Monster 4x4: Stunt Racer
Il gioco di corse arcade non é vincolato alle ferree leggi della simulazione. Non necessita di una fisica realistica, di collisioni da cui scaturiscano danni convincenti, di modelli di guida fedeli alle macchine autentiche. Anzi, é lecito aspettarsi ogni sorta di esagerazione, come i salti chilometrici, le sportellate ben oltre il limite del consentito, i circuiti che sfidano l'immaginazione. E pazienza se, ad uno sguardo d'insieme, tale parossismo dell'inverosimiglianza non apparirà particolarmente curato; in fondo, la sua missione consiste semplicemente nel divertire, accettando volentieri qualche compromesso. Insomma, in ossequio alla premessa appena fatta, nei confronti del gioco di corse arcade non sembra calzare l'adozione di un metro di giudizio troppo severo. Questo però non significa che, a fronte di gravi lacune, si debba perdonare ogni pecca: un difetto resta sempre un difetto, a prescindere dalla categoria di appartenenza del videogame.
Ovviamente, ogni riferimento é indirizzato a Monster 4x4: Stunt Racer. I Monster truck occupano la scena da assoluti (o meglio, unici) protagonisti. I pick-up caratterizzati dalle ruote giganti, vuoi per le dimensioni imponenti, vuoi per la presunta capacità di superare qualsiasi percorso, almeno per ciò che concerne l'immagine si direbbero gli interpreti ideali per il ruolo di concorrenti. Questi si sfidano lungo le piste scoscese e ricche di dossi, trampolini e vie alternative. Con una peculiarità: le strade secondarie si sviluppano in verticale sulle pareti, a dispetto della forza di gravità. Le gare seguono un andamento consueto, già proposto più volte da altri esponenti del medesimo genere: il turbo é una presenza costante quanto l'acceleratore, mentre il freno va considerato implicitamente vietato. Quando si spicca il volo su una rampa, ci si può esibire in acrobazie degne dei famosi bikers sulle moto da cross (sebbene, inutile specificarlo, un mezzo tanto pesante non dovrebbe avere niente a che vedere con la manovrabilità di una moto). E basta così, senza preoccuparsi di ulteriori complicazioni come ad esempio i guasti, la tenuta in curva, la natura del fondo stradale ecc... In sintesi una formula spiccatamente arcade, che dunque fa dell'immediatezza il suo maggior pregio.
Ma basta un'occhiata a Monster 4x4 per rimanere davvero perplessi. Totalmente conforme alle meccaniche dettate da chi é venuto prima di lui, il gioco risulta privo di una propria anima, una personalità che permetta di distinguerlo nella massa dei racing game odierni. Infatti, a parte forse qualche piccolo spunto (le citate digressioni sui muri), non vi si scorge nulla di originale. Ogni singolo elemento contribuisce a gonfiare l'opprimente cappa di déjà-vu che grava sulla corsa. Questa forma di anonimato, pur sgradevole, non costituisce tuttavia il problema più serio di Monster 4x4. Il triste primato spetta alla realizzazione assolutamente mediocre, che annega qualsiasi speranza residua. Lo scorrimento lento delle gare ne é diretta conseguenza. Sfide piatte, prive di acuti e con un fastidioso effetto elastico, dove latitano la velocità e la cattiveria indispensabili a salvare la competizione dalla noia. Magagne grossolane come compenetrazioni o cali di frame-rate emergono impietosamente, a peggiorare la situazione: in qualche caso (come per l'indicatore di posizione, incapace di stabilire l'ordine esatto dei piloti) i bug sfiorano il ridicolo.
La manciata di trucks selezionabili non evidenzia differenze significative, se non nell'aspetto, e così l'esiguo numero di circuiti, nonostante il paesaggio vari radicalmente fra un'ambientazione e l'altra, nel tentativo (fittizio) di aumentare l'offerta. Il sistema di controllo prevede l'utilizzo del solo Wiimote impugnato in orizzontale, che con l'aggiunta dell'apposito ammennicolo di plastica si trasforma nel Wii Wheel, o "volante" (le virgolette sono d'obbligo). Palese osservare che, inclinando il pad a destra o sinistra, lo sterzo si muova nella corrispondente direzione, mentre i restanti comandi sono affidati ai tasti. La risposta, al solito, non é prontissima, ma qui non se ne sente eccessivamente il bisogno; con l'importante eccezione delle acrobazie.
Esse si effettuano roteando il Mote: già doverle eseguire, a prescindere dal come le si faccia, basta per provare una sensazione penosa. Se poi si sommano il ritardo e l'imprecisione dell'input, che spesso pregiudicano l'atterraggio (e quindi la prestazione generale), si ottiene qualcosa di prossimo ad un supplizio. In un contesto tanto desolante, suona ironica l'aggiunta di un pulsante atto a riposizionare automaticamente il veicolo (ribaltato) al centro della pista. Chi volesse ripiegare su un metodo di controllo più tradizionale, ossia servirsi dell'analogico per girare, può abbinare il Nunchuck allo Wiimote: beninteso, anche con questa seconda configurazione non si scampa alla tortura delle acrobazie.
La modalità singleplayer si compone di una cinquantina di eventi, a loro volta suddivisi in sette categorie. La Gara, sulla distanza di tre giri, con nove trucks avversari. Il Grand Prix o, più prosaicamente, tre gare di fila. Sfida contro il tempo, cioé un giro a cronometro. FreeStyle, ossia eseguire una combo di evoluzioni in rapida successione (ricorda la Sfida Coni di Project Gotham). Sopravvissuto, in cui ad intervalli regolari viene eliminato l'ultimo del gruppo, finché non ne rimane solo uno (chi ha detto l'Eliminatore di Burnout?). Sfasciacarrozze, sostanzialmente distruggere auto andandogli addosso (vedi parentesi precedente). E per ultimo Maestro d'armi, l'unica degna di nota. Qui il percorso é disseminato di barili esplosivi che, se urtati, vengono lanciati (ve ne sono di tre colori, corrispondenti a tre tecniche di lancio diverse). Lo scopo consiste nel mietere la maggior quantità di vittime possibile, assestando colpi ben mirati. Dall'elenco si evince come la carenza di originalità si ripercuota pure sulle categorie del singleplayer, sebbene si intraveda almeno un minimo sforzo creativo.
Il multiplayer in split-screen non poteva mancare... Ma é monco. Perché i Trucks alla partenza si riducono a quattro e sono state escluse certe categorie (in un impeto di autolesionismo, poiché a farne le spese c'é proprio il Maestro d'armi, probabilmente la sola voce che aspirasse a suscitare interesse). Comunque, invitare un amico a condividere Monster 4x4 non dimostra cortesia, per usare un eufemismo: la sua immediatezza consentirà anche al neofita di mettersi subito al volante senza patemi, ma la sua bruttezza lo indurrà a mollare quello stesso volante disgustato, con la stessa celerità. Il comparto tecnico é l'ennesima espressione della lamentata realizzazione mediocre. Assodato che non occorra scomodare il redivivo Gran Turismo 5 quale termine di paragone, sembra però difficile perfino riferirsi agli altri videogames su Wii (ad eccezione forse di quelli "infami"). Il livello grafico mostrato porta indietro gli standard visivi di almeno una generazione, ed esprime una preoccupante tendenza al risparmio e alla trascuratezza, insomma un deficit che anche un giocatore casuale coglierebbe al primo sguardo. Il sonoro col suo testardo rock metal perpetua un accostamento duro a morire (la gara "tosta" e, appunto, il metal) che, lungi dal discutere se sia azzeccato o meno, per l'occasione sbandiera una ingenua superficialità.
In conclusione, dopo aver vagliato attentamente Monster 4x4: Stunt Racer, per quanto ci si sia sforzati di cercare un lato positivo, l'opinione rimane identica a quella che era l'impressione iniziale. Ovvero che, da qualsiasi prospettiva lo si osservi, anche a considerare gli aspetti marginali (come il manuale d'istruzioni, ad esempio), non si riesce a trovare del buono. Semplicemente perché Monster 4x4 non ne ha, quasi non fosse propenso a divertire chi stringe fra le mani lo Wiimote.
Ovviamente, ogni riferimento é indirizzato a Monster 4x4: Stunt Racer. I Monster truck occupano la scena da assoluti (o meglio, unici) protagonisti. I pick-up caratterizzati dalle ruote giganti, vuoi per le dimensioni imponenti, vuoi per la presunta capacità di superare qualsiasi percorso, almeno per ciò che concerne l'immagine si direbbero gli interpreti ideali per il ruolo di concorrenti. Questi si sfidano lungo le piste scoscese e ricche di dossi, trampolini e vie alternative. Con una peculiarità: le strade secondarie si sviluppano in verticale sulle pareti, a dispetto della forza di gravità. Le gare seguono un andamento consueto, già proposto più volte da altri esponenti del medesimo genere: il turbo é una presenza costante quanto l'acceleratore, mentre il freno va considerato implicitamente vietato. Quando si spicca il volo su una rampa, ci si può esibire in acrobazie degne dei famosi bikers sulle moto da cross (sebbene, inutile specificarlo, un mezzo tanto pesante non dovrebbe avere niente a che vedere con la manovrabilità di una moto). E basta così, senza preoccuparsi di ulteriori complicazioni come ad esempio i guasti, la tenuta in curva, la natura del fondo stradale ecc... In sintesi una formula spiccatamente arcade, che dunque fa dell'immediatezza il suo maggior pregio.
Ma basta un'occhiata a Monster 4x4 per rimanere davvero perplessi. Totalmente conforme alle meccaniche dettate da chi é venuto prima di lui, il gioco risulta privo di una propria anima, una personalità che permetta di distinguerlo nella massa dei racing game odierni. Infatti, a parte forse qualche piccolo spunto (le citate digressioni sui muri), non vi si scorge nulla di originale. Ogni singolo elemento contribuisce a gonfiare l'opprimente cappa di déjà-vu che grava sulla corsa. Questa forma di anonimato, pur sgradevole, non costituisce tuttavia il problema più serio di Monster 4x4. Il triste primato spetta alla realizzazione assolutamente mediocre, che annega qualsiasi speranza residua. Lo scorrimento lento delle gare ne é diretta conseguenza. Sfide piatte, prive di acuti e con un fastidioso effetto elastico, dove latitano la velocità e la cattiveria indispensabili a salvare la competizione dalla noia. Magagne grossolane come compenetrazioni o cali di frame-rate emergono impietosamente, a peggiorare la situazione: in qualche caso (come per l'indicatore di posizione, incapace di stabilire l'ordine esatto dei piloti) i bug sfiorano il ridicolo.
La manciata di trucks selezionabili non evidenzia differenze significative, se non nell'aspetto, e così l'esiguo numero di circuiti, nonostante il paesaggio vari radicalmente fra un'ambientazione e l'altra, nel tentativo (fittizio) di aumentare l'offerta. Il sistema di controllo prevede l'utilizzo del solo Wiimote impugnato in orizzontale, che con l'aggiunta dell'apposito ammennicolo di plastica si trasforma nel Wii Wheel, o "volante" (le virgolette sono d'obbligo). Palese osservare che, inclinando il pad a destra o sinistra, lo sterzo si muova nella corrispondente direzione, mentre i restanti comandi sono affidati ai tasti. La risposta, al solito, non é prontissima, ma qui non se ne sente eccessivamente il bisogno; con l'importante eccezione delle acrobazie.
Esse si effettuano roteando il Mote: già doverle eseguire, a prescindere dal come le si faccia, basta per provare una sensazione penosa. Se poi si sommano il ritardo e l'imprecisione dell'input, che spesso pregiudicano l'atterraggio (e quindi la prestazione generale), si ottiene qualcosa di prossimo ad un supplizio. In un contesto tanto desolante, suona ironica l'aggiunta di un pulsante atto a riposizionare automaticamente il veicolo (ribaltato) al centro della pista. Chi volesse ripiegare su un metodo di controllo più tradizionale, ossia servirsi dell'analogico per girare, può abbinare il Nunchuck allo Wiimote: beninteso, anche con questa seconda configurazione non si scampa alla tortura delle acrobazie.
La modalità singleplayer si compone di una cinquantina di eventi, a loro volta suddivisi in sette categorie. La Gara, sulla distanza di tre giri, con nove trucks avversari. Il Grand Prix o, più prosaicamente, tre gare di fila. Sfida contro il tempo, cioé un giro a cronometro. FreeStyle, ossia eseguire una combo di evoluzioni in rapida successione (ricorda la Sfida Coni di Project Gotham). Sopravvissuto, in cui ad intervalli regolari viene eliminato l'ultimo del gruppo, finché non ne rimane solo uno (chi ha detto l'Eliminatore di Burnout?). Sfasciacarrozze, sostanzialmente distruggere auto andandogli addosso (vedi parentesi precedente). E per ultimo Maestro d'armi, l'unica degna di nota. Qui il percorso é disseminato di barili esplosivi che, se urtati, vengono lanciati (ve ne sono di tre colori, corrispondenti a tre tecniche di lancio diverse). Lo scopo consiste nel mietere la maggior quantità di vittime possibile, assestando colpi ben mirati. Dall'elenco si evince come la carenza di originalità si ripercuota pure sulle categorie del singleplayer, sebbene si intraveda almeno un minimo sforzo creativo.
Il multiplayer in split-screen non poteva mancare... Ma é monco. Perché i Trucks alla partenza si riducono a quattro e sono state escluse certe categorie (in un impeto di autolesionismo, poiché a farne le spese c'é proprio il Maestro d'armi, probabilmente la sola voce che aspirasse a suscitare interesse). Comunque, invitare un amico a condividere Monster 4x4 non dimostra cortesia, per usare un eufemismo: la sua immediatezza consentirà anche al neofita di mettersi subito al volante senza patemi, ma la sua bruttezza lo indurrà a mollare quello stesso volante disgustato, con la stessa celerità. Il comparto tecnico é l'ennesima espressione della lamentata realizzazione mediocre. Assodato che non occorra scomodare il redivivo Gran Turismo 5 quale termine di paragone, sembra però difficile perfino riferirsi agli altri videogames su Wii (ad eccezione forse di quelli "infami"). Il livello grafico mostrato porta indietro gli standard visivi di almeno una generazione, ed esprime una preoccupante tendenza al risparmio e alla trascuratezza, insomma un deficit che anche un giocatore casuale coglierebbe al primo sguardo. Il sonoro col suo testardo rock metal perpetua un accostamento duro a morire (la gara "tosta" e, appunto, il metal) che, lungi dal discutere se sia azzeccato o meno, per l'occasione sbandiera una ingenua superficialità.
In conclusione, dopo aver vagliato attentamente Monster 4x4: Stunt Racer, per quanto ci si sia sforzati di cercare un lato positivo, l'opinione rimane identica a quella che era l'impressione iniziale. Ovvero che, da qualsiasi prospettiva lo si osservi, anche a considerare gli aspetti marginali (come il manuale d'istruzioni, ad esempio), non si riesce a trovare del buono. Semplicemente perché Monster 4x4 non ne ha, quasi non fosse propenso a divertire chi stringe fra le mani lo Wiimote.
Monster 4x4: Stunt Racer
4
Voto
Redazione
Monster 4x4: Stunt Racer
Così come si presenta, Monster 4x4: Stunt Racer sembra quasi un esercizio di stile. Al contrario però: la sua bruttezza é talmente sfacciata da apparire inverosimile, caricaturale, come se venisse ricercata volontariamente, non l'accidentale frutto di uno sviluppo disgraziato. Per lunghi tratti incarna il paradigma del videogame sbagliato, quello che non consigliereste neppure al peggior nemico. Ossia quello totalmente privo di originalità, approssimativo, sgradito all'occhio e all'orecchio. Quello che non diverte, mai. Si direbbe esercizio di stile in senso negativo perché, nell'ipotesi in cui ci si chieda come non andrebbe fatto un gioco, esso rappresenterebbe una delle risposte più convincenti.