieno. D'altro canto, però, sarebbe da pazzi negare come tutti questi contorni aumentino a dismisura la longevità del titolo. Se arrivare ai titoli di coda richiederà una dozzina di ore, scoprire tutti i segreti é un compito che vi ruberà mesi interi. Tra parti del Metal Gear da raccogliere, Mother Base da sviluppare, contratti da portare a termine, un centinaio di missioni secondarie da completare e un esercito da allargare sempre più, avrete almeno milleuno motivi per avere Peace Walker sempre in tasca. Attenti a non restarne assuefatti, però.
Tante belle cose, siamo i primi ad ammetterlo. Ma pensate davvero che siano finite? Siamo solo all'antipasto. Non ci credete? E se vi dicessimo che tutto quello che abbiamo scritto sarà godibile anche in compagnia? Esatto, ci sarà una modalità cooperativa ad aspettare chiunque abbia la console connessa alla rete, aprendo così l'universo di Metal Gear ad orizzonti mai esplorati prima. Del resto, parliamo pur sempre di una feature molto in voga negli ultimi tempi, capace di risollevare anche le sorti del prodotto più scialbo, figuriamoci quelle di un gioco già di per sé così brillante. Ed ecco che così potremo cimentarci nella campagna principale in compagnia di massimo tre persone, dividendoci i compiti, assegnando magari ordini veloci tramite le apposite opzioni e collaborando persino per scavalcare ostacoli normalmente insormontabili. Il vero problema, però, é che l'avventura é stata strutturata proprio per essere giocata in compagnia, quindi preparatevi a farvi letteralmente in quattro e a sudare sette camicie se avete intenzione di giocare in solitario. Dopotutto, se alcune bosse battle durano un'infinità é proprio per questo motivo.
Il supporto online non si ferma alla semplice cooperativa, sappiatelo. I match competitivi non sono di certo una novità per la saga, e Peace Walker non fa eccezione. Fino a sei persone potranno scendere in una buona dozzina di arene e scontrarsi nelle modalità disponibili, dal classico Deathmatch ad un più complesso Conquista la Base. Simpatica la possibilità di scambiare con i propri amici oggetti e staff guadagnati sul campo di battaglia.
Già Portable Operation aveva mostrato come PSP fosse capace di gestire modelli complessi similmente a PS2. Non raggiungeva i livelli di MGS3, ovvio, ma quantomeno si é avvicinato. Peace Walker, invece, va ancora oltre. Mettendo un po' in disparte le basi militari che facevano da sfondo al primo, Peace Walker ricatapulta Big Boss nell'ambientazione in cui meglio sapeva muoversi: la foresta. L'habitat costaricano é infatti un tuffo nel cuore di tutti gli amanti di Snake Eater. Ci si mimetizza tra i cespugli, si tendono agguati dai tronchi d'albero e ci si immerge nella natura più incontaminata, tra i cinguettii di uccelli e il fruscio della flora. Ovviamente, la giungla non sarà l'unico luogo esplorabile, visto che in poche ore si passerà da ampi spazi minerari a spiagge sconfinate, da lugubri sale di tortura a villaggi perduti tra la natura.
A livello poligonale ci siamo: gli scenari sono ricchi di dettagli e il modello del protagonista é incredibilmente particolareggiato. Se si chiude un occhio sulle textures, piuttosto piatte dalla breve distanza, ci si trova di fronte ad uno dei comparti tecnici più performanti sulla portatile Sony. Performante e stilisticamente ineccepibile, sottolineiamo, grazie al ritorno dei filmati d'intermezzo “schizzati” a mano dall'art director Yoji Shinkawa. L'effettistica sonora conclude in bellezza un quadro audio-visivo di indubbio valore, con tanto di main theme creato appositamente e di ricomparsa dei doppiatori storici della saga, David Hayter e Christopher Randolph in primis.
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Metal Gear Solid: Peace Walker
9
Voto
Redazione
Metal Gear Solid: Peace Walker
Che ci troviamo di fronte ad una perla di assoluta bellezza é ormai fuori discussione. Hideo Kojima impara dagli errori del passato ed eleva Portable Operation all'ennesima potenza, espandendolo a dismisura e al contempo rendendolo molto più godibile. L'anima della saga é ancora lì, ricercabile tra gli immancabili (e a volte piuttosto lunghi, ma siamo sicuri che l'avevate già immaginato) filmati d'intermezzo ed il gameplay stealth (ma sempre aperto a qualche sana sparatoria). La vagonata di mansioni secondarie, anche molto varie, portano la longevità di Peace Walker a livelli stratosferici, mentre la cooperativa e la competitiva online settano definitivamente la durata a mesi interi di gioco. Le mille aggiunte al sistema proclamano Peace Walker come Metal Gear più completo e additivo che la storia ricordi, nonostante sia stato lasciato spazio ad un eventuale seguito, come i buchi di trama fanno presagire. Unico difetto? La sua natura stessa, in un certo senso. Il supporto al multi costringe a giocare in compagnia, se non ci si vuole impegnare eccessivamente nelle fasi più dure, mentre l'infinità di sub-quest sopraccitate rischiano di adombrare in più di un'occasione la campagna principale. Se si riesce a sorvolare su queste piccolezze, allora state sicuri che Peace Walker é un acquisto obbligato - oltre che duraturo - per tutti i possessori della console, fan della saga o meno.