Michael Jackson the experience

Michael Jackson the experience
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Un gioco per soli fan? Purtroppo é così. Il buon giorno si vede dal mattino oppure, nel caso del titolo Ubisoft. La serie intitolata The Experience, infatti, legata in tutti i casi ad un certo artista musicale del quale s'intende ricreare le canzoni, i video, le coreografie, é stata contrassegnata nella sua storia da un'accoglienza di pubblico abbastanza gelida da compensare il riscaldamento globale, vero o presunto, che starebbe affliggendo le calotte polari. Repetita iuvant, devono pensare gli sviluppatori di Ubisoft, che non paghi dello scarso successo di vendite del titolo dedicato allo scomparso Michael Jackson, uscito per tutte le piattaforme esistenti sul mercato (sono certo che, se fosse ancora in produzione la console Coleco Vision, sarebbe stata rilasciata un'apposita versione), hanno deciso di sfruttare il debutto in società dell'ultima nata tascabile di casa Sony per riproporlo, con qualche peculiare innovazione legata al sistema di controllo multitouch della nuova macchina.
Pur modificando l'ordine dei fattori, però, o di qualche linea di codice di programmazione, il risultato non cambia. Il gioco dedicato allo sfortunato “Jacko”, infatti, non riesce nonostante il carisma del protagonista a bucare lo schermo, coinvolgendo e attirando chi non sia un fan sfegatato del cantante, per più di una manciata di minuti passati a maledire se stesso per aver speso quei dannati 29 euro.

Glasnost in stile pop!
Glasnost in stile pop!
Imperano le combo. Da conquistare a ritmo di passi e piroette!
Imperano le combo. Da conquistare a ritmo di passi e piroette!
Poteva mancare il costume con il Borsalino bianco?
Poteva mancare il costume con il Borsalino bianco?


Il sistema di gioco, improntato sulle tre modalità History, Battle e Backstage, funziona niente male, tutto sommato. Nella prima sarà possibile impersonare il cantante afroamericano (spero non si rivolti nella tomba, leggendolo, vista la sua avversione per il colore scuro della sua pelle mostrata in vita) nel corso della sua fortunata carriera, attraverso un percorso di stacchi in computer grafica ben realizzati che fanno da preludio a rivisitazioni giocate di video e balletti, durante i quali il nuovo sistema di controllo della PS Vita dà davvero il suo meglio. Battle ricalca la stessa impostazione, con una difficoltà più accentuata e la possibilità della sfida con gli amici in modalità ad hoc o attraverso le classifiche on line. Backstage, invece permette di accedere a un discreto numero di contenuti speciali da sbloccare attraverso le altre due modalità, rappresentati dal consueto assortimento di making of, retroscena e così via.

In due soldi: roba da fanboy che di più non si può. Oppure regalo ideale da comperare all'amico da cui si va a cena, che ha sempre adorato “Jacko” e che si é comperato da poco la PSVita. Prima che abbia il tempo di provare il gioco, avrete già mangiato la vostra fetta di torta, bevuto il prosecco, e sarete già sulla strada di casa, non temete. Male che vada, ricambierà con un ghigno malevolo sul volto, quando toccherà a voi, propinandovi l'ultimo saggione pseudo-storico di Corrado Augias... Convincere però qualcuno cui Michael Jackson stia men che simpatico a comperare un gioco simile é impresa titanica, e anche molti dei suoi seguaci appassionati, o almeno i più sagaci tra loro, finiranno per disertare, giacché la loro passione dovrebbe coniugarsi con quella videoludica, oltretutto.

Un Jacko prima maniera, ancora non del tutto sbiancato...
Un Jacko prima maniera, ancora non del tutto sbiancato...
Dagli anni Ottanta ai primi Novanta!
Dagli anni Ottanta ai primi Novanta!
La folla osannante. Che te ne fai di tutto questo dove sei adesso, Mike?
La folla osannante. Che te ne fai di tutto questo dove sei adesso, Mike?


Peccato, però. Perché, come dicevo, il sistema di controllo ad esempio é davvero ben implementato, al punto da non incepparsi mai, tranne quando sono proprio i nostri polpastrelli a tradirci proprio sul più bello. Le combo richieste dalle sfide della modalità History, specie ai livelli più avanzati, farebbero aggrovigliare le dita di un organista sinfonico. Tutto a vantaggio della longevità, direte voi, solo che Michael, ridotto ad un credibile intreccio di poligoni e texture sul piccolo schermo della piccola console di Sony, perde drammaticamente il confronto con protagonisti ben più carismatici, da Nathan Drake al terno secco di eroi di Dungeon Hunter, e ciò che in un altro gioco può rappresentare una sfida, qui finisce per trasformarsi in noia e frustrazione. Grafica e sonoro, soprattutto quest'ultimo, si difendono egregiamente, con le canzoni di Jackson, 15 in tutto e quelle storiche ci sono, state tranquilli, da Beat It a Thriller, passando per Bad e Billie Jean, che la fanno da padrone assolute.

La sensazione generale é che il rilascio di quest'ultima versione di MJTE HD costituisca l'ennesima dimostrazione che non basta avere le carte in regola dal punto di vista della tecnica e coprirsi le spalle con un blasone autorevole come quello di Ubisoft per aggiudicarsi un posto adeguato sul mercato. Di giochi musicali ne stanno uscendo a carrette, quasi con lo stesso ritmo con cui Amici e X-Factor sfornano vincitori del festival di San Remo. Ma non basta qualche balletto e una manciata di tracce originali per meritarsi un applauso e l'attenzione di un numero di acquirenti tale da spesare l'investimento. Il gioco non presenta difetti gravissimi, o pecche oggettivamente imperdonabili. Tolto però un comparto tecnico che senz'altro può rappresentare un interessante benchmark per il motore grafico e per il sistema di controllo innovativo di PSVita, il resto, come cantava il Califfo, é noia, noia noiaaaaa...

Tra un balletto e un video, non mancano le cutscenes in computer grafica.
Tra un balletto e un video, non mancano le cutscenes in computer grafica.
Un altro passo celeberrimo. Il repertorio classico c'é proprio tutto!
Un altro passo celeberrimo. Il repertorio classico c'é proprio tutto!
In stile new romantic. Un tempo andava di moda, giuro!
In stile new romantic. Un tempo andava di moda, giuro!


Michael Jackson the experience
6

Voto

Redazione

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Michael Jackson the experience

Raschiare il fondo del barile. Come definireste altrimenti il tentativo di un asoftware house pur blasonatissima e giustamente acclamata di sfruttare la morte di una rockstar per fare cassa, lanciando un gioco musicale che più multipiattaforma di così non si può? Manca solo di veder uscire una versione retrogaming per l'Intellivision o l'Atari VCS 2600 e siamo a posto. Gratificato, si fa per dire, da uno scarso successo di pubblico perfino tra i fan di "Jacko", il gioco approda sull'ultima creatura di Sony come estrema spiaggia su cui tentare di recuperare quantomeno i costi. Nonostante l'ottimo comparto tecnico, però, la povertà di contenuti non convince. E la minaccia dello scaffale incombe. Nemmeno lo sforzo compiuto dagli sviluppatori nell'implementare le nuove funzioni touch riescono a comperare il riscatto per un titolo che può rimanere tranquillamente dov'é: sull'espositore del negozio!

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