MONEY MAD
di
Redazione Gamesurf
Quando tutti i giocatori terminano il loro turno, inizia "l'inter giro", in cui si possono compiere tre azioni: bandire all'asta un nostro acquisto, proporre uno scambio di beni o un'alleanza (mettendo in comune le risorse); in tutto possono partecipare ad una partita fino a sei giocatori, umani o gestiti dal computer. Si noti che Money Mad ignora l'esistenza del Multiplayer online: se vogliamo giocare con qualche amico, dovremo condividere lo stesso PC, come ai vecchi tempi
Sono disponibili quattro campagne: la prima é classica e le altre tre ruotano intorno a problemi di carattere mondiale (rispettivamente: l'inquinamento, la crisi energetica e quella economica): non sono molto diverse tra loro, ma cambia semplicemente la disponibilità delle risorse acquistabili
LA COPIA BANALE D'UN GIOCO BANALE
Dal punto di vista del gameplay, Money Mad é la traduzione letterale di un gioco da tavolo a sua volta non tanto originale (essendo la modernizzazione del vecchio Monopoli), tra l'altro sconosciuto in Italia. Dopo poche ore inizieranno a diventare noiose anche le animazioni, che appariranno come inutili rallentamenti; l'attesa per il proprio turno é particolarmente estenuante: assistere a tutte le operazioni delle altre pedine spazientirebbe forse anche il campione di scacchi di un monastero tibetano. La grafica, che si avvale di un 3D superfluo, a causa della ripetitività dell'ambientazione, é incapace di compensare i limiti di giocabilità, mentre il sonoro, composto di musiche originali, é uno swing gradevole, ma che purtroppo si rivela assolutamente ripetitivo. Possiamo scegliere tra molteplici visuali, che sono pari ai movimenti di un insonne nel letto: all'inizio ogni cambiamento sembra efficace, ma poi si ricade immediatamente nella noia
ISTRUTTIVO MA DISEDUCATIVO
Forse il più grande merito di questo gioco é il suo carattere istruttivo: impareremo con facilità le risorse dei paesi nel mondo, semplicemente cercando di ricordare dove é necessario fermarsi per accrescere i propri monopoli. A questo scopo é studiato anche il quiz, una sezione a parte cui si accede dal menu principale, in cui dovremo rispondere a venti domande per testare la nostra conoscenza delle economie mondiali
Sono disponibili quattro campagne: la prima é classica e le altre tre ruotano intorno a problemi di carattere mondiale (rispettivamente: l'inquinamento, la crisi energetica e quella economica): non sono molto diverse tra loro, ma cambia semplicemente la disponibilità delle risorse acquistabili
LA COPIA BANALE D'UN GIOCO BANALE
Dal punto di vista del gameplay, Money Mad é la traduzione letterale di un gioco da tavolo a sua volta non tanto originale (essendo la modernizzazione del vecchio Monopoli), tra l'altro sconosciuto in Italia. Dopo poche ore inizieranno a diventare noiose anche le animazioni, che appariranno come inutili rallentamenti; l'attesa per il proprio turno é particolarmente estenuante: assistere a tutte le operazioni delle altre pedine spazientirebbe forse anche il campione di scacchi di un monastero tibetano. La grafica, che si avvale di un 3D superfluo, a causa della ripetitività dell'ambientazione, é incapace di compensare i limiti di giocabilità, mentre il sonoro, composto di musiche originali, é uno swing gradevole, ma che purtroppo si rivela assolutamente ripetitivo. Possiamo scegliere tra molteplici visuali, che sono pari ai movimenti di un insonne nel letto: all'inizio ogni cambiamento sembra efficace, ma poi si ricade immediatamente nella noia
ISTRUTTIVO MA DISEDUCATIVO
Forse il più grande merito di questo gioco é il suo carattere istruttivo: impareremo con facilità le risorse dei paesi nel mondo, semplicemente cercando di ricordare dove é necessario fermarsi per accrescere i propri monopoli. A questo scopo é studiato anche il quiz, una sezione a parte cui si accede dal menu principale, in cui dovremo rispondere a venti domande per testare la nostra conoscenza delle economie mondiali
MONEY MAD
MONEY MAD
Sia come educational, sia come gioco da tavolo interattivo, Money Mad convince poco, soprattutto se mal sopportate gli ancora persistenti stereotipi sugli abitanti d'altre nazioni; la grafica e il sonoro sono sufficienti, ma eccessivamente ripetitivi e per nulla coinvolgenti.