Murasaki Baby
di
Una Bambina con un Palloncino Viola
“Murasaki” é il nome Giapponese del colore Viola - questo ci insegna il leader del team Italiano Ovosonico: quel Massimo Guarini che al contatto coi Giapponesi ha passato svariati anni della sua vita professionale. Ed é anche l'unico modo in cui il team ha voluto nominare la bambina che sarà la protagonista, o per meglio dire co-protagonista, del loro primo gioco per PS Vita. Baby (d'ora in poi la chiameremo sempre così) si risveglia nel suo lettuccio perché la porta della sua stanzetta si é aperta, e con in mano la funicella del suo palloncino preferito (di colore, appunto, viola) si avvia alla ricerca della mamma.
Prendiamo Baby per Mano
A questo punto sarà compito del giocatore - VERO protagonista del gioco - accompagnare Baby attraverso una serie di quattro mondi successivi, aiutandola a superare i vari ostacoli e pericoli che le si pareranno davanti. Come? La prima azione che si impara é quella di prendere letteralmente Baby per mano: toccando lo schermo in prossimità della bimba, infatti, potremo trascinarla, facendola correre più velocemente se “tiriamo” la mano più lontano, anche se esagerando si rischia di farla cadere.
Allo stesso modo, ossia con il touchscreen, potremo agire direttamente sul palloncino: questo é il vero cuore (non solo esteticamente) del pericolo, in quanto nulla può fare del male a Baby, ma se il palloncino scoppia, la bambina finisce in lacrime e il gioco ci riporta all'ultimo checkpoint. Sarà dunque nostra cura quella di spostare l'oggetto in modo che non tocchi spine, fiamme o altre cose che possano danneggiarlo, nonché afferrarlo e renderlo alla bimba qualora lei se lo lasciasse sfuggire di mano, magari in seguito a uno grosso spavento.
Baby, di fatto, tenderà a rimanere ferma e in attesa se non saremo noi a trascinarla, ma talvolta non potrà fare a meno di agire indipendentemente: se qualcuno le ruba il prezioso palloncino, per esempio, comincerà a rincorrerlo disperata. Viceversa, se non “se la sente” di compiere determinate azioni non ci sarà verso di convincerla neppure con la forza: quale bambino, d'altronde, non ha paura del buio? Meglio, dunque, trovare il modo di illuminare il cammino, ad esempio spostando una lampadina - sempre agendo in prima persona sul touchscreen.
Cambia il Mondo con un Tocco
Ma la meccanica più interessante di Murasaki Baby riguarda l'utilizzo del touchpad posteriore: man mano che avanza nel suo cammino, Baby troverà altri palloncini i quali, una volta scoppiati (questi sì che devono scoppiare!) garantiranno l'accesso a delle vere e proprie realtà parallele. Di fatto, “scorrendo” il pad posteriore si cambierà il fondale in uno dal colore predominate uguale a quello del palloncino appena scoppiato: a quel punto, picchiettando il medesimo pad, sarà possibile attivare degli effetti speciali propri di quel fondale.
Ecco pertanto che passando ad un fondale nuvoloso sarà possibile picchiettare per far piovere, spegnendo fuochi o riempiendo bacini, mentre in un campo col mulino sarà possibile generare del vento che sposti una barchetta a vela. Ciascuno dei quattro mondi che Baby dovrà attraversare presenterà tre dimensioni alternative specifiche, oltre a quella di base (in cui non é attivo alcun effetto), per un totale quindi di 12 possibili modi in interagire.
Ovviamente queste meccaniche si mescolano e si fondono dando vita volta per volta a enigmi via via più complessi: in certe situazioni vi troverete a far collimare l'utilizzo corretto di tutte e tre le realtà alternative disponibili con la posizione di Baby o degli altri personaggi sullo schermo. Da questo punto di vista, l'esacerbazione dei comandi touch può talvolta generare un ostacolo imprevisto: il fatto di ostruire con le proprie mani l'azione di gioco.
Il ché é un peccato anche per un altro motivo: la realizzazione grafica di Murasaki Baby é veramente accattivante. L'intero gioco é studiato secondo il “gusto dell'orrido”, a partire dal fatto che tutti i personaggi (Baby compresa) hanno la bocca sulla fronte, passando per gatti scheletrici, fondali ricchi di tentacoli contorti, enormi conigli giganti e obesi (che ricordano un po' i Rabbids di Ubisoft) ed altre oscenità del genere, a metà strada tra il sogno e l'incubo. Eppure, la naturalezza e l'innocenza delle azioni del cast é tale che non si può non amarli.
L'Aspetto Artistico
Baby é la co-protagonista di un'avventura in cui é il Giocatore il vero attore, e la bimba interagisce con lui guardando “in camera”, cercando conforto quando ha paura e sorridendogli quando é contenta. Il tutto accompagnato da versi, vagiti e altri suoni che, ancora una volta, pescano dalla cultura “creepy” assomigliando più a parole di fantasmi che di esseri umani - di cui l'unica veramente distinguibile é “Mummy”, che in realtà vuol dire tanto “mammina” quanto “mummia”. Anche la colonna sonora é a tema: tetra, triste, a tratti paurosa, ma nel contempo evocativa e romantica.
Il gioco non ha alcun testo - se non il “nuova partita” o “continua partita” del menù principale: tutte le informazioni sull'interfaccia vengono date al giocatore sottoforma di brevi animazioni mostrate sullo schermo. La curva di apprendimento é in generale ottima, sebbene a volte possa capitare di incappare in qualche perplessità - l'unico consiglio che possiamo darvi é quello di ricordavi SEMPRE che potete agire anche sul palloncino... Per il resto, l'avventura é rilassante ed appagante e prosegue con una difficoltà crescente attraverso i quattro mondi da esplorare, sebbene come si suol dire “Un bel gioco dura poco”.
vimager2, 3, 4
Nel caso di Murasaki Baby, questo “poco” sono le 2 ore e mezza che sono state sufficienti a chi vi scrive per terminarlo: indubbiamente poco, anche per questa fascia di prezzo. A parziale giustificazione di questa limitatezza possiamo apporre la motivazione che in generale il gioco si rivolge a utenti abbastanza giovanili, i quali probabilmente avranno qualche leggero problema in più a risolvere determinati enigmi. L'impressione generale ad avventura finita, però, é che non sarebbero stati affatto malvoluti un paio di mondi in più da attraversare - accettando anche l'ipotesi di ritrovare alcune delle “realtà alternative” già sfruttate, ma combinate diversamente tra loro.
Ma Murasaki Baby “bel gioco” lo rimane comunque: la bellezza onirica e “creepy” del mondo, le caratteristiche dei personaggi, il carisma infantile di Baby, che entra nel cuore nonostante il suo aspetto grottesco, ed in generale le ottime scelte di gameplay, originali e ben congegnate, sono caratteristiche veramente troppo interessanti per lasciarselo sfuggire.
...Mummy?!?