MotoRacer 3
di
Il successo conseguito dal primo Motoracer ha rappresentato un autentico caso emblematico nel recente passato videoludico: alla prova dei fatti e forti di una "coscienza storica" più solida, i contenuti proposti dal titolo Dephine non sembrano più legittimare quel clamore e quei consensi suscitati unanimemente tra pubblico e critica, che furono alla base della proliferazione di nuovi sequel e di successive conversioni per altri formati da gioco, così come della sopravvivenza della serie ben oltre le iniziali aspettative. E' probabile che neppure lo stesso sviluppatore si attendesse una risposta tanto gratificante, osservabile non solo nei "freddi" quanto vitali dati di vendita, ma in quel particolare "indice di gradimento", misurabile attraverso l'esplosione di siti internet dedicati, gadget prodotti e lodi intessute dai giornalisti
Se pare arduo stabilire una causa prima che sottenda a tale evento, é tuttavia possibile enumerare quei fattori che hanno condotto alla costituzione di una miscela divenuta vincente. A cominciare dalla meccanica di gioco, fresca ed intuitiva come poche, facilmente padroneggabile eppure profonda, passando per l'accattivante comparto tecnico, esaltato da una realizzazione grafica impeccabile nonché dall'eccezionale frame rate, che garantivano un appagamento e un coinvolgimento al di sopra della media. Altro ingrediente essenziale si rivelò l'impostazione genuinamente arcade, una ventata d'aria fresca nell'ambito di produzioni troppo appiattite sul versante simulativo, e una gradita novità per tutti quegli utenti poco avvezzi a misurarsi con giochi dallo spessore "scoraggiante". Senza complessi d'inferiorità nei confronti di racing game più maturi, privo di fronzoli inutili, Motoracer segnò anche l'epoca del definitivo avvicinamento tra Personal Computer e console dal punto di vista dell'utenza e dei contenuti, testimoniato dal fatto che Delphine si rivelò sollecita nel produrre una (deludente) conversione del proprio hit per Playstation
Se pare arduo stabilire una causa prima che sottenda a tale evento, é tuttavia possibile enumerare quei fattori che hanno condotto alla costituzione di una miscela divenuta vincente. A cominciare dalla meccanica di gioco, fresca ed intuitiva come poche, facilmente padroneggabile eppure profonda, passando per l'accattivante comparto tecnico, esaltato da una realizzazione grafica impeccabile nonché dall'eccezionale frame rate, che garantivano un appagamento e un coinvolgimento al di sopra della media. Altro ingrediente essenziale si rivelò l'impostazione genuinamente arcade, una ventata d'aria fresca nell'ambito di produzioni troppo appiattite sul versante simulativo, e una gradita novità per tutti quegli utenti poco avvezzi a misurarsi con giochi dallo spessore "scoraggiante". Senza complessi d'inferiorità nei confronti di racing game più maturi, privo di fronzoli inutili, Motoracer segnò anche l'epoca del definitivo avvicinamento tra Personal Computer e console dal punto di vista dell'utenza e dei contenuti, testimoniato dal fatto che Delphine si rivelò sollecita nel produrre una (deludente) conversione del proprio hit per Playstation