MotoGP 18

di Andrea Casetti

La detenzione della licenza ufficiale del campionato MotoGP è di fatto un’arma a doppio taglio: se da un lato è un dettaglio capace di calamitare l’attenzione degli appassionati, dall’altro rappresenta un’insidia in quanto ogni anno gli sviluppatori devono inventarsi qualcosa al fine di proporre quel qualcosa in più tale da rendere il gioco non solo il semplice aggiornamento alla stagione corrente.

In quest’ottica, lo studio milanese di Milestone è riuscito talvolta a sorprendere (come due anni fa, quando celebrò il ventennale dell’esordio di Valentino Rossi con un titolo pieno zeppo di contenuti inattesi), mentre altre volte si è limitata ad affinare pochi dettagli come nell’episodio dell’anno scorso.

Con questo MotoGP 18, invece, siamo di fronte a un netto passo avanti dal punto di vista tecnico e del gameplay grazie all’impiego dell’Unreal Engine 4, il motore grafico già rodato in altre produzioni come MXGP, e che ora esordisce anche sulle 19 piste asfaltate di Moto 3, Moto 2 e MotoGP.

Digitalizzato

Il primo colpo d’occhio una volta scesi in pista è notevole, il risultato dell’impiego del nuovo engine è evidente, con effetti di luce, particellari e un livello di dettaglio generale delle piste che finalmente non danno più la sensazione di essere spoglie.

Finalmente anche i piloti si comportano in modo credibile, forti di animazioni credibili e coerenti, capaci di rendere la sensazione di difficoltà nell’addomesticare quei mostri da oltre 200 CV. Se a tutto ciò aggiungiamo la riproduzione degli stili di guida dei piloti più rappresentativi si capisce l’effort speso da Milestone in questo dettaglio.

Se a tutto ciò aggiungiamo l’impiego del Drone Scnning per ricostruire i circuiti e il 3D scanning per i volti dei piloti, i quali sono protagonisti di una trentina di nuove cutscenes inserite con l’obiettivo di incrementare il coinvolgimento con le sezioni di contorno, si capisce come gli sviluppatori si siano impegnati nel tentare di immergere il giocatore nell’atmosfera del paddock.

Anche il gameplay è stato rivisto, avvantaggiato di una nuova rivisitazione della fisica del gioco, migliorato nella guidabilità del veicolo a partire dalle staccate, spesso arricchite dagli sbacchettamenti delle frenate più violente, senza dimenticare gli inserimenti in curva e la gestione delle traiettorie e dell’acceleratore.

Tutorial

Il risultato è un gameplay appagante e profondo, con il solito livello di difficoltà scalabile a mezzo degli aiuti alla guida e mediante il livello di aderenza alla realtà del modello fisico, caratteristiche che lo rendono adeguato a tutti, senza dimenticare la personalizzazione completamente personalizzabile della percentuale di aggressività dei rivali, dallo scarso 0% al complicato 120%

Sono stati reintrodotti anche i tutorial, ottimo metodo per prendere dimestichezza con le novità proposte dal gameplay.

L’unico neo rimane la gestione dell’intelligenza artificiale, che ancora fa fatica ad accettare la nostra presenza all’interno delle curve causando spesso e volentieri contatti che altro non fanno che rendere un tantino frustrante l’esperienza di gioco.

Tra le novità vanno menzionati infine l’introduzione del danno meccanico della moto (anche se dovrete cadere più e più volte la moto per renderla inutilizzabile) e il consumo delle gomme, caratteristica importante da tenere sott’occhio durante le fasi cruciali di gara.

Un’ultima pecca da menzionare riguarda le animazioni durante le cadute, davvero poco verosimili e con vistose compenetrazioni tra piloti e moto.

Reputazione

La modalità principale è sicuramente la Road to MotoGP, la carriera dove siete chiamati a vestire i panni di un debuttante (di cui dovrete scegliere l’aspetto con il solito editor) che muove i primi passi lungo le 7 gare della Red Bull Rookies Cup alla ricerca di un contratto con un team della Moto3.

Una volta accasati vi verranno affibbiati gli obiettivi che, qualora venissero conseguiti, vi garantirebbero l’incremento della vostra Reputazione, mentre verrete ricompensati con punti sviluppo (che spiegheremo meglio tra poco). In caso contrario, invece, la vostra reputazione all’interno del team calerà vistosamente, facendovi rischiare il licenziamento.

I punti sviluppo menzionati poco fa rappresentano la moneta del gioco, utili per gestire i miglioramenti alle moto, suddivisi in 5 categorie che dovrete affinare a mezzo di sessioni di prove dedicate al fine di, per esempio, privilegiare una erogazione del motore per massimizzare la velocità di punta piuttosto che l’accelerazione, rendere i freni più potenti o modulari, le sospensioni più adatte alla stabilità in frenata oppure alla percorrenza in curva, senza dimenticare l’aerodinamica e il telaio che può prediligere l’accelerazione piuttosto che i cambi di direzione. Ciascuna area è sviluppabile in 5 step, a mezzo di cui il sistema si rivela ben congeniato e funzionale.

Online

Concludiamo con la MotoGP ID, che altro non è che la statistica delle vostre prestazioni, joypad alla mano, che indica le ore giocate, le gare disputate, le pole positions, le vittorie e i podi, in analogia alle controparti reali.

Chiudiamo con il MotoGP eSport Championship, che arriverà in seguito, ma che quest’anno coinvolgerà tutte le piattaforme disponibili non essendo più una esclusiva PS4.