Mika and the Witch’s Mountain, Kiki dello Studio Ghibli incontra Wind Waker – Recensione PC
La recensione della placida avventura open world di Chibig, una breve ma piacevole esperienza in cui consegneremo pacchi nei panni di una vivace streghetta
Dagli sviluppatori di Chibig (Summer in Mara, Koa and the Five Pirates of Mara...) e Nukefist arriva Mika and the Witch’s Mountain, la nuova avventura di stampo casual apertamente ispirata al lungometraggio animato Kiki – Consegne a Domicilio dello Studio Ghibli e al The Legend of Zelda: The Wind Waker di Nintendo. Il titolo è disponibile in early access su PC tramite Steam e Nintendo Switch e ci vedrà solcare i cieli di una ridente isoletta per consegnare pacchi a bordo della nostra fida scopa magica per conto dei suoi abitanti.
Qua e là è possibile intravedere punti di contatto anche con A Hat in Time di Gears for Breakfast, almeno per quanto riguarda lo stile grafico, e il Death Stranding di Hideo Kojima, visto sulla carta che il nostro lavoro di fattorino sarà valutato positivamente o meno dal destinatario di turno, anche se si tratta più di un orpello narrativo che non di una vera e propria meccanica di gioco. Ne deriva un tasso di sfida quasi nullo, in cui potremo fare danno quanto ci pare e riprovare a iosa, ma non è impegnare il giocatore lo scopo di quest’opera, bensì aiutarlo a rilassarsi in un mondo colorato e accomodante, gradevole tanto alla vista quanto nelle dinamiche.
L’obiettivo ultimo di Mika è raggiungere la sommità dell’isola dove l’attende la strega Olagari per iniziare il suo apprendistato, e per farlo dovrà racimolare soldi e favori aiutando gli isolani con le loro vite. Questi in cambio le forniranno accesso a scope magiche sempre più potenti e accessoriate con cui trasportare più oggetti, compiere evoluzioni in volo più elaborate e interagire di volta in volta con nuovi macchinari e fenomeni atmosferici sparsi in giro, come portali, correnti ascensionali e tornado, in una progressione in stile metroidvania che vede l'ampia location aprirsi gradualmente, rivelando nuovi passaggi e scorciatoie.
Inizieremo la nostra opera con poco più di un ramoscello fluttuante, in grado a malapena di sostenere il nostro peso, per poi acquisire destrieri via via più performanti, “capienti” e divertenti da utilizzare. Ci vuole un po’ di pratica per prendere confidenza con i controlli della scopa, ma tempo una mezz’oretta e avremo l’intera isola a nostra portata, limitatamente alle nostre capacità correnti s’intende. Durante il viaggio incontreremo una serie di personaggi curiosi, alcuni dei quali ripescati dalle altre produzioni Chibig, caratterizzati da mentalità piuttosto strambe e dialoghi che vanno di pari passo con le loro bizzarrie, ma che denotano nondimeno un certo fascino, complici le atmosfere rilassate e la colonna sonora che ci fanno sentire quasi come in un sogno, estraniati dal resto del mondo e dalla realtà.
La vera protagonista dell’avventura però è l’isola, un luogo magico, pieno di pertugi in cui infilarsi e segreti da scoprire, come collezionabili con cui acquistare costumi per Mika, scie con cui personalizzare le “emissioni” della scopa, o semplicemente oggetti smarriti in attesa di essere consegnati. La fregatura è che tutto dura molto poco. Ci abbiamo messo poco più di un paio d’ore per risalire la montagna e arrivare così ai titoli di coda, e altrettante per ottemperare le consegne extra ed acchiappare buona parte degli achievement. C’è ancora qualcosa da fare in giro per l’isola, ma si tratta di mero completismo, mentre il gioco e le emozioni scaturite si sono esaurite da un pezzo. Seguiranno maggiori contenuti, come nuovi minigiochi, nuove missioni e persino dei dungeon, ma al momento si resta a bocca asciutta un po’ troppo in fretta rispetto all’esborso pattuito (circa 20 euro).
Il tempo speso in compagnia di Mika però è piacevole e il pacchetto sembra girare alla perfezione, senza bug o altre anomalie (almeno su PC e per quanto riguarda la nostra prova, tra le recensioni di Steam tuttavia c’è chi si lamenta di sporadici crash, mentre su Switch il lato tecnico ha qualche grana di troppo).