Mount & Blade II: Bannerlord, recensione del gioco finalmente fuori dall'early access
Ritorna uno dei titoli sandbox più completi e complessi mai visti sui nostri PC (ma anche console). Ed è subito trionfo
Sandbox
Probabilmente per descrivere Mount & Blade 2 Bannerlord servirebbe un libro da mille pagine, per quanto nella sua essenza ed immediatezza è un gioco che può parlare praticamente a tutti e farlo con semplicità. Garantisce a chiunque una grandissima longevità – pari a quella di un titolo spiccatamente multiplayer – con decine di risorse da sfruttare al meglio per centinaia e centinaia di ore. Nei fatti si potrebbe suddividere il titolo in tre macro categorie di gameplay: gestionale, tattico, azione. Nei generi videoludici attuali, ormai sempre più mescolati, quasi non ci si bada più, ma in questo caso si tende a non addentrarsi troppo in nessuna categoria, mantenendo un feeling epidermico, per quanto sia comunque fondamentale conoscere e gestire le varie funzionalità, così da godere della massima esperienza possibile, anche perché la difficoltà non è così blanda (anzi).
È gestionale perché non è detto che dovrete diventare manigoldi e lestofanti andando ad assaltare qualsiasi cosa viva o inanimata vi si pari davanti, quindi il commercio potrebbe fare per voi, ma anche le relazioni con i vari popoli-villaggi potrebbe essere il vostro pane (e in generale non potrete sfuggire a qualche conoscenza-meccanica in questo frangente); tattico perché non è certamente un Total War ma la gestione di un esercito sempre più vasto su un campo da battaglia andrà gestito con saggezza, muovendo ogni reparto seconda la propria funzione, considerando che i vostri soldati hanno un costo ed è meglio che campino il più possibile; la funzione da gioco d’azione, quando vivrete in prima persona le battaglie campali, è qualcosa che offre uno spunto emotivo non indifferente, non site solo uno di molti, siete un generale, ma anche un combattente, avrete una marea di statistiche e perk da sbloccare per veder crescere il vostro avatar, ma anche sul fronte equipaggiamento e loot non si scherza, quindi è tutto ampio, ben costruito e “ciccioso” per perdervi in mille opzioni e menù.
Come detto più volte però non è qualcosa che vi debba sconvolgere, è talmente immediato che vi basteranno poche sessioni per apprendere come muoversi nel gioco e ci si diverte immensamente nel farlo. Ancora di più se pensate che avrete una lunga campagna a giocatore singolo, ispiratissime battaglie campali one-shot in cui studiare un po’ di fondamenti e vedere come ce la caviamo sul campo, ma anche la amatissima modalità sandbox in cui parlare di infinito, come gameplay sarebbe fin troppo riduttivo. Due anni di early access sono sicuramente serviti per dare a tutti un bilanciamento quasi perfetto delle sessioni, ma ce ne vorranno altri mille affinché tutto sia perfetto (ma in questo caso anche un po’ di imperfezione fa parte del piacere di gioco).
Console Vs. PC
Tutto sommato non è male il controllo su console – ci è stata fornita una versione PlayStation 5 -, con il cursore che si muove con l’analogico del pad, ma il menù non è ben ottimizzato per le TV con scritte incredibilmente piccole (e tante) e saltare da una funzione all’altra non è il massimo. Quando si combatte davvero le cose sono anche ben organizzate, per quanto interrompere ogni volta una battaglia e aprire i vari comandi con una certa lentezza fa scemare l’adrenalina del momento. È ovvio che se non avete altro modo di giocarlo fiondatevici, su PS5 ha una qualità e resa ottima – compresa un’ottima fluidità -, pur con i limiti di una produzione che non punta troppo sull’estetica in sé, altrimenti andate su PC correndo, potrebbe essere l’esperienza della vostra vita.