Motocross Madness 2

Motocross Madness 2
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Certo, le 125 sono più scattanti e producono suoni molto più acuti, mentre le moto di grossa cilindrata danno il meglio nei rettilinei dove possono sfogare tutta la loro potenza, ma la cosa non é poi così evidente e non si notano differenze sostanziali nella guida dei vari mezzi. Certo, in un gioco arcade non é una pecca così grave e, inoltre, caratterizzare troppo i vari modelli poteva portare a scegliere sempre la moto più adatta ad un certo circuito, mentre così si possono utilizzare tutti senza che nessuno risulti inferiore ad altri
Motocross Madness 2
Visto cosa si può arrivare a fare? Chi ha detto che è un gioco pazzo?

Oltre alla scelta del mezzo é possibile configurare il tipo di gara scegliendo il numero dei partecipanti, oppure quello dei giri da compiere o il tempo limite. Una pecca da segnalare é sicuramente la lunghezza dei caricamenti, davvero eccessiva. Solo facendo l'installazione massima le cose migliorano un poco, ma sui computer meno potenti si può arrivare ad aspettare anche più di un minuto
Le modalità di gioco sono uno dei punti di forza di questo MM 2. Sono ben 6, tutte divertenti e varie tra loro. La prima e anche la più semplice é Baia, dove dovremmo gareggiare contro gli avversari attraverso lande piuttosto desolate e prive di grossi ostacoli e difficoltà, con il solo scopo di passare tutta una serie di traguardi seguendo solo un indicatore che mostrerà la direzione di ognuno di questi waypoint. Ideale per prendere confidenza con la moto, Baia stanca però quasi subito e si può dire che tra tutte é quella con meno spessore. Stunts, invece, é la riproposizione della modalità sicuramente più appassionante e innovativa del prequel. Si tratta di vagare per le varie ambientazioni, tutte ricche di dossi, sconnessioni e dislivelli vari, tentando di compiere le acrobazie più disparate. La cosa é piuttosto semplice: si cerca di raggiungere la massima velocità, si va verso il salto giusto e, mentre si é in volo, si fanno più acrobazie possibili prima di atterrare
La sostanza é assolutamente invariata rispetto al primo episodio, ma qui, come anche nelle altre modalità, la vera innovazione é rappresentata dagli elementi di contorno. Non più soltanto i deserti desolati di MM, qui ora ci sono costruzioni varie, vegetazione, altri mezzi di locomozione come macchine, autobus, aerei e treni che rendono se non altro l'esperienza più impegnativa e coinvolgente. Stunts comunque rimane sempre fantastica, oltre che comica. Vedere i voli chilometrici che si fanno e le acrobazie da circo, per poi magari schiantarsi goffamente al suolo é una grandiosa esperienza. Lo scopo sarebbe quello di fare più acrobazie possibili per ottenere punti, ma spesso ci si ferma a girovagare per gli ottimi livelli, tentando salti e virtuosismi impossibili e ammirando le disastrose cadute. In breve un senso di libertà che quasi mai si prova nei giochi di corse, in cui é sempre fondamentale correre a tutta per vincere
Motocross Madness 2
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Motocross Madness 2

Questo Motocross Madness 2 è una piacevole riconferma. E' sicuramente un gioco particolare e fuori dalle righe, ma questa sua stravaganza e particolarità sono il suo punto di forza. L'ottima realizzazione tecnica, la varietà delle modalità, la sensazione di libertà che infonde sono caratteristiche che lo rendono davvero un gran titolo. La longevità è buona, mentre la giocabilità è assolutamente perfetta e il grado di divertimento molto alto. La possibilità di compiere acrobazie assurde coinvolge fin da subito, mentre nelle gare vere e proprie è da notare come tutto sia sempre incerto, con i piloti della CPU che si danno battaglia con sorpassi e uscite di pista. La vittoria è sempre in bilico e si può perdere tutto all'ultima curva, oppure portare a termine grandiosi recuperi. Per una volta la simulazione è stata accantonata con ottimi risultati e questo pazzo mix arcade diverte alla grande. L'unica pecca è forse quella di essere troppo simile al predecessore, in quanto la meccanica di gioco è sempre la stessa. Ma tutto sommato le novità non sono poche e, di questi tempi, chiedere di più era davvero troppo.