Moho
di
Redazione Gamesurf
Alcuni giochi proposti sono decisamente innovativi, come la corsa contro gli altri gladiatori, dove si frenano gli avversari a forza di pugni e si sfruttano i punti di accelerazione posti sul circuito per arrivare primi al traguardo oppure la gara "King of the Hill", dove dobbiamo raggiungere una piattaforma che sovrasta l'arena e buttare giù tutti i concorrenti che provano a usurpare la nostra posizione. La pecca di queste arene é costituita dalla curva di apprendimento. Le prime arene sono decisamente semplici, il fattore di competizione é molto basso, i rischi ridotti, si finisce praticamente per sbadigliare nelle fasi iniziali di Moho. A partire dalla quarta prigione circa le cose si fanno all'improvviso complicate
Sui percorsi compaiono una moltitudine di ostacoli mortali, i nostri nemici si fanno molto più veloci e agguerriti e globalmente superare un'arena diventa una vera sfida. L'adrenalina inizia a scorrere, il divertimento può avere inizio. Seminare un nugolo di avversari che ci vogliono morti in un'arena ricca di trappole e di ostacoli e contemporaneamente evitare i colpi di cannone laser e intascare i bonus facendo cadere i nemici nelle trappole predisposte per noi é un'esperienza decisamente elettrizzante. Purtroppo capita che si superi un livello per pura fortuna, infilandosi rocambolescamente in tutti i passaggi che garantiscono un'accelerazione superiore e arrivando alla fine di un percorso che, strategicamente, non sapevamo ancora come era meglio affrontare. In questo modo si finisce per andare incontro all'arena successiva non essendo preparati a sufficienza. Per fortuna i programmatori sembrano aver percepito questo pericolo e hanno introdotto il sistema dei crediti. In altre parole per sbloccare i livelli non occorre superare necessariamente tutte le arene in sequenza
Il completamento di ciascuna arena garantisce un certo ritorno in crediti, che servono a sbloccare automaticamente il livello successivo. Quindi ripetere un percorso fino a quando non si acquista una completa padronanza dello stesso non é una perdita di tempo, ci aiuta a progredire nel gioco e allo stesso tempo ad affinare le nostre abilità
Sui percorsi compaiono una moltitudine di ostacoli mortali, i nostri nemici si fanno molto più veloci e agguerriti e globalmente superare un'arena diventa una vera sfida. L'adrenalina inizia a scorrere, il divertimento può avere inizio. Seminare un nugolo di avversari che ci vogliono morti in un'arena ricca di trappole e di ostacoli e contemporaneamente evitare i colpi di cannone laser e intascare i bonus facendo cadere i nemici nelle trappole predisposte per noi é un'esperienza decisamente elettrizzante. Purtroppo capita che si superi un livello per pura fortuna, infilandosi rocambolescamente in tutti i passaggi che garantiscono un'accelerazione superiore e arrivando alla fine di un percorso che, strategicamente, non sapevamo ancora come era meglio affrontare. In questo modo si finisce per andare incontro all'arena successiva non essendo preparati a sufficienza. Per fortuna i programmatori sembrano aver percepito questo pericolo e hanno introdotto il sistema dei crediti. In altre parole per sbloccare i livelli non occorre superare necessariamente tutte le arene in sequenza
Il completamento di ciascuna arena garantisce un certo ritorno in crediti, che servono a sbloccare automaticamente il livello successivo. Quindi ripetere un percorso fino a quando non si acquista una completa padronanza dello stesso non é una perdita di tempo, ci aiuta a progredire nel gioco e allo stesso tempo ad affinare le nostre abilità
Moho
Moho
Moho è un parto della fantasia che si basa sul modello fisico delle biglie e ci offre un gran numero di arene con compiti diversi da assolvere. La curva d'apprendimento è un po' bizzarra e dovremo superare qualche livello prima di immergerci nel cuore dell'azione. Il controllo del nostro personaggio è l'aspetto più riuscito del gioco, mentre gli altri elementi, tratti dai picchiaduro e dai titoli sportivi, fungono da valido contorno. Peccato veramente per quei trenta quadri al secondo e la longevità non proprio elevatissima. In conclusione, un gioco che si ispira ai canoni di immediatezza e di divertimento dei coin-op degli anni ottanta, che non vi impegnerà per moltissimo tempo ma può essere un diversivo valido dai soliti platform/adventure/picchiaduro, se non si è troppo esigenti in termini di frame rate e non si cerca uno spessore tale da far schiantare un romanzo di Emily Bronte.