Mockba to Berlin

di Marco Modugno
Roter Sturm, tempesta rossa. Questo il nome con il quale l'ultimo parto del team ungherese Digital Reality viene commercializzato in Germania. I tedeschi devono ricordarsela bene quella tempesta d'acciaio che, tra il 1944 e il '45 travolse la pur strenua resistenza della Wehrmacht, entrata in Russia con il piglio del conquistatore nel 1941 ma condannata a ripiegare fino all'ultima disperata resistenza tra i palazzi di Berlino, prima della disfatta. L'Armata Rossa, forte di una capacità industriale intatta, messa al sicuro nelle lontane steppe per sottrarla all'invasore, di un'economia di guerra pesantemente sostenuta dagli Affitti & Prestiti di materiale bellico forniti dagli USA e, non dimentichiamolo, della forza d'animo, da sempre caratteristica del popolo russo indipendentemente dall'ideologia al governo, annientò la macchina da guerra tedesca, capace solo pochi anni prima, d'egemonizzare tutta l'Europa continentale.


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Dopo aver consentito ai giocatori di ripercorrere le gesta dei "ratti del deserto" di Montgomery e dell'Afrika Korps di Rommel, di rivivere il leggendario D-Day che portò gli alleati ad invadere la Fortezza Europa di cui Hitler aveva dichiarato l'inviolabilità e di combattere, nei panni di tedeschi o alleati l'ultima grande battaglia sul fronte occidentale, nelle Ardenne (Battle of the Bulge, in inglese), i ragazzi di DR non hanno saputo sottrarsi alla tentazione di sfruttare lo sperimentato motore grafico dei primi tre capitoli della serie per produrre un nuovo titolo dedicato, appunto, a quella che ancora oggi in Russia è ricordata come "Grande Guerra Patriottica", a partire dall'Operazione Barbarossa fino alla battaglia di Berlino.
Il titolo, evocativo grazie alla trascrizione letterale dal cirillico del nome della capitale russa, permette al giocatore smaliziato d'intuire i contenuti. Ovviamente, è presente una campagna di 20 missioni, cronologicamente ordinate, che vedranno il giocatore assumere i panni neri di un comandante carrista tedesco o quelli bruni di un suo omologo sovietico, intento a ripercorrere le drammatiche vicende storiche, sullo sfondo di scenari tridimensionali accuratamente ricostruiti sulla base di mappe e documenti autentici.

I generali virtuali potranno contare su un arsenale di oltre 30 mezzi, dai carri leggeri ai pesanti cannoni d'assalto, con i quali potranno dilettarsi, oltre che a fare polpette delle forze avversarie, a ridurre in briciole ogni struttura presente nello scenario. Uno dei punti di forza della serie, infatti, comune peraltro anche ai titoli concorrenti come Codename Panzers, è la possibilità di interagire con gli oggetti inanimati sbriciolando palazzi e incendiando foreste, con immediate ripercussioni tattiche. Nel primo caso, infatti, un bombardamento preparatorio di una fila d'edifici sospetti, avrà l'effetto di snidare eventuali squadre di fanteria all'interno. Nel secondo, le fiamme attingeranno ad eventuali nemici schierati tra gli alberi, danneggiandoli.
Quello di cui si sente davvero la mancanza, invece, è la totale assenza di una gestione dei gruppi di combattimento, ormai diffusissima nei titoli analoghi. L'impossibilità, per capirci, di assegnare una data unità, assieme ad altre simili, ad uno short cut facilmente richiamabile da tastiera, costringe il giocatore a gestire le sue unità singolarmente, cosa impossibile nei momenti di maggiore concitazione, oppure tutte assieme, in una sorta di "tank rush" permanente dove gli assalti finiscono per risolversi in scontri forsennati all'ultima cannonata, privati di qualsiasi connotato tattico.

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Un altro difetto, che risale ai tempi di DR vs. AK è l'implementazione dei fattori difesa e attacco della fanteria. I nostri fantaccini, molto spesso, mostreranno insospettate doti di robustezza nel ricevere quasi indenni cannonate e shrapnel, e i loro fucili mitragliatori si riveleranno capaci di penetrare, con un po' d'insistenza, anche le corazzature dei più temibili carri da battaglia.
Su difetti del genere, o sul fatto che quasi tutti i veicoli, forse per meglio identificarli nelle mischie, sfoggino poco realistici bandieroni con i colri nazionali sul cofano posteriore, si sarebbe anche disposti a sorvolare, ammaliati dall'aspetto grafico generale che, come già nei precedenti titoli della serie, è molto curato, a patto comunque di non "zoomare" troppo nel dettaglio con la telecamera. Quello che nel 2005 è più difficile da perdonare è l'assenza storica, nei giochi DR, di un'IA degna di questo nome. Siamo stanchi di perdere preziose unità solo perché queste, spostate in gruppo, finiscono per incastrarsi negli ostacoli naturali o, peggio ancora, per incappare in un campo minato che pure avevamo specificamente detto loro di evitare.

Sul comparto sonoro, come spesso accade per i giochi del genere, c'è poco da dire. Solito campionario di voci nelle lingue d'appartenenza degli schieramenti, dal repertorio appena più vario di quello del primo C&C, e un campionario di musichette d'intermezzo assolutamente dimenticabili.
D'altronde è evidente ce gli sviluppatori hanno soprasseduto del tutto dal conferire al gioco una sorta di filo conduttore, o trama che dir si voglia. A differenza del citato titolo CDV, dove il giocatore assumeva il controllo di un eroe ben preciso, protagonista di brevi intermezzi cinematografici che utilizzavano lo stesso motore del gioco, MtB fa snodare la campagna una missione dopo l'altra, senza fili conduttori di sorta. Al punto che potrete completare una missione con l'ultimo fante superstite, con un refolo di vita residua, in tutta tranquillità. Tanto, al principio della successiva, verrete dotati d'ufficio di una componente di forze non selezionabile fresca, essendo assente qualsiasi opzione di selezione delle forze da schierare o d'esperienza da scambiare con accresciute capacità delle unità "veterane".
Completa il quadro il solito multiplayer, ormai un must per ogni RTS che si rispetti, giocabile via LAN o su Internet, servendosi dell'onnipresente Game Spy.
Tutto qui direte voi? Siamo d'accordo sul fatto che è un po' poco per parlare di un gioco nuovo, quando sarebbe più appropriato definirlo una sorta di data disk dei titoli precedenti. Tuttavia, considerato il prezzo d'uscita, inferiore a quello di concorrenti più blasonati, e l'insieme gradevole, anche se non privo di difetti, MtB si presenta come un'alternativa valida per gli appassionati di RTS storico e anche, grazie ad una spiccata semplicità concettuale unita al piacevole aspetto grafico, a chi si avvicina per la prima volta ad un titolo del genere. Non siamo certo in presenza di un nuovo benchmark di mercato, ma se siete tra quelli che non si sono ancora stufati di simulare scenari della Seconda Guerra Mondiale, fatevici tranquillamente un giro.