Mortal Kombat Advance
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Se facciamo un passo indietro con la memoria, ai primi anni 90, per la precisione, non possiamo non ricordarci di un picchiaduro bidimensionale, apparso prima nelle Sale giochi poco dopo nelle sue incarnazioni su Mega Drive e Super Nintendo, le console 16 Bit che ai tempi divertivano gli appassionati videogiocatori. Questo gioco altri non era proprio Mortal Kombat, che provava a contrastare l'egemonia del prodotto di casa Capcom, quello Street Fighter che seppe conquistare una grossissima fetta di pubblico; in questo intento riuscì piuttosto brillantemente, opponendo alle armi dell'avversario un approccio decisamente originale al genere. Infatti ciò per cui ancora oggi viene ricordato il titolo, che diede inizio ad una vera e propria saga che continua oggi con l'ennesima incarnazione sul portatile di casa Nintendo, fu l'estrema violenza dei contenuti: non solo era possibile vedere il sangue dei protagonisti schizzare per lo schermo, ma si poteva porre fine al combattimento utilizzando delle particolari mosse, denominate "fatality", che uccidevano letteralmente il protagonista nelle maniere più disparate. Teste recise di netto dal resto del corpo, personaggi bruciati o buttati giù da un dirupio e così via, per intenderci. La fortuna della serie fu che quanto più una fatality era violenta, tanto più il responso del pubblico era positivo: alla Midway, la Software House responsabile di quello che potremmo definire tranquillamente come uno dei primi giochi "politicamente scorretti", capirono perfettamente il punto, e ciò che fecero durante la programmazione dei 4 titoli che seguirono al gioco originale, fu puntare proprio su questo aspetto. Alle Fatality si aggiunsero quindi anche le "Animality", mosse con le quali il personaggio vincente si trasformava in un animale ed in questa forma uccideva l'avversario, e le "Babality", dove lo sconfitto veniva trasformato in un neonato a mò di scherno. Per comprendere meglio il fenomeno che Mortal Kombat generò, vi basti sapere che persino Hollywood si dimostrò interessata al gioco, producendo un Film, di discreta fattura, ispirato al gioco.
Finita questa lunga e necessaria introduzione, fatta per comprendere meglio le caratteristiche del gioco che ci troviamo di fronte, è arrivato il momento di concentrarci sulla versione a nostra disposizione, quella per il Gameboy Advance.
Il titolo in questione altro non è che un porting di Mortal Kombat Trilogy, già apparso precedentemente sulla Playstation e sul Nintendo 64.
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