Monster House
di
Andrea Cassetti
Tutti noi, nel periodo della nostra infanzia, abbiamo avuto timore di qualcosa. Chi della zia, chi delle interrogazioni, chi del buio e dei più misteriosi mostri creati dalla nostra fervida immaginazione. E tutti noi abbiamo anche avuto paura di addentrarci in quella particolare casa, magari a causa del suo tetro aspetto, attorno al quale abbiamo costruito fantasiosissimi quanto paurosi retroscena. Uno dei tanti film che hanno preso spunto dalle fantasie e dai timori infantili degli adolescenti è Monster House il quale, come ogni produzione cinematografica che si rispetti, si è anche aggiudicato la compagnia di un omonimo videogioco, che andiamo a recensire in questa pagina.
Il gioco, così come l'omonimo lungometraggio, narra le vicende di tre amici, DJ, Chowder e Jenny, che per molto tempo hanno tenuto d'occhio un loro inquietante vicino di casa, caratterizzato da comportamenti alquanto strani, tanto da attirare su di sé dicerie fantasiose da parte di tutto il paese. Ovviamente i nostri tre amici non potevano essere da meno e, tra una fantasticheria e l'altra, sono arrivati alla conclusione che fosse un mostro. Tuttavia la realtà, come spesso accade, smentisce spesso le fantasiose dicerie: il vegliardo non è affatto un mostro. Il mostro è la sua casa...
Casa famelica
Tutto ciò diventa evidente quando essa, di punto in bianco, afferra a mezzo dei suoi suppellettili una volante della polizia parcheggiata nel suo giardino, ingoiandola con tanto di poliziotti e bambini in essa rinchiusi. È qui che comincia l'avventura, con i tre nostri protagonisti separati in zone differenti della casa, intenti a sopravvivere ai temibili mostri che infestano la casa, il suo terribile arredamento! I principali nemici del gioco, infatti, assumeranno l'aspetto di libri volanti, mobili famelici, sedie, tv, caldaie, ferri da stiro, canne fumarie, piante, tavole del pavimento, tappeti e quanto altro si può trovare in una comune casa. Ovviamente avrete a disposizione armi adeguate per contrastarli, personalizzate a seconda del bambino che le maneggia: DJ avrà a disposizione un fucile ad acqua a getto continuo e un'arma secondaria rappresentata dal flash di una fotocamera, Chowder invece se la dovrà vedere con una sorta di fucile a pompa (sempre a base d'acqua) e gavettoni, mentre Jenny potrà contare su una pistola a raffica e un'utilissima fionda, particolarmente efficace contro le serrature bloccate. Per quanto tutto ciò posso suonare ridicolo a chi non ha visto il film, va detto che l'atmosfera è ben ricreata, a mezzo dell'imprevedibilità con cui compaiono i mostri: la maggior parte dei sopraccitati nemici sembreranno comunissimi elementi dell'arredamento finché non ci passerete vicino, istante in cui si animeranno improvvisamente con l'intento di attaccarvi.
Peccato solo per la totale illimitatezza delle munizioni (l'acqua): l'unico fattore che vi impedirà di sparare a raffica continuamente è la pressurizzazione delle vostre armi giocattolo, a cui dovrete pensare di tanto in tanto.
AI assente
Ciò che tuttavia fa decadere le buone impressioni finora scaturite è l'elemento chiave del gioco, i combattimenti. I mostri, infatti, sono quasi totalmente sprovvisti di AI: provate ad aspettare la classica orda di mobilia da dietro a un restringimento e li vedrete procedere in fila indiana, così da rendervi la vita facile nella loro eliminazione. L'unica tattica degna di tal nome che cercheranno di attuare è l'accerchiamento, evidenziando un altro dei difetti di questo titolo: il sistema di puntamento. Il mirino, infatti, non è il massimo in termini di affidabilità e di tanto in tanto ignorerà i mostri più vicini (leggasi i più pericolosi) rendendo i combattimenti un tantino frustranti.
A tutto ciò va aggiunto un altro grave difetto: le ambientazioni. Premesso che si tratta perlopiù di belle scenografie, piuttosto curate, ricche di dettagli e di effetti luminosi, va detto che tuttavia si possono contare poche stanze, le quali saranno percorse più volte dai nostri amici (tutti e tre transiteranno almeno una volta dalle medesime stanze, a volte anche nell'arco di pochi minuti). È vero che si tratta di una casa (e quindi i confini sono piuttosto limitati), ma un minimo di varietà in più avrebbe certamente giovato.
Continuando con il reparto grafico, vanno segnalate un paio di altre pecche: l'effetto ad occhio di pesce della visuale e l'incoerenza delle ombre dinamiche, che comunque non scalfiscono un lavoro tutto sommato buono.
Nemmeno il sonoro riesce a convincere appieno: a parte i buoni effetti audio, con il sapiente utilizzo dell'effetto stereo per aiutare a localizzare la direzione da cui provengono i mostri (come insegnato dal primo Silent Hill), le voci dei protagonisti, seppur prestate dagli stessi doppiatori del film, sono noiose e spesso inopportune, con quei "che cosa succede?" e "mammaaa" che vengono più e più volte ripetuti, anche nei momenti in cui sarebbe più opportuna la cavalcata delle valchirie.
Verdetto
L'impressione finale che si ha da questo Monster House è quella di un titolo discreto, caratterizzato da semplicissimi rebus (del tipo trova la chiave, posiziona là quell'oggetto, sposta la cassa) e che sfrutta decentemente l'omonimo film, del quale ripropone in chiave videoludica tutti i momenti salienti. La scarsa reperibilità dei checkpoint (in questo caso rappresentati dai bagni della casa, dove potrete tranquillamente riprendere fiato), la presenza di alcuni boss di fine livello e le improvvise apparizioni di mostri (contro cui potrete reagire solo scappando, premendo il pulsante giusto al momento opportuno) sono fattori che contribuiscono a mantenere alta la tensione. Peccato per i già citati difetti che gli impediscono di rivaleggiare ad armi pari in un mercato particolarmente competitivo, quello dei survival horror, che ha letteralmente viziato i suoi utenti. Si tratta comunque di un titolo discreto, adatto agli appassionati del genere che vogliono passare una piacevole serata (il gioco si finisce in poco più di 4 ore) con qualcosa di diverso dai soliti agglomerati di zombie. Il gioco bidimensionale Sei Morto (che si intravede nel film) è un piacevole diversivo, ma nulla più.
Il gioco, così come l'omonimo lungometraggio, narra le vicende di tre amici, DJ, Chowder e Jenny, che per molto tempo hanno tenuto d'occhio un loro inquietante vicino di casa, caratterizzato da comportamenti alquanto strani, tanto da attirare su di sé dicerie fantasiose da parte di tutto il paese. Ovviamente i nostri tre amici non potevano essere da meno e, tra una fantasticheria e l'altra, sono arrivati alla conclusione che fosse un mostro. Tuttavia la realtà, come spesso accade, smentisce spesso le fantasiose dicerie: il vegliardo non è affatto un mostro. Il mostro è la sua casa...
Casa famelica
Tutto ciò diventa evidente quando essa, di punto in bianco, afferra a mezzo dei suoi suppellettili una volante della polizia parcheggiata nel suo giardino, ingoiandola con tanto di poliziotti e bambini in essa rinchiusi. È qui che comincia l'avventura, con i tre nostri protagonisti separati in zone differenti della casa, intenti a sopravvivere ai temibili mostri che infestano la casa, il suo terribile arredamento! I principali nemici del gioco, infatti, assumeranno l'aspetto di libri volanti, mobili famelici, sedie, tv, caldaie, ferri da stiro, canne fumarie, piante, tavole del pavimento, tappeti e quanto altro si può trovare in una comune casa. Ovviamente avrete a disposizione armi adeguate per contrastarli, personalizzate a seconda del bambino che le maneggia: DJ avrà a disposizione un fucile ad acqua a getto continuo e un'arma secondaria rappresentata dal flash di una fotocamera, Chowder invece se la dovrà vedere con una sorta di fucile a pompa (sempre a base d'acqua) e gavettoni, mentre Jenny potrà contare su una pistola a raffica e un'utilissima fionda, particolarmente efficace contro le serrature bloccate. Per quanto tutto ciò posso suonare ridicolo a chi non ha visto il film, va detto che l'atmosfera è ben ricreata, a mezzo dell'imprevedibilità con cui compaiono i mostri: la maggior parte dei sopraccitati nemici sembreranno comunissimi elementi dell'arredamento finché non ci passerete vicino, istante in cui si animeranno improvvisamente con l'intento di attaccarvi.
Peccato solo per la totale illimitatezza delle munizioni (l'acqua): l'unico fattore che vi impedirà di sparare a raffica continuamente è la pressurizzazione delle vostre armi giocattolo, a cui dovrete pensare di tanto in tanto.
AI assente
Ciò che tuttavia fa decadere le buone impressioni finora scaturite è l'elemento chiave del gioco, i combattimenti. I mostri, infatti, sono quasi totalmente sprovvisti di AI: provate ad aspettare la classica orda di mobilia da dietro a un restringimento e li vedrete procedere in fila indiana, così da rendervi la vita facile nella loro eliminazione. L'unica tattica degna di tal nome che cercheranno di attuare è l'accerchiamento, evidenziando un altro dei difetti di questo titolo: il sistema di puntamento. Il mirino, infatti, non è il massimo in termini di affidabilità e di tanto in tanto ignorerà i mostri più vicini (leggasi i più pericolosi) rendendo i combattimenti un tantino frustranti.
A tutto ciò va aggiunto un altro grave difetto: le ambientazioni. Premesso che si tratta perlopiù di belle scenografie, piuttosto curate, ricche di dettagli e di effetti luminosi, va detto che tuttavia si possono contare poche stanze, le quali saranno percorse più volte dai nostri amici (tutti e tre transiteranno almeno una volta dalle medesime stanze, a volte anche nell'arco di pochi minuti). È vero che si tratta di una casa (e quindi i confini sono piuttosto limitati), ma un minimo di varietà in più avrebbe certamente giovato.
Continuando con il reparto grafico, vanno segnalate un paio di altre pecche: l'effetto ad occhio di pesce della visuale e l'incoerenza delle ombre dinamiche, che comunque non scalfiscono un lavoro tutto sommato buono.
Nemmeno il sonoro riesce a convincere appieno: a parte i buoni effetti audio, con il sapiente utilizzo dell'effetto stereo per aiutare a localizzare la direzione da cui provengono i mostri (come insegnato dal primo Silent Hill), le voci dei protagonisti, seppur prestate dagli stessi doppiatori del film, sono noiose e spesso inopportune, con quei "che cosa succede?" e "mammaaa" che vengono più e più volte ripetuti, anche nei momenti in cui sarebbe più opportuna la cavalcata delle valchirie.
Verdetto
L'impressione finale che si ha da questo Monster House è quella di un titolo discreto, caratterizzato da semplicissimi rebus (del tipo trova la chiave, posiziona là quell'oggetto, sposta la cassa) e che sfrutta decentemente l'omonimo film, del quale ripropone in chiave videoludica tutti i momenti salienti. La scarsa reperibilità dei checkpoint (in questo caso rappresentati dai bagni della casa, dove potrete tranquillamente riprendere fiato), la presenza di alcuni boss di fine livello e le improvvise apparizioni di mostri (contro cui potrete reagire solo scappando, premendo il pulsante giusto al momento opportuno) sono fattori che contribuiscono a mantenere alta la tensione. Peccato per i già citati difetti che gli impediscono di rivaleggiare ad armi pari in un mercato particolarmente competitivo, quello dei survival horror, che ha letteralmente viziato i suoi utenti. Si tratta comunque di un titolo discreto, adatto agli appassionati del genere che vogliono passare una piacevole serata (il gioco si finisce in poco più di 4 ore) con qualcosa di diverso dai soliti agglomerati di zombie. Il gioco bidimensionale Sei Morto (che si intravede nel film) è un piacevole diversivo, ma nulla più.
Monster House
6.5
Voto
Redazione
Monster House
Quello dei survival horror è uno dei generi più ben forniti, tanto da aver realmente viziato i suoi utenti. In mezzo a una così abbondante varietà di titoli di qualità si inserisce questo Monster House, che prende spunto dall'omonimo lungometraggio, che tuttavia non riesce a spiccare a causa della sua mediocrità. A fronte di una buona ricostruzione dell'atmosfera e di una discreta realizzazione tecnica, il gioco pecca infatti nella fase dei combattimenti (il cuore) e in alcuni dettagli. Si tratta, quindi, della classica occasione perduta.