Mindjack

di Davide Ottagono
Ovviamente, se dovessimo elencarne tutti i difetti, non finiremmo più. E la cosa bella é che non sono pecche poi così pesanti. Prese singolarmente, magari, potevano anche passare, ma sommate insieme potremmo riempirci un campo da calcio. L'Intelligenza Artificiale, sia alleata che nemica, é completamente da buttare. Certo, i soldati avversari usano saggiamente le coperture, ma hanno una risposta alle nostre azioni da far ridere i bradipi. Capita spesso che si imbambolino a guardare punti fissi, o che si nascondano dietro gli angoli lasciando in vista il 99% del corpo, o peggio ancora che ci passino di fianco senza accorgersi della nostra presenza. Le cose vanno un po' meglio se pensiamo ai vari partner, ma già il fatto che non siano capaci di raccogliere le armi da terra per sostituirle alla pistola di base é un tutto dire.



I controlli svolgono solo parzialmente il proprio lavoro. L'unica parte riuscita dell'intera mappatura sono le azioni di mira e di fuoco. Che poi, come praticamente in ogni altro gioco, sono affidate ai dorsali, e fin qui non ci piove. Già coprirsi con lo stesso tasto della corsa può causare qualche imprevisto, ma il vero shock viene nel momento del combattimento ravvicinato. Sembra strano dirlo, ma anche dopo aver finito il gioco ci é rimasto un dubbio amletico. Ma il corpo a corpo c'é o il tutorial ci ha preso in giro? Leggende metropolitane dicono si esegua con Cerchio, ma é ancora tutto da dimostrare. Siamo sicuri che studiosi sparsi per il mondo stiano analizzando questo peculiare fenomeno.

Anche avvicinandoci ad un palmo da un nemico, scazzottare riesce una volta sì e cento no, per il semplice fatto che il gioco si “addormenta”. Nella stragrande maggioranza dei casi non rileva l'input, e intanto veniamo pestati a sangue mentre litighiamo con il controller. Il perché non si sa. É semplicemente così, fatevene una ragione. Dopo l'ennesima brutta esperienza, abbiamo deciso di ingaggiare qualunque nemico dalla distanza, neanche avesse la peste.

Anche graficamente ci sono più bassi che alti. La pulizia a schermo lascia a desiderare, con aliasing piuttosto marcato e textures piattucce. Non é bruttissimo da vedere, sia chiaro, ma c'é sicuramente di molto meglio in giro. Sono i rallentamenti, piuttosto, a risultare fastidiosi nelle fasi più concitate. Il sonoro é nella media, con qualche svarione del doppiaggio e canzoni di certo non originalissime, ma non abbiamo molto di cui lamentarci.

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Assieme all'idea di base, é il comparto multigiocatore il “real winner” dell'opera. Il concept alla base é unico nel suo genere, perché é capace di mischiare per la prima volta campagna principale e cooperativa/competitiva. Praticamente, é possibile unirsi alle storie degli altri giocatori (e sottolineiamo “storie”, non arene apposite) sia in veste di alleato che di nemico. Se si sceglie di entrare come buono, diventa una semplice cooperativa contro l'IA. Se si opta per i cattivi, invece, potremo impersonare le guardie avversarie e andare contro ai protagonisti. Ovviamente, potremo cambiare corpi al volo proprio come se comandassimo Jim. Come potete già immaginare, però, per quanto l'idea sia simpatica, si va presto incontro ai primi problemi. Immaginate di essere il protagonista e di dover finire un intero livello, senza checkpoint, faccia a faccia con un avversario umano capace di prendere il controllo di ogni singolo nemico.

Ad una semplice sconfitta, si ricomincia daccapo. Nel caso perdesse il nostro avversario, invece, gli basterebbe passare nelle vesti di un qualunque altro soldato e si continuerebbe così fino al termine della zona. In pratica, la squadra rossa ha un'infinità di tentativi per mettere a tacere i buoni, mentre viceversa no. Tutto questo si tradurrà in un frustrante e continuo sforzo da parte dell'eroe di lottare contro un soverchiante numero di giocatori umani, alzando il limite di difficoltà oltre l'infinito. Un consiglio spassionato: se volete lanciarvi in questa avvincente modalità, completatevi prima il gioco in tutta calma, così che dopo possiate perdere quante volte volete.

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