Call of Duty: Modern Warfare 3
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QUEST'ANNO E' DIVERSO...
Il perché é presto detto. In primis, l'abbandono di West e Zampella poco dopo l'uscita di Modern Warfare 2 aveva lanciato nell'ombra uno studio di sviluppo ( Infinity Ward ) che fino a quel momento pareva potesse vivere solo delle idee dei due dissidenti. In secondo luogo, proprio in questo anno carico di aspettative, EA ha deciso di prendere di petto la situazione lanciando sul mercato un brand come quello di Battlefield che rischiava di minacciare le solide basi di una serie come Call of Duty fino ad oggi vera e propria regina delle vendite, soprattutto su console. Quando siamo arrivati a Londra qualche giorno fa per una lunghissima sessione di gioco di 3 giorni, per testare a pieno ogni novità del titolo, noi stessi eravamo più tesi del solito sapendo che quelle 72 ore avrebbero potuto cambiare davvero le carte in tavola rispetto al più recente passato.
UN SINGLE PLAYER ASSOLUTAMENTE D'IMPATTO
Nella nostra analisi approfondita del titolo Activision, partiamo ovviamente da quello che storicamente é l'argomento di discordia tra gli utenti: la campagna singolo giocatore. Per chi ha familiarità con il brand, la storia ci vedrà all'atto finale della battaglia contro uno dei terroristi più pericolosi in circolazione, quel Vladimir Makarovov che dopo aver avuto la strada spianata dalla cieca follia del generale Shepherd nel precedete episodio, diventata artefice unico dello scoppio di una vera e propria guerra mondiale, con campi di battaglia sparsi tra l'America, Germania, Francia e Regno Unito.
In tutto questo torneranno i famosi Capitani John” Soap” MacTavish e John Price, spalleggiati da un personaggio già visto nel precedente episodio e del quale prenderemo il diretto comando: Nikolai, ex infiltrato tra le fila di Makarov e ora collaborate degli alleati. Oltre alla ormai famosa “Task Force 141” faremo la conoscenza di Derek “Frost” Westbrook che insieme ad alcuni suoi compagni, forma la “Delta Force” che per l'occasione verrà rinominata “Delta Frost”. Oltre a questi due gruppi di soldati che tesseranno le fila di tutta la trama, come da tradizione ci capiterà sporadicamente di metterci nei panni di altri co protagonisti come Harkov guardia del corpo del presidente russo o Yuri un agente speciale dell'esercito sovietico. Come vedete non ci siamo soffermati molto sui particolari della trama. Scelta voluta, perché mai come quest'anno la trama assume uno spessore assolutamente d'impatto con un susseguirsi degli eventi che riuscirà a coinvolgere anche il più distaccato dei videogiocatori.
Questo, grazie sia ad un plot narrativo che é una continua corsa contro il tempo per salvare il mondo da quella che ormai sembra una guerra su scala mondiale a base di bombe batteriologiche e nucleari, ma soprattutto, per via di una costruzione delle missioni che ci ha portato a viaggiare davvero in tutto il mondo mettendoci sempre in situazioni al limite, cariche di adrenalina e che tengono il giocatore costantemente con le mani incollate al pad perché non sa mai cosa può accadere. Non mancheranno nemmeno le sezioni a forte impatto emotivo, con una in particolare che siamo sicuri potrà scatenare qualche polemica. A contorno di questo, vi é una scelta di regia davvero ben diretta con tagli di visuale e telecamere davvero ben congegnate che ci daranno ogni volta una prospettiva diversa di quanto sta accadendo sul campo di battaglia. Memorabili in questo senso un paio di missioni che entrano di diritto, una su tutte, davvero nella storia di questa serie, alla pari di quel tanto acclamato sbarco in Normandia sviluppato in Call of Duty 2.
Tutto questo inoltre é stato possibile grazie alla mano di uno degli sceneggiatori più bravi attualmente presenti ad Hollywood, tale Paul Haggis sceneggiatore di titoli come: Million Dollar Baby, Lettere da Iwo Jima e Crash: Contatto fisico con il quale ha vinto anche l' Oscar come miglior sceneggiatura originale. La campagna si potrà giocare a quattro livelli di difficoltà (easy, normal, hardened e veteran) in base alla scelta che intraprenderemo il gioco modificherà il quantitativo di colpi che serviranno per abbatterci e l'incisività dei nostri commilitoni controllati dalla dall'intelligenza artificiale. La durata della storia si assesta sulle canoniche 5/6 ore giocata a normale, con una relativa flessione della durata se giocata ad una delle due difficoltà superiori. Tuttavia, quest'anno non possiamo proprio criticare il lavoro svolto dai ragazzi di Infinity proprio perché nonostante l'esigua durata del single player, ci troviamo di fronte ad un qualcosa che vi assicuriamo dopo averlo giocato (sicuramente più di una volta) vi ritroverete a ricordare nei mesi successivi all'uscita del gioco. Noi come voi prima di giocarlo eravamo scettici , ma dopo aver giocato state pur certi che no faticherete a convenire con noi sull'estrema bontà del single player.
Il perché é presto detto. In primis, l'abbandono di West e Zampella poco dopo l'uscita di Modern Warfare 2 aveva lanciato nell'ombra uno studio di sviluppo ( Infinity Ward ) che fino a quel momento pareva potesse vivere solo delle idee dei due dissidenti. In secondo luogo, proprio in questo anno carico di aspettative, EA ha deciso di prendere di petto la situazione lanciando sul mercato un brand come quello di Battlefield che rischiava di minacciare le solide basi di una serie come Call of Duty fino ad oggi vera e propria regina delle vendite, soprattutto su console. Quando siamo arrivati a Londra qualche giorno fa per una lunghissima sessione di gioco di 3 giorni, per testare a pieno ogni novità del titolo, noi stessi eravamo più tesi del solito sapendo che quelle 72 ore avrebbero potuto cambiare davvero le carte in tavola rispetto al più recente passato.
UN SINGLE PLAYER ASSOLUTAMENTE D'IMPATTO
Nella nostra analisi approfondita del titolo Activision, partiamo ovviamente da quello che storicamente é l'argomento di discordia tra gli utenti: la campagna singolo giocatore. Per chi ha familiarità con il brand, la storia ci vedrà all'atto finale della battaglia contro uno dei terroristi più pericolosi in circolazione, quel Vladimir Makarovov che dopo aver avuto la strada spianata dalla cieca follia del generale Shepherd nel precedete episodio, diventata artefice unico dello scoppio di una vera e propria guerra mondiale, con campi di battaglia sparsi tra l'America, Germania, Francia e Regno Unito.
In tutto questo torneranno i famosi Capitani John” Soap” MacTavish e John Price, spalleggiati da un personaggio già visto nel precedente episodio e del quale prenderemo il diretto comando: Nikolai, ex infiltrato tra le fila di Makarov e ora collaborate degli alleati. Oltre alla ormai famosa “Task Force 141” faremo la conoscenza di Derek “Frost” Westbrook che insieme ad alcuni suoi compagni, forma la “Delta Force” che per l'occasione verrà rinominata “Delta Frost”. Oltre a questi due gruppi di soldati che tesseranno le fila di tutta la trama, come da tradizione ci capiterà sporadicamente di metterci nei panni di altri co protagonisti come Harkov guardia del corpo del presidente russo o Yuri un agente speciale dell'esercito sovietico. Come vedete non ci siamo soffermati molto sui particolari della trama. Scelta voluta, perché mai come quest'anno la trama assume uno spessore assolutamente d'impatto con un susseguirsi degli eventi che riuscirà a coinvolgere anche il più distaccato dei videogiocatori.
Questo, grazie sia ad un plot narrativo che é una continua corsa contro il tempo per salvare il mondo da quella che ormai sembra una guerra su scala mondiale a base di bombe batteriologiche e nucleari, ma soprattutto, per via di una costruzione delle missioni che ci ha portato a viaggiare davvero in tutto il mondo mettendoci sempre in situazioni al limite, cariche di adrenalina e che tengono il giocatore costantemente con le mani incollate al pad perché non sa mai cosa può accadere. Non mancheranno nemmeno le sezioni a forte impatto emotivo, con una in particolare che siamo sicuri potrà scatenare qualche polemica. A contorno di questo, vi é una scelta di regia davvero ben diretta con tagli di visuale e telecamere davvero ben congegnate che ci daranno ogni volta una prospettiva diversa di quanto sta accadendo sul campo di battaglia. Memorabili in questo senso un paio di missioni che entrano di diritto, una su tutte, davvero nella storia di questa serie, alla pari di quel tanto acclamato sbarco in Normandia sviluppato in Call of Duty 2.
Tutto questo inoltre é stato possibile grazie alla mano di uno degli sceneggiatori più bravi attualmente presenti ad Hollywood, tale Paul Haggis sceneggiatore di titoli come: Million Dollar Baby, Lettere da Iwo Jima e Crash: Contatto fisico con il quale ha vinto anche l' Oscar come miglior sceneggiatura originale. La campagna si potrà giocare a quattro livelli di difficoltà (easy, normal, hardened e veteran) in base alla scelta che intraprenderemo il gioco modificherà il quantitativo di colpi che serviranno per abbatterci e l'incisività dei nostri commilitoni controllati dalla dall'intelligenza artificiale. La durata della storia si assesta sulle canoniche 5/6 ore giocata a normale, con una relativa flessione della durata se giocata ad una delle due difficoltà superiori. Tuttavia, quest'anno non possiamo proprio criticare il lavoro svolto dai ragazzi di Infinity proprio perché nonostante l'esigua durata del single player, ci troviamo di fronte ad un qualcosa che vi assicuriamo dopo averlo giocato (sicuramente più di una volta) vi ritroverete a ricordare nei mesi successivi all'uscita del gioco. Noi come voi prima di giocarlo eravamo scettici , ma dopo aver giocato state pur certi che no faticherete a convenire con noi sull'estrema bontà del single player.