Mortal Kombat Advance

di Redazione Gamesurf

Tutti i combattenti sono stati mantenuti: Kano, Jax, Scoprion e molti altri sono di nuovo pronti a stupire e divertire i giocatori con le loro terribili mosse e la loro crudeltà: anche per quanto riguarda l'aspetto grafico il discorso è simile, in quanto è veramente difficile trovare delle differenze tra questa versione e quella del Super Nintendo di qualche anno fa, a conferma delle ottime potenzialità del GBA, che può tranquillamente gestire software una volta destinato alle console a 16 Bit. Tuttavia, se dobbiamo sottolineare come la parte grafica sia stata riprodotta in maniera assolutamente fedele, vale la pena di sottolineare come non si possa fare lo stesso discorso per le animazioni del gioco, poiché spesso ci si trova di fronti a notevoli rallentamenti. Ciò potrebbe, volendo, non essere un grosso difetto per qualche tipo di gioco, ma in questo caso a farne le spese è la giocabilità stessa del titolo, da sempre basata sulla velocità di esecuzione e sulla rapidità dei combattimenti, meno tattici rispetto alla saga di Super Streer Fighter ma non per questo meno divertenti.
A peggiorare le cose, questi rallentamenti influiscono anche la messa in pratica delle combinazioni dei tasti che attivano le supermosse o le "Fatality" stesse, procurando non poca frustrazione per il giocatore. Questo non può che rappresentare un grossissimo difetto per il gioco, considerato che il porting è fatto su un titolo che ha quasi cinque anni di vita e che nessun personaggio è stato aggiunto, né nessuna mossa cambiata o variata in parte. Ciò è spiegabile solo considerando che ad occuparsi della conversione non è stato Ed Boone, il creatore della saga, ma un gruppo minore; a farne le spese è senz'altro il giocatore, che dopo aver sperato di poter ritrovare il piacere di giocare a Mortal Kombat su un portatile viene riportato alla realtà da una lacunosa programmazione.
Per ciò che concerne i controlli del gioco, i programmatori hanno deciso di semplificare il tutto anche per problemi logici: infatti ogni versione di Mortal Kombat richiedeva l'utilizzo di ben sei bottoni diversi, ma il Game Boy Advance ne ha a disposizione solamente quattro: perciò mentre lo stick digitale è deputato al controllo dei movimenti del personaggio, i tasti di attacco sono solamente A e B; per correre si preme L e per bloccare R.
Il risultato di tale forzatura è un po' il contrario di quanto previsto, in quanto invece di semplificare si è complicato il sistema di controllo.
Tuttavia, a fronte di questi difetti che in qualche maniera minano la giocabilità del titolo, non si può non affermare che il gioco sia ancora divertente nonostante gli anni passino e la strada più battuta dagli ultimi titoli di questo genere sia quella tridimensionale. Possiamo parlare tranquillamente di grande gioco convertito non perfettamente, ed è questo il punto su cui ogni possibile acquirente deve porsi la domanda: vale la pena spendere 50 Euro per trovarsi di fronte ad un titolo di cinque anni fa convertito malamente su una console portatile di nuova generazione? La risposta, a nostro modo di vedere, potrebbe essere positiva solamente se non si è mai giocato a nessun gioco della serie, se si è appassionati di picchiaduro e non si ha la possibilità di provare un Mortal Kombat su nessun'altra console
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