Myst
di
Marco Del Bianco
Si scrive Myst ma si pronuncia mito. Infatti la cartuccia che abbiamo fra le mani é la conversione di un'avventura che ha fatto la storia dei videogiochi. Se però é stranoto che per anni Myst é stato il titolo più venduto per Personal Computer, non tutti sanno che nel lontano 1993 la prima versione lanciata dalla Broderbund fu quella per Macintosh. Dopo si tanta storia, i più giovani fra voi e quelli che si sono avvicinati solo di recente al mondo dei videogiochi saranno curiosi di sapere esattamente di che si tratta. Come già accennato si tratta di un'avventura in soggettiva nel quale, dopo aver trovato un misterioso libro ed esservi dedicati alla sua lettura, nella tranquillità del vostro salotto, venite catapultati su di un'isola misteriosa e apparentemente deserta, colma di enigmi che attendono solo di essere risolti.
Poco o nulla sapete sul libro e sul perché vi siate ritrovati lì ma capite subito che le due cose sono collegate e dovrete scoprire il perché.
Myst su Nintendo Ds non é altro che la conversione fedele dell'originale, cacciato a forza e senza troppe modifiche all'interno della piccola console portatile.
Se ciò potrebbe fare la felicità di coloro che avevano già provato questa saga sui computer domestici, di diverso avviso potrebbero essere coloro che vi si avvicinano per la prima volta. Un porting così fedele implica diversi problemi, soprattutto per un titolo dall'architettura e dall'interfaccia di gioco così datati. Come potete notare dalle immagini, l'avventura si svolge con una visuale in soggettiva dove, toccando col pennino le diverse aree dello schermo, potete muovervi o interagire con gli oggetti. Quello che dalle foto non potete percepire é che questi spostamenti avvengono tramite un susseguirsi di immagini statiche e non con un'azione tridimensionale. Così era nel 1993, così hanno lasciato oggi, con risultati molto diversi per quanto riguarda l'impatto visivo. Soprattutto perché se allora la grafica era di sicuro impatto anche così, oggi lascia alquanto indifferenti se non delusi.
Come accennato, l'interazione avviene tramite touch screen. Qui il Ds si dimostra ovviamente più versatile di altre console per quanto riguarda il rimpiazzare l'originale controllo col mouse ma presenta altresì un limite. Quando si controllava un cursore in movimento sullo schermo, questo cambiava d'aspetto se transitava su aree che implicavano una potenziale azione. Col pennino invece si deve continuare a provare, toccando dappertutto, fino a che non si trova qualcosa. Anche lo scarso utilizzo fatto dello schermo superiore dimostra l'eccessiva rigorosità con la quale é stata operata la conversione. In pratica ci si ricorda d'averlo solo quando si ha bisogno di guardare la mappa o quando é utilizzato come lente d'ingrandimento per leggere delle pagine di libri.
Una volta ingrandite le pagine, per poterle meglio leggere, vi renderete anche conto che sono tutte in inglese. Nessun testo é stato infatti tradotto.
Solo aspetti negativi in quest'ultima trasposizione di Myst? Certo che no ma per i neofiti della serie questi rappresenteranno un duro scoglio da superare prima di scoprire le qualità di quest'avventura. Myst infatti riesce, come tutti i grandi classici, a mantenere intatte le sue attrattive, fatte più di buone idee che di qualità tecniche. Ancora oggi gli enigmi proposti risultano impegnativi e coinvolgenti, talvolta anche eccessivamente complessi per giocatori non più abituati ad avventure di questo tipo. La natura stessa degli enigmi é particolare o, per lo meno, diversa da quanto proposto oggi dal genere adventure. In Myst ci troviamo davanti a quesiti che spesso hanno più a che fare con logica ed enigmistica piuttosto che sulla deduzione o l'interazione con gli elementi di gioco. Ciò, oltre a spiazzare un po' il giocatore odierno, é sicuramente una cosa molto positiva. Per questa conversione, all'originale struttura sono stati aggiunti alcuni passaggi per aumentarne la longevità e probabilmente si tratta dell'unica vera concessione fatta in termini d'implementazione. Tirando le fila, Myst appare tuttoggi come un titolo che ha molto da offrire, peccato che la sua trasposizione su Nintendo Ds presenti più ombre che luci, inficiando non poco l'esperienza di gioco.
Poco o nulla sapete sul libro e sul perché vi siate ritrovati lì ma capite subito che le due cose sono collegate e dovrete scoprire il perché.
Myst su Nintendo Ds non é altro che la conversione fedele dell'originale, cacciato a forza e senza troppe modifiche all'interno della piccola console portatile.
Se ciò potrebbe fare la felicità di coloro che avevano già provato questa saga sui computer domestici, di diverso avviso potrebbero essere coloro che vi si avvicinano per la prima volta. Un porting così fedele implica diversi problemi, soprattutto per un titolo dall'architettura e dall'interfaccia di gioco così datati. Come potete notare dalle immagini, l'avventura si svolge con una visuale in soggettiva dove, toccando col pennino le diverse aree dello schermo, potete muovervi o interagire con gli oggetti. Quello che dalle foto non potete percepire é che questi spostamenti avvengono tramite un susseguirsi di immagini statiche e non con un'azione tridimensionale. Così era nel 1993, così hanno lasciato oggi, con risultati molto diversi per quanto riguarda l'impatto visivo. Soprattutto perché se allora la grafica era di sicuro impatto anche così, oggi lascia alquanto indifferenti se non delusi.
Come accennato, l'interazione avviene tramite touch screen. Qui il Ds si dimostra ovviamente più versatile di altre console per quanto riguarda il rimpiazzare l'originale controllo col mouse ma presenta altresì un limite. Quando si controllava un cursore in movimento sullo schermo, questo cambiava d'aspetto se transitava su aree che implicavano una potenziale azione. Col pennino invece si deve continuare a provare, toccando dappertutto, fino a che non si trova qualcosa. Anche lo scarso utilizzo fatto dello schermo superiore dimostra l'eccessiva rigorosità con la quale é stata operata la conversione. In pratica ci si ricorda d'averlo solo quando si ha bisogno di guardare la mappa o quando é utilizzato come lente d'ingrandimento per leggere delle pagine di libri.
Una volta ingrandite le pagine, per poterle meglio leggere, vi renderete anche conto che sono tutte in inglese. Nessun testo é stato infatti tradotto.
Solo aspetti negativi in quest'ultima trasposizione di Myst? Certo che no ma per i neofiti della serie questi rappresenteranno un duro scoglio da superare prima di scoprire le qualità di quest'avventura. Myst infatti riesce, come tutti i grandi classici, a mantenere intatte le sue attrattive, fatte più di buone idee che di qualità tecniche. Ancora oggi gli enigmi proposti risultano impegnativi e coinvolgenti, talvolta anche eccessivamente complessi per giocatori non più abituati ad avventure di questo tipo. La natura stessa degli enigmi é particolare o, per lo meno, diversa da quanto proposto oggi dal genere adventure. In Myst ci troviamo davanti a quesiti che spesso hanno più a che fare con logica ed enigmistica piuttosto che sulla deduzione o l'interazione con gli elementi di gioco. Ciò, oltre a spiazzare un po' il giocatore odierno, é sicuramente una cosa molto positiva. Per questa conversione, all'originale struttura sono stati aggiunti alcuni passaggi per aumentarne la longevità e probabilmente si tratta dell'unica vera concessione fatta in termini d'implementazione. Tirando le fila, Myst appare tuttoggi come un titolo che ha molto da offrire, peccato che la sua trasposizione su Nintendo Ds presenti più ombre che luci, inficiando non poco l'esperienza di gioco.
Myst
6
Voto
Redazione
Myst
Il Ds é da sempre una console che si é ben presta alle conversioni di grandi classici. Prima gli arcade poi, col diffondersi tra un pubblic più adulto, anche di titoli con più spessore come SimCity o The Settlers. Non c'é da stupirsi se ora vi arrivi una delle avventure più famose della storia dei videogiochi: Myst. Quello che stupisce é invece la scelta fatta di effettuare il tutto in modo fin troppo fedele, senza adeguare l'interfaccia e la struttura alle peculiarità della console. L'utilizzo del touch screen in luogo del mouse é discreto, mentre ci si é praticamente dimenticati di sfruttare lo schermo e la realizzazione tecnica in genere lasciano un po' a desiderare. Quello che resta é Myst: una fantastica avventura, a dispetto degli anni, in un vestito che però gli calza decisamente troppo piccolo. Gli enigmi e la struttura della storia in genere reggono molto bene al logorio del tempo e se riuscirete a superare i non pochi problemi che l'interfaccia vi porrà, sicuramente non ne rimarrete delusi. Da notare che i testi sono tutti in inglese. Così come la conversione, anche per la localizzazione non si sono sprecati molto.