Mortal Kombat Arcade Kollection
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Esploso nei primi anni '90, il fenomeno Mortal Kombat vide una rapida ascesa in pochi anni per poi trascinarsi stancamente fino ai giorni nostri: una parabola discendente che solo ora, dopo la dipartita della stessa Midway, si é risollevata grazie al riuscito reboot per Ps3 e 360. Ma andiamo con ordine: nato in sala giochi nel lontano 1992, Mortal Kombat era un singolare picchiaduro che utilizzava personaggi “digitalizzati” (ovvero interpretati da veri attori tradotti in pixel, in un'epoca in cui la grafica fotorealistica era molto rara) ed una violenza splatter talmente esasperata da attirare le attenzioni dei ragazzini, oltre a quella delle associazioni dei genitori. Poco importava se il gameplay fosse una sorta di Street Fighter molto semplificato e molto più povero sotto tutti gli aspetti: la grafica, la violenza e la possibilità di effettuare le famigerate “Fatality” (ovvero colpi di grazia decisamente truculenti) decretarono il successo del gioco, che poi generò tutta una serie di conversioni, sequel (tra i quali spicca il secondo capitolo), fumetti e addirittura due film cinematografici ed una (scadente) serie televisiva.
L'iter della serie é stato piuttosto singolare, con i primi tre capitoli strettamente bidimensionali ed un passaggio repentino al 3D in Mortal Kombat 4, titolo che segnò anche la fine dell'estetica fotorealistica per abbracciare invece i poligoni. Da lì si é passati al capitolo 5 sui 128bit, che introduceva diversi stili di combattimento, ed ai successivi Deception, Armageddon e al recente MK vs DC Universe su piattaforme nextgen, vero canto del cigno di Midway assieme al divertente Wheelman. Ma veniamo a noi: Mortal Kombat Arcade Kollection é una compliation disponibile su Live Arcade (e PSN a breve) che contiene i primi titoli della serie, ovvero Mortal Kombat, MK2 (probabilmente il migliore della saga) e Ultimate MK3, versione ampliata del terzo coin-op.
Non ci addentreremo sulla qualità dei singoli giochi, visto che sono piuttosto noti a qualsiasi videogiocatore degno di questo nome, ci limiteremo solo a dire che si tratta di tre picchiaduro bisimensionali con personaggi fotorealistici e molta violenza splatter/gore così esagerata da risultare quasi buffa. Nonostante infatti i tre giochi facciano perno sull'atmosfera cupa e horror, l'apice della serie si é proprio raggiunto con il secondo capitolo, che non solo ottimizzava il combat system ed aumentava il numero di lottatori, mosse e fatality, ma introduceva anche un certo umorismo demenziale che andava a stemperare l'atmosfera eccessivamente seriosa del primo capitolo. Basti pensare alla fatality di Liu Kang in cui uccide il suo avversario facendogli piombare in testa un Coin Op dello stesso MK, o la presenza di buffe Babality e Frienship utili a schernire l'avversario senza ucciderlo. Cosa che forse degenerò nel terzo capitolo con l'aggiunta delle bizzarre Animality.
L'ultimo capitolo di Mortal Kombat, un reboot per le piattaforme nextgen pubblicato dalla Warner, abbandona le velleità tridimensionali alla Tekken o Virtua Fighter per tornare alle origini, alle basi gettate da questi primi tre capitoli della saga che fanno dell'immediatezza la loro bandiera. Ciò farebbe pensare che si tratta di picchiaduro eccellenti, ma in realtà rigiocati oggi mostrano particolarmente il fianco ad alcuni difetti già rilevabili all'epoca: i controlli sono generalmente legnosi, in particolare quelli del primo capitolo, la parata effettuata col tasto apposito risulta piuttosto scomoda (nei più validi Street Fighter si effettua invece indietreggiando durante un attacco nemico), e soprattutto l'IA degli avversari nell'arcade mode é decisamente discutibile. MK é un gioco che bara in maniera clamorosa prendendosi gioco dell'utente, ed originariamente questo avveniva proprio con lo scopo di scucire quanti più gettoni all'incauto avventore.
Meriti e demeriti dei giochi originali a parte, l'emulazione dei tre capitoli inclusi é piuttosto altalenante e poteva essere decisamente più curata; fortunatamente abbiamo alcuni filtri video atti a smussare la grafica (ma evitate il filtro “Arcade”: sono delle scanlines decisamente storte e mal applicate; vi consigliamo il filtro “Dipinto 1” che é una sorta di Ssai2x), però restano problemi come il tearing e la sincronizzazione audio non perfetta, difetti che magari il giocatore comune non nota ma che danno molto fastidio ai veri appassionati, e che potevano essere sistemati con poco sforzo. Inolttre il multiplayer online avrebbe potuto essere più curato, sia per quanto riguarda il netcode (a volte il lag si fa sentire troppo) che per quanto concerne l'accesso: se ad esempio stiamo giocando con un amico a UMK3 e vogliamo passare a MK2, bisogna per forza uscire e rientrare.
Ad ogni modo giocare in compagnia si rivela estremamente divertente, sia in locale che in rete, ed il fattore nostalgia torna prepotentemente a risvegliare neuroni sopiti da tempo: se all'epoca siete stati dei giocatori di MK certamente apprezzerete questa Kollection, anche se a conti fatti i giochi sono invecchiati maluccio sia audiovisivamente che quanto a gameplay.
L'iter della serie é stato piuttosto singolare, con i primi tre capitoli strettamente bidimensionali ed un passaggio repentino al 3D in Mortal Kombat 4, titolo che segnò anche la fine dell'estetica fotorealistica per abbracciare invece i poligoni. Da lì si é passati al capitolo 5 sui 128bit, che introduceva diversi stili di combattimento, ed ai successivi Deception, Armageddon e al recente MK vs DC Universe su piattaforme nextgen, vero canto del cigno di Midway assieme al divertente Wheelman. Ma veniamo a noi: Mortal Kombat Arcade Kollection é una compliation disponibile su Live Arcade (e PSN a breve) che contiene i primi titoli della serie, ovvero Mortal Kombat, MK2 (probabilmente il migliore della saga) e Ultimate MK3, versione ampliata del terzo coin-op.
Non ci addentreremo sulla qualità dei singoli giochi, visto che sono piuttosto noti a qualsiasi videogiocatore degno di questo nome, ci limiteremo solo a dire che si tratta di tre picchiaduro bisimensionali con personaggi fotorealistici e molta violenza splatter/gore così esagerata da risultare quasi buffa. Nonostante infatti i tre giochi facciano perno sull'atmosfera cupa e horror, l'apice della serie si é proprio raggiunto con il secondo capitolo, che non solo ottimizzava il combat system ed aumentava il numero di lottatori, mosse e fatality, ma introduceva anche un certo umorismo demenziale che andava a stemperare l'atmosfera eccessivamente seriosa del primo capitolo. Basti pensare alla fatality di Liu Kang in cui uccide il suo avversario facendogli piombare in testa un Coin Op dello stesso MK, o la presenza di buffe Babality e Frienship utili a schernire l'avversario senza ucciderlo. Cosa che forse degenerò nel terzo capitolo con l'aggiunta delle bizzarre Animality.
L'ultimo capitolo di Mortal Kombat, un reboot per le piattaforme nextgen pubblicato dalla Warner, abbandona le velleità tridimensionali alla Tekken o Virtua Fighter per tornare alle origini, alle basi gettate da questi primi tre capitoli della saga che fanno dell'immediatezza la loro bandiera. Ciò farebbe pensare che si tratta di picchiaduro eccellenti, ma in realtà rigiocati oggi mostrano particolarmente il fianco ad alcuni difetti già rilevabili all'epoca: i controlli sono generalmente legnosi, in particolare quelli del primo capitolo, la parata effettuata col tasto apposito risulta piuttosto scomoda (nei più validi Street Fighter si effettua invece indietreggiando durante un attacco nemico), e soprattutto l'IA degli avversari nell'arcade mode é decisamente discutibile. MK é un gioco che bara in maniera clamorosa prendendosi gioco dell'utente, ed originariamente questo avveniva proprio con lo scopo di scucire quanti più gettoni all'incauto avventore.
Meriti e demeriti dei giochi originali a parte, l'emulazione dei tre capitoli inclusi é piuttosto altalenante e poteva essere decisamente più curata; fortunatamente abbiamo alcuni filtri video atti a smussare la grafica (ma evitate il filtro “Arcade”: sono delle scanlines decisamente storte e mal applicate; vi consigliamo il filtro “Dipinto 1” che é una sorta di Ssai2x), però restano problemi come il tearing e la sincronizzazione audio non perfetta, difetti che magari il giocatore comune non nota ma che danno molto fastidio ai veri appassionati, e che potevano essere sistemati con poco sforzo. Inolttre il multiplayer online avrebbe potuto essere più curato, sia per quanto riguarda il netcode (a volte il lag si fa sentire troppo) che per quanto concerne l'accesso: se ad esempio stiamo giocando con un amico a UMK3 e vogliamo passare a MK2, bisogna per forza uscire e rientrare.
Ad ogni modo giocare in compagnia si rivela estremamente divertente, sia in locale che in rete, ed il fattore nostalgia torna prepotentemente a risvegliare neuroni sopiti da tempo: se all'epoca siete stati dei giocatori di MK certamente apprezzerete questa Kollection, anche se a conti fatti i giochi sono invecchiati maluccio sia audiovisivamente che quanto a gameplay.