MotoGP 07
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L'italianissima Milestone si sta facendo le ossa sulle console old-gen, in quanto a racing games sulle due ruote, con SBK 07 prima ed ora con questo MotoGP 07, sviluppato per conto di Capcom che ha acquistato i diritti ufficiali di questa disciplina. Questi titoli, che fanno da preludio alla parte next-gen in arrivo, hanno il compito di mostrare le potenzialità del brand e raggranellare qualche risorsa grazie allo sfruttamento della relativa licenza e di qualche vecchia nostalgia per quel famoso Superbike uscito diversi anni fa su PC per mani della stessa Milestone. Un titolo che è rimasto ben impresso nella memoria dei veri appassionati di simulazioni diventando un vero e proprio punto di riferimento che purtroppo non si è più ripetuto negli anni, almeno per quel che riguarda le due ruote, per via della scomparsa prematura di questa conclamata serie.
Scordate ogni superbike o voi che entrate
Con questa citazione ovviamente non ci riferiamo a quel SBK da poco prodotto dalla stessa Milestone bensì al sopraccitato Superbike, uscito a fine secolo scorso, da cui tutto è nato.
Perché dunque pronunciamo questo avvertimento?
Perché solo in questo modo si può avere una valutazione oggettiva e non condizionata da un paragone iniquo.
Iniquo perché se si paragonasse questo Moto GP per PS2 al pur vecchio Superbike, il titolo prodotto da Capcom ne uscirebbe con le ossa rotte, sia dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dal punto di vista della profondità simulativa.
Le differenze in tal senso non sono nemmeno riconducibili, molto meglio quindi passare immediatamente ad un paragone molto più consono come quello che vede quest'ultima incarnazione della serie paragonato all'ultimo Moto GP marchiato Namco, uscito su PS2.
Ci riferiamo quindi a quel MotoGP 04, uscito circa un anno fa.
Nei confronti di quest'ultimo, il titolo Milestone offre un motore fisico decisamente più appagante.
Se dal menù si seleziona la massima simulazione, il controllo della moto diventa (giustamente) più nervoso, le dita devono farsi molto più delicate. Non c'è più quel classico "tutto chiuso/tutto aperto" permissivo, tipico dei giochi unicamente arcade.
Il dosare il gas diventa d'obbligo, soprattutto in caso di condizioni meteo avverse, per non parlare dell'alta incontrollabilità della moto quando ci si trova ad uscire di pista. Persino la piega diventa una manovra che richiede estrema cura per non stendersi e scivolare via dopo aver perso il controllo della moto.
Insomma, si tratta sicuramente di una modalità che richiede una certa pratica per essere padroneggiata, ma che sul lungo periodo è in grado di dare notevoli soddisfazioni.
Soddisfazioni ahimé mitigate da un difetto che compromette in parte quanto di buono il gioco è capace di offrire in termini di realismo.
Dell'elastico non so dir, eppur mi strugge
Stiamo parlando dell'intelligenza artificiale. Non tanto dal comportamento dei piloti in pista, o di come questi reagiscano alle nostre manovre, bensì di come questa intelligenza artificiale sia settata male soprattutto quando non si trova sotto i nostri occhi.
Il gioco infatti è afflitto dal famigerato "effetto elastico". Si tratta di un fenomeno che "adegua" le prestazioni dell'IA alle nostre. Sulla carta sembrerebbe quasi una componente positiva ed invece, specie in questi casi dove si punta al realismo situazionale, diventa una caratteristica detestabile.
E' veramente sgradevole vedere come l'IA performi tempi record nel caso in cui voi vi troviate tra le prime posizioni, mentre fa segnare dei tempi spropositatamente alti quando vi trovate nelle retrovie. Si produce quindi il risultato che se siete secondi riuscirete a sorpassare il primo solo con numerevoli sforzi, mentre se siete ultimi e cadete anche 2-3 volte in un giro, sarà una bazzecola recuperare i piloti avanti a voi, quasi come se questi vi "aspettassero".
Mentre può essere una componente ben digeribile in ambito arcade, diventa davvero frustrante quando si cerca la massima simulazione, specialmente se si prendono i tempi delle qualifiche dove, anche con le moto migliori ed ai livelli più facili, bisogna fare i miracoli per stampare un tempo decente rispetto ai concorrenti, per poi trovarsi in gara con piloti che girano decine di secondi più lenti.
Insomma, si è differenziata la modalità "arcade" da quella "simulativa" solamente attraverso i controlli e non attraverso gli altri parametri di gioco, cosicché il gameplay ne risente.
Per quanto riguarda invece le modalità a disposizione, oltre ovviamente al campionato, alle corse libere, ed ai weekend di gara, avremo anche un ampio numero di sfide.
Queste possono avere natura di sfide a tempo (tipo le classiche patenti di Gran Turismo), di duelli con altri piloti, oppure essere obiettivi particolari inerenti la modalità campionato (vinci il campionato al tal livello con il tal pilota). Non si tratta di una caratteristica nuova, essendo questa una componente ereditata dagli ultimi MotoGP marchiati Namco, però si tratta di un diversivo sempre gradito per variare un po' l'offerta ed aumentare la longevità.
Fatti non foste per esser così brutti
Se abbiamo detto che il paragone con MotoGP 04 dal punto di vista del motore fisico del gioco pende a favore di Milestone, non possiamo dire la stessa cosa dal punto di vista del motore grafico.
Infatti la sensazione generale è quella di una grafica di basso profilo, marcata da aliasing in quantità sovrabbondanti e da un uso dei colori sin troppo appiattito, con cattivi risvolti anche sui riflessi e gli altri effetti di luce. La fluidità è discreta ma non manca qualche rallentamento quando sono presenti diverse moto una vicina all'altra.
I circuiti (tutti quelli ufficiali del mondiale, così come moto e piloti) presentano una mappatura piuttosto fedele ed una profondità grafica discreta, non sostenuta però da un livello di dettaglio che invece è solo sufficiente.
La colonna sonora non eccelle certo in quanto alle musiche, rappresentate da motivi non famosi e alla lunga noiosi, mentre dal punto di vista degli effetti sonori se la cava, senza infamia e senza lode. Certo un commento ad esempio di Guido Meda, seppur con qualche sbavatura e con tutti i limiti del caso, avrebbe aiutato a dare quel tocco immedesimante in più però chissà...magari ci si farà un pensierino per il futuro...
Nel complesso quindi sembra che Milestone abbia deciso di mirare al rinnovamento della serie più dal lato "fisico" che non da quello estetico e ci troviamo a supportare questa loro decisione.
Purtroppo però in questo caso le buone intenzioni non sono state supportate a dovere da caratteristiche non certo di secondo piano come appunto l'IA. Queste mancanze incidono sull'appetibilità generale del titolo, specialmente per coloro verso i quali i nuovi accorgimenti sono rivolti, ovvero gli amanti della simulazione.
Lo sforzo quindi va premiato, ma ora che "ci si è fatti le ossa" su PS2, non si potrà più deludere le aspettative nelle prossime versioni Next-Gen.
Scordate ogni superbike o voi che entrate
Con questa citazione ovviamente non ci riferiamo a quel SBK da poco prodotto dalla stessa Milestone bensì al sopraccitato Superbike, uscito a fine secolo scorso, da cui tutto è nato.
Perché dunque pronunciamo questo avvertimento?
Perché solo in questo modo si può avere una valutazione oggettiva e non condizionata da un paragone iniquo.
Iniquo perché se si paragonasse questo Moto GP per PS2 al pur vecchio Superbike, il titolo prodotto da Capcom ne uscirebbe con le ossa rotte, sia dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dal punto di vista della profondità simulativa.
Le differenze in tal senso non sono nemmeno riconducibili, molto meglio quindi passare immediatamente ad un paragone molto più consono come quello che vede quest'ultima incarnazione della serie paragonato all'ultimo Moto GP marchiato Namco, uscito su PS2.
Ci riferiamo quindi a quel MotoGP 04, uscito circa un anno fa.
Nei confronti di quest'ultimo, il titolo Milestone offre un motore fisico decisamente più appagante.
Se dal menù si seleziona la massima simulazione, il controllo della moto diventa (giustamente) più nervoso, le dita devono farsi molto più delicate. Non c'è più quel classico "tutto chiuso/tutto aperto" permissivo, tipico dei giochi unicamente arcade.
Il dosare il gas diventa d'obbligo, soprattutto in caso di condizioni meteo avverse, per non parlare dell'alta incontrollabilità della moto quando ci si trova ad uscire di pista. Persino la piega diventa una manovra che richiede estrema cura per non stendersi e scivolare via dopo aver perso il controllo della moto.
Insomma, si tratta sicuramente di una modalità che richiede una certa pratica per essere padroneggiata, ma che sul lungo periodo è in grado di dare notevoli soddisfazioni.
Soddisfazioni ahimé mitigate da un difetto che compromette in parte quanto di buono il gioco è capace di offrire in termini di realismo.
Dell'elastico non so dir, eppur mi strugge
Stiamo parlando dell'intelligenza artificiale. Non tanto dal comportamento dei piloti in pista, o di come questi reagiscano alle nostre manovre, bensì di come questa intelligenza artificiale sia settata male soprattutto quando non si trova sotto i nostri occhi.
Il gioco infatti è afflitto dal famigerato "effetto elastico". Si tratta di un fenomeno che "adegua" le prestazioni dell'IA alle nostre. Sulla carta sembrerebbe quasi una componente positiva ed invece, specie in questi casi dove si punta al realismo situazionale, diventa una caratteristica detestabile.
E' veramente sgradevole vedere come l'IA performi tempi record nel caso in cui voi vi troviate tra le prime posizioni, mentre fa segnare dei tempi spropositatamente alti quando vi trovate nelle retrovie. Si produce quindi il risultato che se siete secondi riuscirete a sorpassare il primo solo con numerevoli sforzi, mentre se siete ultimi e cadete anche 2-3 volte in un giro, sarà una bazzecola recuperare i piloti avanti a voi, quasi come se questi vi "aspettassero".
Mentre può essere una componente ben digeribile in ambito arcade, diventa davvero frustrante quando si cerca la massima simulazione, specialmente se si prendono i tempi delle qualifiche dove, anche con le moto migliori ed ai livelli più facili, bisogna fare i miracoli per stampare un tempo decente rispetto ai concorrenti, per poi trovarsi in gara con piloti che girano decine di secondi più lenti.
Insomma, si è differenziata la modalità "arcade" da quella "simulativa" solamente attraverso i controlli e non attraverso gli altri parametri di gioco, cosicché il gameplay ne risente.
Per quanto riguarda invece le modalità a disposizione, oltre ovviamente al campionato, alle corse libere, ed ai weekend di gara, avremo anche un ampio numero di sfide.
Queste possono avere natura di sfide a tempo (tipo le classiche patenti di Gran Turismo), di duelli con altri piloti, oppure essere obiettivi particolari inerenti la modalità campionato (vinci il campionato al tal livello con il tal pilota). Non si tratta di una caratteristica nuova, essendo questa una componente ereditata dagli ultimi MotoGP marchiati Namco, però si tratta di un diversivo sempre gradito per variare un po' l'offerta ed aumentare la longevità.
Fatti non foste per esser così brutti
Se abbiamo detto che il paragone con MotoGP 04 dal punto di vista del motore fisico del gioco pende a favore di Milestone, non possiamo dire la stessa cosa dal punto di vista del motore grafico.
Infatti la sensazione generale è quella di una grafica di basso profilo, marcata da aliasing in quantità sovrabbondanti e da un uso dei colori sin troppo appiattito, con cattivi risvolti anche sui riflessi e gli altri effetti di luce. La fluidità è discreta ma non manca qualche rallentamento quando sono presenti diverse moto una vicina all'altra.
I circuiti (tutti quelli ufficiali del mondiale, così come moto e piloti) presentano una mappatura piuttosto fedele ed una profondità grafica discreta, non sostenuta però da un livello di dettaglio che invece è solo sufficiente.
La colonna sonora non eccelle certo in quanto alle musiche, rappresentate da motivi non famosi e alla lunga noiosi, mentre dal punto di vista degli effetti sonori se la cava, senza infamia e senza lode. Certo un commento ad esempio di Guido Meda, seppur con qualche sbavatura e con tutti i limiti del caso, avrebbe aiutato a dare quel tocco immedesimante in più però chissà...magari ci si farà un pensierino per il futuro...
Nel complesso quindi sembra che Milestone abbia deciso di mirare al rinnovamento della serie più dal lato "fisico" che non da quello estetico e ci troviamo a supportare questa loro decisione.
Purtroppo però in questo caso le buone intenzioni non sono state supportate a dovere da caratteristiche non certo di secondo piano come appunto l'IA. Queste mancanze incidono sull'appetibilità generale del titolo, specialmente per coloro verso i quali i nuovi accorgimenti sono rivolti, ovvero gli amanti della simulazione.
Lo sforzo quindi va premiato, ma ora che "ci si è fatti le ossa" su PS2, non si potrà più deludere le aspettative nelle prossime versioni Next-Gen.