Miami Vice
di
Fabio Trifoni
Da qualche tempo a questa parte, i successi televisivi degli anni '80 stanno prepotentemente riprendendo il sopravvento su piccoli e grandi schermi. La riproposizione sistematica delle vecchie serie TV e i remake cinematografici non solo regalano emozioni ormai sopite, ma riescono soprattutto a far riemergere quel giusto pizzico di nostalgia. Ci stiamo riferendo, in particolar modo, alle serie televisive quali "Charlie' s Angel", "Starsky and Hutch", "Dukes of Hazzard" e "Miami Vice". Chi di voi non ne hai mai sentito parlare? Senza dubbio la stragrande maggioranza di noi ha avuto la fortuna di incrociare le strade degli Angeli di Charlie, o imbattersi nelle famose discussioni tra Starsky e Hutch oppure di farsi un giro sul famoso Generale Lee.
Ora, grazie ai ragazzi della Rebellion, , è venuto il momento di sfrecciare per le strade di Miami vestendo i panni di James "Sonny" Crockett e Ricardo "Rico" Tubbs ed aiutarli a stanare i trafficanti di droga e di armi sulla piccola di casa Sony.
Il titolo della Vivendi esce quasi in contemporanea con il remake cinematografico del grande Micheal Mann, ma a differenza di molte pellicole basate su licenze videoludiche, non ricalca lo storyboard proposto dal film interpretato da Colin Farrel e Jamie Foxx, ma si pone, cronologicamente parlando, in un periodo antecedente ai fatti narrati su grande schermo .
In Miami Vice : The Game, impersonando uno tra Sonny o Rico o entrambi nella modalità multiplayer, dovremmo cercare di carpire più informazioni possibili e catturare trafficanti di droga e di armi, i quali stanno prendendo il sopravvento nella città di Miami. Per riuscire nell' impresa, oltre che a "stanare" i nemici, in missioni fino all' ultimo colpo, dovremmo anche interrogare con le buone o con le cattive - con i nostri informatori sparsi per i quartieri di Miami. Una delle caratteristiche del lavoro proposto da Rebellion è la possibilità di cambiare il nostro percorso nella lotta al crimine organizzato. Al termine di alcune missioni, ad esempio, avremo la possibilità di interrogare il trafficante di turno decidendo di assumere diversi atteggiamenti nei suoi confronti. A secondo di quello che useremo (Regolare, Aggressivo e Passivo) riusciremo ad avere più o meno informazioni fondamentali per scovare i boss malavitosi. Questa scelta di "dialogo" influenzerà, come già detto, il nostro cammino verso il vertice del crimine, lasciando al giocatore la libera scelta se tenersi buono un certo informatore piuttosto che avere un'altra "tacca" sul calcio della nostra fida automatica. Nel corso delle missioni, inoltre, troveremo delle FlashRam, che se portate alla stazione di comando e decriptate sbloccheranno ulteriori informazioni per nuove missioni e upgrade (tipo armi o abbigliamento) per i nostri eroi.
Queste buone premesse di fondo sono tradite, almeno in parte, dal male oscuro che attanaglia buona parte di produzioni similari, ovvero la linearità. Buona maggior parte delle missioni che porteremo a termine, hanno lo scopo di infiltrarsi in una determinata locazione, uccidere tutti i nemici, recuperare tutte le droghe e compiere uno o due obiettivi supplementari. Stop. Sicuramente è vero che la possibilità di "variare percorso", a seconda delle informazioni in nostro possesso e dei boss che interrogheremo, porta un pizzico di originalità al gioco, ma è anche vero che una volta sbloccata una nuova missione questa si ri-traduce nel solito schema: entra, uccidi, recupera, esci. A questo si deve aggiungere anche l'aggravante di una IA mediamente non eccelsa fortunatamente migliora con l' aumentare del livello di difficoltà di gioco - e dei dialoghi di sottofondo agli stage pressochè uguali. Il risultato, a meno di avere un amico con cui giocare in cooperative mode, è un titolo che difficilmente riprenderemo in mano dopo averlo portato a termine. In questo caso, riprendere le missioni e completarle, impersonando uno Rico e uno Sonny, da' sicuramente una verve in più con un notevole impennata della "curva della longevità".
Il trattamento tecnico riservato alla produzione Vivendi di pone di fronte ad una sorta di GTA. I modelli poligonali sono ben realizzati, le animazioni risultano essere fluide e prive di rallentamenti anche nei momenti più concitati dell' azione, effetti luce a dir poco impeccabili (da notare il sole al tramonto che filtra tra le fessure della persiane) ed una telecamera ben gestita anche nelle inquadrature più "cinematografiche" che danno sempre il senso della posizione al giocatore senza mai far perdere l'orientamento.
Altri punto di forza di Miami Vice, risiedono in particolar modo in quegli effetti coreaografici come fumo ed esplosioni che contribuiscono ad aumentare una certa dose di realismo e in una buona intereattività con gli elementi dei fondali di gioco. Alcuni di questi, come statue o tavoli ad esempio, non svolgono un ruolo passivo nel contesto dell' azione, ma risulteranno molto utili al fine di portare a termine le missioni che andremo ad affrontare. Le esplosioni con tutte le loro conseguenze, potranno essere una valida copertura contro i nostri temibili avversari, cosi come i tavoli o le statue che potranno essere capovolte per ripararci durante uno scontro a fuoco.
Gli effetti sonori delle sparatorie sono ottimamente campionate e le musiche di sottofondo delle missioni sono piacevoli e mai monotone. Da tener presente, in senso negativo, sono i salvataggi di gioco. La funzione di autosalvataggio è presente ma è riferita solamente alle impostazioni di gioco ed ai progressi fatti in multiplayer. In single player, per salvare una partita, bisognerà passare per la centrale di comando accessibile solo al termine di una missione, alcune delle quali decisamente lunghe. Questa filosofia di gioco sembra andare in contrasto con la natura nomade della console portatile Sony e se, come potrebbe facilmente capitare, dovessimo interrompere a metà (o peggio ancora alla fine) una missione, nella partita successiva dovremmo re-iniziarla da capo: i checkpoint presenti sono validi solo per la partita in corso (fortunatamente, in questo caso, ci viene in aiuto la funzione di sleep della psp). A conti fatti, comunque, Miami Vice è piacevole e godibile, anche se con qualche eccessiva punta di monotonia dovute alla troppa linearità delle missioni. C' è, però, da tener ben presente però questo titolo è uno dei pochi sparatutto in terza persona per PSP che si possono prendere seriamente in considerazione, in particolar modo per la sezione multiplayer. In ogni caso consigliamo la prova prima dell' acquisto, anche agli appassionati del genere.
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Ora, grazie ai ragazzi della Rebellion, , è venuto il momento di sfrecciare per le strade di Miami vestendo i panni di James "Sonny" Crockett e Ricardo "Rico" Tubbs ed aiutarli a stanare i trafficanti di droga e di armi sulla piccola di casa Sony.
Il titolo della Vivendi esce quasi in contemporanea con il remake cinematografico del grande Micheal Mann, ma a differenza di molte pellicole basate su licenze videoludiche, non ricalca lo storyboard proposto dal film interpretato da Colin Farrel e Jamie Foxx, ma si pone, cronologicamente parlando, in un periodo antecedente ai fatti narrati su grande schermo .
In Miami Vice : The Game, impersonando uno tra Sonny o Rico o entrambi nella modalità multiplayer, dovremmo cercare di carpire più informazioni possibili e catturare trafficanti di droga e di armi, i quali stanno prendendo il sopravvento nella città di Miami. Per riuscire nell' impresa, oltre che a "stanare" i nemici, in missioni fino all' ultimo colpo, dovremmo anche interrogare con le buone o con le cattive - con i nostri informatori sparsi per i quartieri di Miami. Una delle caratteristiche del lavoro proposto da Rebellion è la possibilità di cambiare il nostro percorso nella lotta al crimine organizzato. Al termine di alcune missioni, ad esempio, avremo la possibilità di interrogare il trafficante di turno decidendo di assumere diversi atteggiamenti nei suoi confronti. A secondo di quello che useremo (Regolare, Aggressivo e Passivo) riusciremo ad avere più o meno informazioni fondamentali per scovare i boss malavitosi. Questa scelta di "dialogo" influenzerà, come già detto, il nostro cammino verso il vertice del crimine, lasciando al giocatore la libera scelta se tenersi buono un certo informatore piuttosto che avere un'altra "tacca" sul calcio della nostra fida automatica. Nel corso delle missioni, inoltre, troveremo delle FlashRam, che se portate alla stazione di comando e decriptate sbloccheranno ulteriori informazioni per nuove missioni e upgrade (tipo armi o abbigliamento) per i nostri eroi.
Queste buone premesse di fondo sono tradite, almeno in parte, dal male oscuro che attanaglia buona parte di produzioni similari, ovvero la linearità. Buona maggior parte delle missioni che porteremo a termine, hanno lo scopo di infiltrarsi in una determinata locazione, uccidere tutti i nemici, recuperare tutte le droghe e compiere uno o due obiettivi supplementari. Stop. Sicuramente è vero che la possibilità di "variare percorso", a seconda delle informazioni in nostro possesso e dei boss che interrogheremo, porta un pizzico di originalità al gioco, ma è anche vero che una volta sbloccata una nuova missione questa si ri-traduce nel solito schema: entra, uccidi, recupera, esci. A questo si deve aggiungere anche l'aggravante di una IA mediamente non eccelsa fortunatamente migliora con l' aumentare del livello di difficoltà di gioco - e dei dialoghi di sottofondo agli stage pressochè uguali. Il risultato, a meno di avere un amico con cui giocare in cooperative mode, è un titolo che difficilmente riprenderemo in mano dopo averlo portato a termine. In questo caso, riprendere le missioni e completarle, impersonando uno Rico e uno Sonny, da' sicuramente una verve in più con un notevole impennata della "curva della longevità".
Il trattamento tecnico riservato alla produzione Vivendi di pone di fronte ad una sorta di GTA. I modelli poligonali sono ben realizzati, le animazioni risultano essere fluide e prive di rallentamenti anche nei momenti più concitati dell' azione, effetti luce a dir poco impeccabili (da notare il sole al tramonto che filtra tra le fessure della persiane) ed una telecamera ben gestita anche nelle inquadrature più "cinematografiche" che danno sempre il senso della posizione al giocatore senza mai far perdere l'orientamento.
Altri punto di forza di Miami Vice, risiedono in particolar modo in quegli effetti coreaografici come fumo ed esplosioni che contribuiscono ad aumentare una certa dose di realismo e in una buona intereattività con gli elementi dei fondali di gioco. Alcuni di questi, come statue o tavoli ad esempio, non svolgono un ruolo passivo nel contesto dell' azione, ma risulteranno molto utili al fine di portare a termine le missioni che andremo ad affrontare. Le esplosioni con tutte le loro conseguenze, potranno essere una valida copertura contro i nostri temibili avversari, cosi come i tavoli o le statue che potranno essere capovolte per ripararci durante uno scontro a fuoco.
Gli effetti sonori delle sparatorie sono ottimamente campionate e le musiche di sottofondo delle missioni sono piacevoli e mai monotone. Da tener presente, in senso negativo, sono i salvataggi di gioco. La funzione di autosalvataggio è presente ma è riferita solamente alle impostazioni di gioco ed ai progressi fatti in multiplayer. In single player, per salvare una partita, bisognerà passare per la centrale di comando accessibile solo al termine di una missione, alcune delle quali decisamente lunghe. Questa filosofia di gioco sembra andare in contrasto con la natura nomade della console portatile Sony e se, come potrebbe facilmente capitare, dovessimo interrompere a metà (o peggio ancora alla fine) una missione, nella partita successiva dovremmo re-iniziarla da capo: i checkpoint presenti sono validi solo per la partita in corso (fortunatamente, in questo caso, ci viene in aiuto la funzione di sleep della psp). A conti fatti, comunque, Miami Vice è piacevole e godibile, anche se con qualche eccessiva punta di monotonia dovute alla troppa linearità delle missioni. C' è, però, da tener ben presente però questo titolo è uno dei pochi sparatutto in terza persona per PSP che si possono prendere seriamente in considerazione, in particolar modo per la sezione multiplayer. In ogni caso consigliamo la prova prima dell' acquisto, anche agli appassionati del genere.