MXGP 3
Di anno in anno Milestone è solita sfornare una miriade di titoli racing, a testimonianza della vocazione corsaiola degli sviluppatori milanesi. E ultimamente non è passato anno che non ci abbiano propinato almeno due uscite di racing dedicati alle due ruote (uno pistaiolo, uno fuoristrada) più un altro rivolto al sempre affascinante mondo del rally, spesso coadiuvate dalla licenza ufficiale relativa al campionato mondiale di riferimento a donare ulteriore spessore.
Tra le periodiche uscite figura MXGP di cui ci apprestiamo qui a recensire la terza puntata. Per chi non lo sapesse, si tratta del gioco dedicato all’ affascinante sport motocrossistico che ultimamente sta guadagnando il favore del pubblico grazie ai successi a raffica inanellati del nostro Cairoli nazionale.
Il gioco di quest’anno prende il nome di MXGP 3 e rischia di passare (positivamente) alla storia. Se siete curiosi di sapere il motivo, continuate a leggere.
Unreal Engine 4
Non mi capita, almeno personalmente, di cominciare una recensione dal comparto tecnico. Tuttavia in questo caso vale la pena focalizzarsi sul motore grafico, il fulcro delle novità di questa uscita rispetto al prequel, grazie all’impiego dell’Unreal Engine 4, vociferato motore grafico che da oltre un anno faceva sospirare i giocatori dei titoli Milestone per il mancato impiego nelle precedenti produzioni, e che finalmente esordisce (praticamente una prima mondiale per un titolo racing di un certo rilievo) con un gioco che sembra fatto apposta per mostrarne i muscoli e darci un’anteprima di quello che ci aspetterà nei prossimi anni. Lo sforzo congiunto di Milestone ed Epic ha infatti portato a un impatto grafico evidentemente impressionante (specialmente se confrontato con la grafica del prequel), con una modellazione di moto, piloti e ambientazioni che lascia a bocca aperta, soprattutto sfruttando la visuale dal casco, la più riuscita tra quelle disponibili.
A rendere ancor più convincente l’effetto globale è la deformazione del terreno, che si differenzia notevolmente in funzione delle condizioni meteo (secco o di pioggia), così come gli effetti particellari e luminosi, che si rivelano convincenti.
Il tutto con una fluidità più che accettabile, anche se il frame rate è ancorato sui 30 fps (almeno su console), scelta probabilmente dettata dalla prudenza dell’esordio.
Gameplay
L’impiego del sopra citato motore grafico non riconduce le migliorie (rispetto al prequel) al solo comparto grafico, bensì coinvolge anche il gameplay, grazie a una migliore riproduzione della fisica, evidente soprattutto nel momento in cui infilerete la ruota anteriore in uno dei solchi che si creeranno in curva: in tal caso, se completerete la manovra nel modo giusto, riuscirete ad aggiudicarvi un vantaggio in inserimento di curva portandovi a guadagnare una frazione di secondo. Di contro, se non vi riuscirà di infilare la ruota nel solco giusto potrete rischiare di scomporre la moto perdendo così invece qualche decimo di secondo.
Il modello di guida, dal canto suo, ripropone quanto di buono già apprezzato in MXGP 2, con in primis il sistema di aiuti scalabili per plasmare il gioco alle esigenze più disparate, spaziando dal neofita che si avvicina la prima volta a quell’oggetto misterioso che si accende con un calcio, coinvolgendo e convincendo anche coloro che la moto da cross se la portano in camera da letto.
Anche in questo MXGP 3 dovrete quindi districarvi con una guida il più possibile pulita, bilanciando opportunamente il peso del pilota, dosando il gas e i freni, utilizzando inoltre la frizione per ottenere quello spunto ulteriore che di tanto in tanto può portare a piccoli vantaggi sui tempi sul giro.
Scrubs
Così come nel predecessore, inoltre, dovrete prendere dimestichezza con lo scrub, acrobazia usualmente effettuata dai piloti durante i salti al fine di rimettere a terra il più presto possibile le ruote per poter rilanciare immediatamente la cavalleria della vostra moto verso il traguardo.
L’effetto complessivo è ottimo, esaltante, adrenalinico, coadiuvato da un comparto grafico finalmente all’altezza.
Le modalità di gioco disponibili comprendono il solito Gran Premio, il Time Attack, la Carriera, il Campionato, una modalità freeroaming denominata Compound e una sorta di gran premio delle nazioni, che per l’occasione prende il nome di Monster Energy Fim MXON, mentre va detto che purtroppo non possiamo apprezzare nuovamente i momenti salienti della scorsa stagione, così come le gare indoor, forse proprio perché è stato deciso di concentrare gli sforzi sui contenuti più sostanziosi.
Una novità di rilievo, invece, è rappresentata dalla presenza delle compiante moto due tempi 125 e 250 cc, che anche se meno performanti delle moto contemporanee si faranno apprezzare per il carattere dell’erogazione e per il sonoro.
Peccati veniali
Anche il sonoro è stato rivoluzionato traendo vantaggio dalle novità del comparto tecnico: i ruggiti delle moto, che siano a 2 o 4 tempi, sono stati riprodotti con il metodo procedurale sulla base di campionamenti, e va detto che l’effetto si rivela davvero convincente.
Chiudiamo la nostra scansione ai raggi x con l’analisi di uno dei difetti ricorrenti dei titoli motociclistici, ovvero le collisioni. Mentre i contatti in rettilineo sono stati addolciti (ora risulta più difficile cadere sul dritto), rimangono comunque punitivi quelli in curva, dove effettivamente un contatto può rischiare di compromettere una gara a causa di una staccata calcolata male. Il miglioramento è quindi palese, anche se va detto che i margini di miglioramento sono ancora evidenti.
Le ultime pecche di questo MXGP 3 sono la riproduzione della pioggia (sicuramente migliorabile) e la visuale in terza persona, dove la moto sembra galleggiare sul fango invece di sprofondare come ci si aspetterebbe. Ma tutti questi sono difettucci su cui possiamo soprassedere, soprattutto sperando in un ulteriore passo in avanti l’anno prossimo, quando verosimilmente i ragazzi di Milestone avranno preso la dovuta dimestichezza con l’UE4.