Monster Hunter Stories Collection: una recensione per due avventure!
Monster Hunter Stories e Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin tornano in queste remastered che ci portano nel mondo del famoso franchise Capcom!
Il ritorno dei nostri amici mostri!
Monster Hunter è uno di quei marchi nobili appartenenti alla scuderia Capcom e oggi ci troviamo qui per la recensione di Monster Hunter Stories Collection, raccolta delle edizioni rimasterizzate di Monster Hunter Stories, uscito su Nintendo 3DS nel 2016 e Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, arrivato quattro anni fa su Nintendo Switch. Come probabilmente già saprete, siamo davanti a una serie spin-off dedicata (ma non solo) a un pubblico giovane dove viene rivisitato il concetto base della saga. Storicamente quando parliamo di Monster Hunter pensiamo a un mondo dove impersoniamo dei cacciatori che da soli o in gruppo vivono in una costante contrapposizione con i mostri, esseri dalle svariate misure e fattezze (con una chiara ispirazione ai dinosauri) che vivono in un vero e proprio ecosistema.
Sta ai cacciatori sconfiggerli per procurarsi materie prime da lavorare o per fermare gli esemplari più aggressivi che minacciano l'incolumità dei villaggi. Insomma, che tutto sia basato sul dualismo tra cacciatori e mostri, è indubbio, ma proprio il primo Monster Hunter Stories ha provato a dare un nuovo punto di vista, mettendoci nei panni di un giovane rider di un villaggio dove i mostri non sono solo nemici, ma anche fedeli compagni su cui poter contare, a patto di trovare un uovo e farlo schiudere, in modo da dare un imprinting al cucciolo e addestrarlo a vivere con gli umani. Certo, questa filosofia è accettata solo da alcuni villaggi, mentre gli altri continuano a vedere i mostri come pericolosissime preee, ma tanto basta per regalarci uno spunto capace di mischiare le carte in tavola e rendere ancora più interessante il già fascinoso mondo del gioco Capcom.
Partiamo dal concetto che l'uscita di questa raccolta, per quanto arricchita in fase di doppiaggio e con una modalità “Museo” dedicata a musiche e artwork, rimane indirizzata a chi vuole vivere per la prima volta queste due esperienze, mentre difficilmente riuscirà a intrigare chi ha già giocato i titoli originali. Entrambi i Monster Hunter Stories pongono l'accento sulla fase narrativa, che si attesta su livelli sufficienti per quanto mantenga toni decisamente “teen” e abbia colpi di scena e scelte di trama abbastanza prevedibili. In entrambi i casi dovremo creare il nostro personaggio grazie a un semplice editor e iniziare da un piccolo villaggio la nostra storia, cercando sia di diventare un grande rider, sia di porre fine a una minaccia che sta mettendo in pericolo il mondo. Naturalmente ci sono dei legami tra una storia e l’altra, ma va detto che oggi come ieri entrambi i giochi possono essere goduti singolarmente senza particolari problemi.
Se nella serie originale abbiamo imparato a essere cacciatori sfruttando un gameplay action cooperativo, adesso saremo si cacciatori, ma al nostro fianco potremo avere un mostro (monstie) come compagno da scegliere tra tutti quelli nati dalle uova che troveremo durante le nostre esplorazioni. Lo stesso gameplay abbandona il combattimento in tempo reale e preferisce quello a turni in stile JRPG, dove avremo un buon set di opzioni a nostra disposizione per farci valere sui mostri che ci si pareranno davanti. Oltre al classico mix di oggetti e abilità potremo scegliere se utilizzare un attacco forte, veloce o tecnico e in base a quello che ci scaglierà l’avversario (sempre se starà puntando noi e non chi sarà al nostro fianco) assisteremo a uno scontro simile al “triangolo” di Fire Emblem: la forza batte la tecnica, la tecnica batte la velocità e la velocità batte la forza. Con un po’ di esperienza e osservando la schermata di combattimento potremo anticipare le mosse avversarie e prendere un buon vantaggio, anche se i valori base dei contendenti avranno sempre un certo peso sui danni inflitti.
In groppa al mio amico velocidrome
Il combat system è molto più ricco di quello che si possa pensare e offre diverse variazioni sul tema che impareremo durante le nostre missioni e che varranno per entrambi gli episodi. Potremo portare uno dei nostri mostri in battaglia (intercambiabili in qualsiasi momento da una squadra che sceglieremo) e se sia noi che il nostro monstie attaccheremo un avversario con lo stesso colpo, a patto che sia quello in vantaggio rispetto al nemico, daremo vita a un attacco potentissimo. Inoltre dovremo sempre tenere sotto controllo il legame tra noi e il mostro, che crescerà in base all’efficacia delle nostre azioni e una volta riempito l’apposito indicatore potremo salirvi in groppa e colpire ancora più duro, potendo anche sfruttare colpi speciali che, con l’aumentare del legame, saranno sempre più efficaci. Le battagle offrono un livello di sfida adeguato e dedicandosi a un minimo di grinding si riesce a proseguire nella trama senza particolari patemi, ricordandosi sempre della possibilità di cambiare mostro in base alle necessità. Queste riguardano anche l’esplorazione, visto che cavalcando i nostri compagni non solo ci muoveremo più rapidamente, ma potremo sfruttarne le specifiche, come saltare, arrampicarsi e via dicendo, per raggiungere zone della mappa altrimenti inaccessibili.
Facile capire quanto sia importante entrare nelle tane dei mostri per riuscire a rubarne le uova, così da portarle alla propria base e farle schiudere. Le uova non sono tutte uguali, ma in base a peso e odore conterranno mostri più o meno potenti. Starà a noi, con l’aiuto del fedele feline (la razza di gatti antropomorfi mascotte di Monster Hunter), provare a sceglierne il migliore per ampliare il nostro allevamento. Rimangono le meccaniche di crafting che richiedono una continua ricerca di oggetti e ingredienti reperibili durante l’esplorazione o sconfiggendo i mostri. In cima alla piramide del crafting troviamo l’ampliamento del nostro equipaggiamento, ma per convincere un artigiano a costruire o a migliorare armi e armature non basteranno oggetti e gentilezza, ma anche una discreta mole di denaro. Il modo migliore per riempire il proprio borsellino è quello di dedicarsi alle missioni secondarie che andranno dal reperire specifici materiali al mettere fuori combattimento pericolosi mostri. L’anima di Monster Hunter rimane saldamente presente nei due Stories e se avete familiarità con la saga vi troverete a vostro agio, a prescindere dal fatto che il combattimento sia a turni.
Monster Hunter Stories e Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin hanno tantissimi punti d’incontro e dopo aver preso confidenza con il primo non si fa assolutamente fatica a giocare il secondo che, oltre a portare avanti una nuova trama, ricalca le meccaniche del predecessore andandone a limare e migliorare svariati elementi, a partire dalla scelta delle uova che ha guadagnato di precisione. Tutto poi è stato raffinato, dai menù allo stile che passa da un quasi super deformed a fattezze più realistiche, per quanto sempre in declinazione cartoon. L’operazione di rimasterizzazione è ovviamente più visibile nel primo episodio rispetto al secondo e punta a un miglioramento visivo e a un frame rate costante (a occhi, diremmo 30 FPS), con l’aggiunta del doppiaggio sia in inglese che in giapponese, mentre tutti i testi sono tradotti in italiano. Si fa un po’ fatica a capire il motivo per cui l’operazione di recupero sia stata creata su una base tecnica della scorsa generazione, lasciando un ampio margine di miglioramente che avrebbe portato lavorare su PS5, ma rimane il fatto che a questa maniera si è privilegiato il pubblico Switch e il sempre ampio bacino d’utenza rimasto legato a PlayStation 4.
Monster Hunter Collection è un pacchetto ben confezionato, per quanto uno dei titoli contenuti sia relativamente nuovo e per quanto non porti reali punti d’interesse a chi ha già giocato la saga, potrebbe intrigare chi non aveva potuto giocare il primo su Nintendo 3DS e voglia ora avvicinarsi a questo spin-off. Non siamo davanti a due capolavori, ma stiamo comunque parlando di due titoli solidi, capaci di regalare decine di ore di gioco in un'ambientazione che dona spensieratezza alla affascinante lore di Monster Hunter. Da non perdere per chi vuole fronteggiare gli iconici mostri targati Capcom sfruttando un differente punto di vista.