Metroid Prime: Hunters
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A vent'anni dalla genesi di un'istituzione del videogioco (avvenuta quando la console prediletta dai più si chiamava NES in occidente e Family Computer in oriente), il DS ospita sui suoi due display l'opera di Nintendo Software Technology, team con residenza a Seattle già artefice negli ultimi tempi di 1080° Avalanche e Wave Race Blue Storm.
Ebbene: l'armatura bio-meccanica di Samus è sempre quella d'ordinanza; la visuale predominante (in prima persona) quella che ha dato onore e gloria ai due primi Metroid tridimensionali. Ma qualcosa è cambiato.
Con Hunters, gli sviluppatori chiamati in causa hanno dato vita da una parte ad un'avventura in solitario (per la verità non sempre incisiva), dall'altra a delle offerte multiplayer votate alle regole del First Person Shooter (per gli amici FPS).
Quest'ultimo aspetto, se da una parte evidenzia ulteriormente l'affinità della console portatile bi-schermo con i collegamenti senza fili, dall'altra rappresenta una certa novità per la saga di cui si sta trattando (vero è che in Metroid Prime 2 Echoes erano presenti delle non troppo convincenti modalità per più giocatori).
Prima di procedere su altre vie, tuttavia, è necessario introdurre i due sistemi di controllo (ciascuno dei quali ha una variante gradita ai mancini).
Con il dovuto allenamento, il più preciso è sicuramente quello "Stilo" che affida al D-Pad il movimento del personaggio ed allo stilo applicato su touch screen il controllo della visuale e quello complementare della mira (con il dorsale sinistro si spara ed un doppio tocco dà luogo al salto).
L'altra configurazione, invece, prevede una presa più salda della console, con la pulsantiera ABXY deputata al controllo dello sguardo, con il D pad nuovamente utilizzato per la locomozione e con i dorsali R e L ottemperanti rispettivamente al salto ed al fuoco.
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Quanto alla modalità single-player, il motivo che spinge Samus ad imbarcarsi nuovamente su una navetta spaziale è un messaggio telepatico proveniente dalla sperduta galassia tetrica, luogo un tempo abitato dall'oramai scomparso popolo degli Alimbi.
La Federazione Galattica, ovviamente, manda Miss Aran ad investigare e la Nostra dovrà vedersela, durante la ricerca dei preziosi Ottoliti, con particolari sistemi di sicurezza indigeni (boss non proprio riuscitissimi) e, soprattutto, con altri cacciatori di taglie che hanno ugualmente recepito il summenzionato messaggio.
Tali guerrieri sono poi i personaggi che insieme alla figlia digitale di Gunpei Yokoi potranno essere impersonati nelle virtua-scaramucce multiplayer (delle loro abilità combattive, nonché delle loro filosofie di vita, parleremo fra non molto).
Nell'esplorare gli Archivi Stellari, il vulcanico pianeta Alinos, l'avamposto Vesper ed il glaciale suolo di Arcoterra, inizialmente, si ha un forte e disarmante sentore di linearità.
Fortunatamente, una volta entrati in possesso di determinate armi secondarie, si è incentivati/chiamati a fare ritorno nelle zone precedentemente visitate (al fine di aprire porte prima sigillate ed accedere così a nuovi passaggi).
Sessioni in morfosfera, scansioni, caccia ad espansioni di munizioni e di missili, ricerca di serbatoi d'energia, raccolta di informazioni storiche ed ambientali. Sono questi elementi di bel nuovo presenti, benché sarebbe impietoso per la controparte DS un confronto diretto (tanto quantitativo quanto soprattutto qualitativo) con i due geniali capitoli cubici (che effettivamente, specie in argomenti quali level design ed allocazione dei segreti, possono dare solamente lezioni).
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Del resto, altrove risiede la ragion d'essere di Hunters.
Fino a quattro giocatori possono cimentarsi in scontri multiplayer e questo può avvenire sia offline, con una sola game card (si può giocare unicamente alla modalità battaglia totale e chi non possiede la game card vestirà unicamente i panni di Samus) o con più schede di gioco, sia online, via "Nintendo Wi-Fi Connection" (qui, nei tempi stabiliti, è possibile comunicare per iscritto o a voce solo con gli "Amici", ovverosia con le persone che possedendo il nostro "codice amico" fanno parte della lista amici).
Oltre a Samus, come sopraccennato, troviamo altri sei guerrieri i quali hanno tutti un nome, un abbozzato (ma sufficiente allo scopo) background narrativo, un'arma in cui primeggiare ed infine una forma alternativa in antagonistica risposta alla morfosfera (forme alternative che, fra temibili torrette e sfere acuminate, ricoprono tutte un ruolo di prim'ordine sia per la varietà tattica dei combattimenti, sia per il bilanciamento dei personaggi).
Sylux (occlibola) nutre un discreto odio nei confronti di Samus e della Federazione Galattica, Weavel (meccanotorretta) è il componente di una milizia speciale dei Pirati Spaziali, Trace (triskelion) fa parte dei Kriken (popolo interstellare votato alla conquista ed al conflitto).
Kanden (spinolarva) è il frutto di fantascientifici esperimenti proibiti, Noxus (voscite) si presenta all'universo come un paladino della giustizia e Spire (massosfera), ultimo dei Diamont, è un guerriero composto di incandescente roccia organica.
Con Metroid Prime Hunters, in ultima istanza, è destinata a nascere una comunità online (se duratura nel tempo, poi, si vedrà), ed anche i tornei offline potrebbero arricchirsi di "nuove" discipline videoludiche.
NTS ha svolto un ottimo lavoro sia nell'applicare la formula del First Person Shooter multiplayer al linguaggio di Metroid, sia nel plasmare un reparto audiovisivo eccellente per tecnica e dettaglio (con talune ambientazioni ed alcune musiche degne di memoria).
Certo, rimane qualche rimpianto per l'avventura in solitario (e non solo perché Retro Studios ci ha abituato così bene) e va infine detto come, dopo lunghe sessioni di gioco con il sistema di controllo Stilo, le dita possano intorpidirsi.
Ebbene: l'armatura bio-meccanica di Samus è sempre quella d'ordinanza; la visuale predominante (in prima persona) quella che ha dato onore e gloria ai due primi Metroid tridimensionali. Ma qualcosa è cambiato.
Con Hunters, gli sviluppatori chiamati in causa hanno dato vita da una parte ad un'avventura in solitario (per la verità non sempre incisiva), dall'altra a delle offerte multiplayer votate alle regole del First Person Shooter (per gli amici FPS).
Quest'ultimo aspetto, se da una parte evidenzia ulteriormente l'affinità della console portatile bi-schermo con i collegamenti senza fili, dall'altra rappresenta una certa novità per la saga di cui si sta trattando (vero è che in Metroid Prime 2 Echoes erano presenti delle non troppo convincenti modalità per più giocatori).
Prima di procedere su altre vie, tuttavia, è necessario introdurre i due sistemi di controllo (ciascuno dei quali ha una variante gradita ai mancini).
Con il dovuto allenamento, il più preciso è sicuramente quello "Stilo" che affida al D-Pad il movimento del personaggio ed allo stilo applicato su touch screen il controllo della visuale e quello complementare della mira (con il dorsale sinistro si spara ed un doppio tocco dà luogo al salto).
L'altra configurazione, invece, prevede una presa più salda della console, con la pulsantiera ABXY deputata al controllo dello sguardo, con il D pad nuovamente utilizzato per la locomozione e con i dorsali R e L ottemperanti rispettivamente al salto ed al fuoco.
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Quanto alla modalità single-player, il motivo che spinge Samus ad imbarcarsi nuovamente su una navetta spaziale è un messaggio telepatico proveniente dalla sperduta galassia tetrica, luogo un tempo abitato dall'oramai scomparso popolo degli Alimbi.
La Federazione Galattica, ovviamente, manda Miss Aran ad investigare e la Nostra dovrà vedersela, durante la ricerca dei preziosi Ottoliti, con particolari sistemi di sicurezza indigeni (boss non proprio riuscitissimi) e, soprattutto, con altri cacciatori di taglie che hanno ugualmente recepito il summenzionato messaggio.
Tali guerrieri sono poi i personaggi che insieme alla figlia digitale di Gunpei Yokoi potranno essere impersonati nelle virtua-scaramucce multiplayer (delle loro abilità combattive, nonché delle loro filosofie di vita, parleremo fra non molto).
Nell'esplorare gli Archivi Stellari, il vulcanico pianeta Alinos, l'avamposto Vesper ed il glaciale suolo di Arcoterra, inizialmente, si ha un forte e disarmante sentore di linearità.
Fortunatamente, una volta entrati in possesso di determinate armi secondarie, si è incentivati/chiamati a fare ritorno nelle zone precedentemente visitate (al fine di aprire porte prima sigillate ed accedere così a nuovi passaggi).
Sessioni in morfosfera, scansioni, caccia ad espansioni di munizioni e di missili, ricerca di serbatoi d'energia, raccolta di informazioni storiche ed ambientali. Sono questi elementi di bel nuovo presenti, benché sarebbe impietoso per la controparte DS un confronto diretto (tanto quantitativo quanto soprattutto qualitativo) con i due geniali capitoli cubici (che effettivamente, specie in argomenti quali level design ed allocazione dei segreti, possono dare solamente lezioni).
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Del resto, altrove risiede la ragion d'essere di Hunters.
Fino a quattro giocatori possono cimentarsi in scontri multiplayer e questo può avvenire sia offline, con una sola game card (si può giocare unicamente alla modalità battaglia totale e chi non possiede la game card vestirà unicamente i panni di Samus) o con più schede di gioco, sia online, via "Nintendo Wi-Fi Connection" (qui, nei tempi stabiliti, è possibile comunicare per iscritto o a voce solo con gli "Amici", ovverosia con le persone che possedendo il nostro "codice amico" fanno parte della lista amici).
Oltre a Samus, come sopraccennato, troviamo altri sei guerrieri i quali hanno tutti un nome, un abbozzato (ma sufficiente allo scopo) background narrativo, un'arma in cui primeggiare ed infine una forma alternativa in antagonistica risposta alla morfosfera (forme alternative che, fra temibili torrette e sfere acuminate, ricoprono tutte un ruolo di prim'ordine sia per la varietà tattica dei combattimenti, sia per il bilanciamento dei personaggi).
Sylux (occlibola) nutre un discreto odio nei confronti di Samus e della Federazione Galattica, Weavel (meccanotorretta) è il componente di una milizia speciale dei Pirati Spaziali, Trace (triskelion) fa parte dei Kriken (popolo interstellare votato alla conquista ed al conflitto).
Kanden (spinolarva) è il frutto di fantascientifici esperimenti proibiti, Noxus (voscite) si presenta all'universo come un paladino della giustizia e Spire (massosfera), ultimo dei Diamont, è un guerriero composto di incandescente roccia organica.
Con Metroid Prime Hunters, in ultima istanza, è destinata a nascere una comunità online (se duratura nel tempo, poi, si vedrà), ed anche i tornei offline potrebbero arricchirsi di "nuove" discipline videoludiche.
NTS ha svolto un ottimo lavoro sia nell'applicare la formula del First Person Shooter multiplayer al linguaggio di Metroid, sia nel plasmare un reparto audiovisivo eccellente per tecnica e dettaglio (con talune ambientazioni ed alcune musiche degne di memoria).
Certo, rimane qualche rimpianto per l'avventura in solitario (e non solo perché Retro Studios ci ha abituato così bene) e va infine detto come, dopo lunghe sessioni di gioco con il sistema di controllo Stilo, le dita possano intorpidirsi.