Metroid Prime

di Stefano 'Miyazaki' Guzzetti

Questa struttura di gioco chiaramente fece i suoi proseliti e tra i più noti possiamo menzionare gli episodi più ispirati della serie di Castlevania (Symphony of the Night per PSX, Cirlce of the Moon e Harmony of Dissonance per GBA).
Tra le cose che si evolvono, oltre all'accessibilità delle locations, abbiamo anche la curva di apprendimento e l'intelligenza artificiale dei nemici. Nintendo anche in questo titolo si è distinta rendendo il tutto perfettamente bilanciato e mai frustrante, evitandoci un'esperienza di gioco ardua o sterile. Cresceremo per bravura e abilità in modo lineare e, inconsapevolmente, ci troveremo a fronteggiare nemici abbastanza ardui con la più grande disinvoltura.

LA PERFEZIONE DEI SENSI
Sicuramente ciò più risulta d'impatto appena si fa partire il gioco è la grafica: non c'è, finora un titolo per GameCube che arrivi ai livelli di Metroid Prime. Tutto è altamente dettagliato, dalle locations agli effetti del visore di Samus; la cura maniacale con cui i programmatori hanno cercato di portare il realismo al massimo è notevole. Spesso e volentieri il giocatore si ritrova ad osservare, travolto da un'estasi visiva, gli ambienti e le architteture ricercate di cui il gioco è impregnato. Il frame rate è sempre costante a 60 fps, con la conseguenza che il gioco è fluidissimo e privo di rallentamenti; questo non fa che portare al titolo una naturalezza d'azione non indifferente, rendendo l'esperienza di gioco assolutamente coinvolgente.

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La visuale invece, è suddivisa in due modalità principali: prima e terza persona. Quando ci muoviamo come Samus Aran vediamo tutto in prima persona, se invece ci trasformiamo in Morphing Ball la visualizzazione cambia in terza persona. Questa dualità ha dato adito a una polemica frequente, che riduceva tutto Metroid Prime a un semplice FPS; no, non è assolutamente così... immaginatevi un misto tra Morrowind e Quake... il titolo potrebbe essere un adventure-shooter ma, vi assicuro, è molto, molto di più.
Un'altra cosa che rende Metroid Prime una seconda pelle per il giocatore è l'interfaccia dei comandi, molto intuitiva e facile da apprendere. Dopo mezz'ora di gioco il controller sarà praticamente l'estensione delle vostre mani e farete tutto con molta rapidità, senza pensarci due volte. Con lo stick analogico vi muovete, con il d-pad selezionate i vari tipi di visore, con il c-stick scegliete le armi e con il tasto A sparate. Semplice ed essenziale, come le vostre dieci dita; ad ogni modo, se proprio siete delle persone difficili, tutto è customizzabile a vostro piacimento.
Anche per quanto riguardo riguarda il comparto sonoro, Metroid Prime si conferma come uno dei titoli più riusciti sulla console a 128 bit. Ad accompagnare le vostre gesta avrete sofisticatissimi brani orchestrali di ottima fattura alternati a brani techno elettronici mai scontati e inutilmente assordanti.

Il tutto inoltre riesce perfettamente a ricreare quella sensazione di solitudine e desolazione tipica della serie, dove percorrerete infiniti corridoi labirintici in preda all'ansia; il pathos delle musiche è notevole e l'esperienza di gioco ne guadagna tantissimo. Da menzionare inoltre che anche questa volta la Nintendo ha deciso di affidare la composizione della colonna sonora all'autore delle musiche di Super Metroid per Super Nintendo; chi ha giocato questo titolo sa quindi che livello qualitativo aspettarsi.
Il gioco non presenta nessun tipo di parlato, ma solo scritte a testo perfettamente localizzate. Questa scelta non è casuale: non si sarebbe sentita nessuna solitudine con un parlato a farci compagnia. E questo conferma la maniacalità con cui i programmatori hanno voluto mantenere immutate le caratteristiche della saga.
Gli effetti sonori inoltre sono realizzati ottimamente, dalle armi ai rumori ambientali, è tutto reso alla perfezione in uno sfolgorante Dolby Surround Pro Logic II.

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