Mission Humanity

di Redazione Gamesurf
Alcune strutture saranno disponibili solo progredendo nel gioco (ad ex. le micidiali torrette-bunker), così come i progetti più sofisticati. Tutto in ogni caso ruota intorno all'esercito, che rappresenta la componente più importante del gioco: il suo scopo è infatti quello di eliminare tutti gli alieni presenti nel pianeta attuale e tutte le loro strutture, in particolare l'astronave madre. Una volta eliminati tutti gli alieni, il Pioneer sarà pronto a partire alla conquista di un altro pianeta.
Si procede in questo modo conquistando un pianeta dopo l'altro, fino ad arrivare all'ultimo pianeta del sistema planetario considerato, nel quale si trova il super-mega quartier generale degli alieni (base principale), che ovviamente andrà distrutto; a questo scopo sarà necessario introdursi al suo interno per piazzare una bomba in grado di far saltare in aria il generatore di energia. Solo dopo aver eliminato la base principale sarà possibile passare ad un nuovo sistema planetario, ricominciando la conquista di ogni singolo pianeta. I sistemi planetari sono in tutto tre. Per finire, è possibile trasferire materie prime, uomini e unità militari (sia fanteria che veicoli) da un pianeta all'altro tramite particolari navette spaziali e trasportatori.



LA MIA SENTENZA
Quando mi è stato assegnato questo gioco ero abbastanza scettico sul suo valore effettivo, abituato e viziato da super-produzioni miliardarie di ogni genere, ma dopo le prime partite e le prime sofferte vittorie mi sono reso conto di trovarmi di fronte a un prodotto sufficientemente longevo e appassionante, per quanto estremamente semplice ed essenziale. Graficamente, nel suo piccolo, è ben fatto: i pianeti sono rappresentati con una certa cura e le animazioni delle strutture e dell'esercito sono convincenti. Non aspettatevi da MH effetti di luce dinamica, animazioni di oggetti vettoriali, texture mapping, roteazioni e zoomate varie perché siete fuori strada: MH è un videogioco 'vecchio stile', dove è stata curata più l'azione vera e propria che la forma, con risultati a volte positivi e altre volte un po' meno.
Certo che però qualche animazione negli elementi presenti sulla superficie dei pianeti avrebbero reso il tutto maggiormente gradevole: persino le acque restano immobili! E il sonoro? Mi aspettavo il peggio e invece sono rimasto piacevolmente sorpreso sia dalle musiche, che verranno apprezzate da tutti gli amanti dei suoni puramente elettronici, sia dagli effetti sonori, sufficientemente d'atmosfera. Avrei invece preferito un po' più di varietà nel parlato (al centesimo 'si signore' odierete a morte i militari =). Comunque una menzione va alle tracce audio 3 e 7, ad opera di Pawel Blaszczak, che ricordano tantissimo le musiche di Chris Huelsbeck per il grande Turrican. Ottima anche la 4. Riguardo alla longevità, questa è garantita sia dalla presenza di tre diversi sistemi planetari, sia dal fatto che è possibile giocare anche dalla parte degli alieni e sia (purtroppo) da una curva della difficoltà nel complesso mal calibrata che rende le battaglie estremamente ardue sin dal terzo pianeta. In generale, comunque, non credo che lo rigiocherete dopo averlo terminato, sia per il suo aspetto generale che per l'uscita di una marea di titoli simili sul mercato. MH di sicuro farà felici tutti quelli che (come me) non amano perdersi in miliardi di icone di ogni genere ma preferiscono un gioco semplice in cui ci si possa concentrare più sull'azione vera e propria piuttosto che su ogni singolo elemento al suo interno; il gioco da una buona sensazione di controllo su ciò che sta accadendo, senza infondere troppo quella sensazione di panico che si viene a creare in prodotti simili.