Mortal Kombat 9

di Bizio Cirillo
Retrò é meglio?
La più importante novità di Mortal Kombat per quanto concerne il combat system é la quasi totale assenza di novità. Si, avete capito bene. Anche in questo caso, il team NetherRealm ha infatti optato per non stravolgere un sistema di controllo collaudato, limitandosi piuttosto ad integrare alcune interessanti varianti al tema. Non a caso, per quanti hanno masticato pane e Mortal Kombat dagli albori, questo gioco risulterà piuttosto familiare. Il combattimento si sviluppa infatti unicamente su un singolo piano (niente arene multilivello dunque), e la presenza dei fondali 3D assume una semplice connotazione decorativa di fronte alla scelta di sviluppare l'intero scontro lungo le classiche due direzioni.



Nello specifico, i movimenti lungo i due assi vengono gestiti dallo stick (o in alternativa il controllo a crocetta) di sinistra, mentre i quattro principali pulsanti sono deputati alla gestione sia dei colpi standard (pugni e calci veloci, pugni e calci potenti) che delle combo più semplici. Ai pulsanti dorsali é invece affidato il compito di gestire sia la parata che il cambio piede (un cambio di posizione utile per attivare sia alcuni attacchi che le relative contromosse) e le proiezioni, mentre tramite la combinazione dei tasti di azione con quello direzionale, é possibile attivare sia le super combo che le fatality di fine stage. Relativamente alle super-combo, va detto che per la prima volta fa la sua comparsa una seconda barra dell'energia (che si caricherà in funzione sia dei colpi ricevuti che di quelli andati a segno) deputata unicamente all'esecuzione di alcuni attacchi speciali (in caso di caricamento parziale) e soprattutto delle X-Ray. In questo caso specifico, con la barra dell'energia al massimo e la pressione contemporanea dei due grilletti inferiori (combinazione uguale per tutti i lottatori), sarà infatti possibile attivare una vera e propria combo spaccaossa, che sottolineerà le terribili mutilazioni a cui il malcapitato avversario sarà soggetto, attraverso un splendido quanto suggestivo effetto a raggi X.

Che Mortal Kombat sarebbe senza fatality?
Non le avevamo certo dimenticate, ma ci pareva doveroso aprire un capitolo a parte. Considerato il vero marchio di fabbrica della saga, la fatality aveva perso gran parte del suo significato. Fra proteste, cambi in corsa e smussature di varia natura, la mossa più cruenta dell'intera storia dei videogames aveva infatti finito col diventare una pallidissima copia di quella che al contrario faceva impallidire anche i più forti di stomaco. Con il ritorno della saga alle origini ed il conseguente innalzamento del tasso di violenza, ecco che la Fatality torna a recitare il ruolo di primissimo piano che gli compete, con il fattore “gore” finalmente riportato a livelli di eccellenza mai vista prima. I nostalgici della serie, saranno inoltre contenti di sapere che non mancheranno le classiche fatality alternative “di livello”, così come le “mosse tenerone” alternative alle fatality, ovvero le irriverenti babality.



Una gioia per gli occhi
Dal punto di vista tecnico, la versione finale di Mortal Kombat non fa altro che confermare le buone impressioni emerse già in sede di preview. Il gioco risulta infatti fluido, decisamente veloce e piuttosto curato sia per quanto concerne la varietà delle location che per le scelte cromatiche in senso più generale, con particolare riguardo per tutti ed i 26 personaggi (a cui si sommeranno altri due lottatori via DLC) inseriti nel gioco. A tal proposito, la modellazione poligonale di ogni singolo lottatore risulta curata in ogni suo aspetto e riesce nell'intento di donare a ciascuno di loro un'identità ben distinta e riconoscibile, mentre la presenza di un numero di animazioni sicuramente apprezzabile, ha il merito di caratterizzare alla perfezione le diverse tecniche di combattimento dei vari lottatori.
Relativamente al gameplay, appare ottima la scelta sia di tornare al classico combattimento bidimensionale che di implementare un sistema alternativo come quella della barra extra, capace se non altro di incidere in maniera significativa sull'esito stesso di ciascuno scontro. Per quanto concerne invece il sistema di controllo, da segnalare l'ottima risposta dei diversi tasti di azione (anche se paradossalmente nell'esecuzione di alcune combo l'uso del controllo a crocetta si fa preferire al classico stick analogico) , mentre sul fronte audio più di un dubbio emerge sulla qualità altalenante dei dialoghi localizzati nella nostra lingua.

Kratos o non Kratos?
Doveva essere la più grande novità della versione Playstation 3 del gioco, ed effettivamente grande novità é stata. Tuttavia i cultori di Mortal Kombat potrebbero non apprezzare la presenza di un personaggio tutto sommato fuori contesto, persino incapace (in questa occasione) di gestire un combattimento senza l'uso di armi che poco hanno a che fare con lo spirito del gioco. Va inoltre aggiunto che Kratos potrà essere utilizzato solo in alcune delle modalità presenti in Mortal Kombat, motivo più che valido, a parer nostro, per ritenere la presenza del Figlio di Zeus poco più di un semplice vezzo.

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