Myst V: End of Ages
di
La fine di un'Era
Ci sono titoli che pur non proponendo particolari novità di rilievo finiscono con il rimanere bene impressi nella mente di chiunque ci si avvicini. Myst appartiene senza ombra di dubbio a questa particolare categoria, vuoi per le incredibili atmosfere new age che ha sempre saputo proporre, vuoi sopratutto per la singolare struttura di gioco adottata.
Dopo dodici anni di onorata carriera e nonostante un successo universalmente riconosciuto, il team Cyan ha comunque preferito calare il sipario sul mondo di Myst ed i suoi libri, proponendo con End of Age "non la fine dell'avventura, ma piuttosto la conclusione di un lungo viaggio"
Tra il vecchio ed il nuovo
Mantenendo fede al canovaccio che ha reso celebre la serie, End of Age fonda le proprie radici sull'aspetto più razionale e riflessivo della natura umana, ponendo il giocatore al centro di un'intricata trama fatta di sospetti, colpi di scena ed enigmi, e coinvolgendolo nell'esplorazione di mondi paralleli o Ere, raggiungibili attraverso particolari libri/portali, fino alla salvezza dell'antica quanto progredita civiltà D'ni.
Abbandonata "l'esperienza tattile" di Revelation in favore di un impostazione di gioco più classica, End of Age tenta tuttavia di discostarsi in modo piuttosto netto dei precedenti episodi, proponendo un'esperienza ludica finalmente libera dai limiti imposti dal mondo a due dimensioni.
Tralasciando la solita quanto scontata sequenza di enigmi più o meno complicati da risolvere, è infatti nella fase esplorativa che l'ultimo lavoro del team Cyan da il meglio di se, offrendo al giocatore la possibilità di interagire in modo più incisivo sia con l'ambiente circostante, non più limitato a mero oggetto decorativo, che soprattutto con i numerosi co-protagonisti (la giovane figlia di Atrus Yeesha e l'enigmatico Escher in primis) che si alterneranno durante l'avventura.
In tal senso bene ha fatto il team di sviluppo ad inserire il concetto delle "Lastre", ovvero di particolari pietre in grado interagire con le creature del luogo - B'ahro- e di assolvere sia al compito di strumento di controllo che di comunicazione vera e propria. In particolari situazioni e previa l'incisione di alcuni simboli tramite il movimento del mouse, sarà infatti possibile utilizzare tali Lastre per "invitare" i B'ahro, in grado di mutare anche il naturale scorrere del tempo, sia ad indicarci passaggi altrimenti irraggiungibili che a rivelarci la soluzione ad alcuni dei numerosi enigmi che incontreremo lungo il nostro cammino.
Al fine di migliorare ulteriormente l'esperienza di gioco, il team di sviluppo ha inoltre ben veduto di modificare sensibilmente il sistema di controllo, adattandolo alle nuove esigenze imposte dall'universo a tre dimensioni. Accanto ad un'impostazione di gioco più classica, con i comandi del tutto simili a quelli apprezzati nei precedenti episodi della stessa serie, sarà altresì possibile scegliere fra il sistema "classica plus", che garantisce una maggiore libertà di movimento, e quello battezzato "libera", decisamente vicino al sistema di controllo adottato negli action game in prima persona.
Tecnicamente parlando
Uno dei maggior punti di forza della serie è sempre stata la maestosità delle ambientazioni di gioco, in grado di immergere il giocatore in un mondo incredibilmente reale. In tal senso, il definitivo passaggio alla terza dimensione ha senz'ombra di dubbio giovato all'opera dei fratelli Miller, capace ora di affiancare al solito incredibile dettaglio grafico, la varietà visiva offerta da un motore non più limitato alla semplice gestione di immagini statiche e altresì in grado di abbinare a texture di altissima qualità, effetti "accessori" avanzati (bump mapping, lens flare) capaci di rendere il mondo di Myst decisamente più "vivo" e coinvolgente. In senso positivo si segnala la presenza di musiche new age decisamente evocative, mentre più di dubbio emerge sulla scelta, coraggiosa, di sostituire le splendide sequenze cinematiche eseguite con la collaborazione di attori in carne ed ossa, con personaggi poligonali realizzati tramite l'ausilio del motion capture.
In ultima analisi è invece opportuno approfondire il discorso legato all'opera di traduzione, riservata in questo capitolo alla parte inerente i testi ma non ai dialoghi in game. Per quanto tale scelta risulti tutto sommato trascurabile in sede narrativa, l'idea di affidarsi ad una grafia fin troppo stilizzata in tutte le scritture, fondamentali per il prosieguo del gioco, tende a spezzare fin troppo un'azione di gioco di per se già decisamente lenta e riflessiva.
Un pieno di Extra
Il team di sviluppo ha ritenuto opportuno concludere nel migliore dei modi l'esperienza di Myst, distribuendo il gioco all'interno di un'elegante package in pelle, disegnato sulla falsa riga dei libri creati da Atrus e dalla civiltà D'ni. Al di la del mero fattore estetico, la confezione comprende un interessantissimo booklet da collezione di ben 152 pagine realizzato dallo stesso Rand Miller, un'anteprima esclusiva del nuovo libro di Myst intitolato "The Book of Marrim", una guida alla grammatica della lingua D'ni e soprattutto un esaustivo making-off del gioco e delle precedenti esperienze.
Buona la quinta
Siamo ancora una volta davanti ad un titolo incredibilmente affascinante, capace di offrire un'esperienza di gioco unica nel suo genere. Gli oltre dodici anni di onorata carriera non sembrano infatti pesare sul mondo di Myst ed i suoi libri, in grado ancora una volta di catapultare il giocatore in un universo onirico con le proprie regole, le proprie storie, i propri drammi.Il recentissimo passaggio alla terza dimensione e la conseguente apertura al "mondo reale" ha inoltre permesso al team Cyan di sviluppare alcuni concetti rimasti imprigionati per troppo tempo nelle pagine "bidimensionali" dei precedenti capitoli, riuscendo a donare all'intero gioco quella dinamicità dell'azione di cui francamente si sentiva un po' il bisogno. Bravi Cyan, brava Ubisoft.
Ci sono titoli che pur non proponendo particolari novità di rilievo finiscono con il rimanere bene impressi nella mente di chiunque ci si avvicini. Myst appartiene senza ombra di dubbio a questa particolare categoria, vuoi per le incredibili atmosfere new age che ha sempre saputo proporre, vuoi sopratutto per la singolare struttura di gioco adottata.
Dopo dodici anni di onorata carriera e nonostante un successo universalmente riconosciuto, il team Cyan ha comunque preferito calare il sipario sul mondo di Myst ed i suoi libri, proponendo con End of Age "non la fine dell'avventura, ma piuttosto la conclusione di un lungo viaggio"
Tra il vecchio ed il nuovo
Mantenendo fede al canovaccio che ha reso celebre la serie, End of Age fonda le proprie radici sull'aspetto più razionale e riflessivo della natura umana, ponendo il giocatore al centro di un'intricata trama fatta di sospetti, colpi di scena ed enigmi, e coinvolgendolo nell'esplorazione di mondi paralleli o Ere, raggiungibili attraverso particolari libri/portali, fino alla salvezza dell'antica quanto progredita civiltà D'ni.
Abbandonata "l'esperienza tattile" di Revelation in favore di un impostazione di gioco più classica, End of Age tenta tuttavia di discostarsi in modo piuttosto netto dei precedenti episodi, proponendo un'esperienza ludica finalmente libera dai limiti imposti dal mondo a due dimensioni.
Tralasciando la solita quanto scontata sequenza di enigmi più o meno complicati da risolvere, è infatti nella fase esplorativa che l'ultimo lavoro del team Cyan da il meglio di se, offrendo al giocatore la possibilità di interagire in modo più incisivo sia con l'ambiente circostante, non più limitato a mero oggetto decorativo, che soprattutto con i numerosi co-protagonisti (la giovane figlia di Atrus Yeesha e l'enigmatico Escher in primis) che si alterneranno durante l'avventura.
In tal senso bene ha fatto il team di sviluppo ad inserire il concetto delle "Lastre", ovvero di particolari pietre in grado interagire con le creature del luogo - B'ahro- e di assolvere sia al compito di strumento di controllo che di comunicazione vera e propria. In particolari situazioni e previa l'incisione di alcuni simboli tramite il movimento del mouse, sarà infatti possibile utilizzare tali Lastre per "invitare" i B'ahro, in grado di mutare anche il naturale scorrere del tempo, sia ad indicarci passaggi altrimenti irraggiungibili che a rivelarci la soluzione ad alcuni dei numerosi enigmi che incontreremo lungo il nostro cammino.
Al fine di migliorare ulteriormente l'esperienza di gioco, il team di sviluppo ha inoltre ben veduto di modificare sensibilmente il sistema di controllo, adattandolo alle nuove esigenze imposte dall'universo a tre dimensioni. Accanto ad un'impostazione di gioco più classica, con i comandi del tutto simili a quelli apprezzati nei precedenti episodi della stessa serie, sarà altresì possibile scegliere fra il sistema "classica plus", che garantisce una maggiore libertà di movimento, e quello battezzato "libera", decisamente vicino al sistema di controllo adottato negli action game in prima persona.
Tecnicamente parlando
Uno dei maggior punti di forza della serie è sempre stata la maestosità delle ambientazioni di gioco, in grado di immergere il giocatore in un mondo incredibilmente reale. In tal senso, il definitivo passaggio alla terza dimensione ha senz'ombra di dubbio giovato all'opera dei fratelli Miller, capace ora di affiancare al solito incredibile dettaglio grafico, la varietà visiva offerta da un motore non più limitato alla semplice gestione di immagini statiche e altresì in grado di abbinare a texture di altissima qualità, effetti "accessori" avanzati (bump mapping, lens flare) capaci di rendere il mondo di Myst decisamente più "vivo" e coinvolgente. In senso positivo si segnala la presenza di musiche new age decisamente evocative, mentre più di dubbio emerge sulla scelta, coraggiosa, di sostituire le splendide sequenze cinematiche eseguite con la collaborazione di attori in carne ed ossa, con personaggi poligonali realizzati tramite l'ausilio del motion capture.
In ultima analisi è invece opportuno approfondire il discorso legato all'opera di traduzione, riservata in questo capitolo alla parte inerente i testi ma non ai dialoghi in game. Per quanto tale scelta risulti tutto sommato trascurabile in sede narrativa, l'idea di affidarsi ad una grafia fin troppo stilizzata in tutte le scritture, fondamentali per il prosieguo del gioco, tende a spezzare fin troppo un'azione di gioco di per se già decisamente lenta e riflessiva.
Un pieno di Extra
Il team di sviluppo ha ritenuto opportuno concludere nel migliore dei modi l'esperienza di Myst, distribuendo il gioco all'interno di un'elegante package in pelle, disegnato sulla falsa riga dei libri creati da Atrus e dalla civiltà D'ni. Al di la del mero fattore estetico, la confezione comprende un interessantissimo booklet da collezione di ben 152 pagine realizzato dallo stesso Rand Miller, un'anteprima esclusiva del nuovo libro di Myst intitolato "The Book of Marrim", una guida alla grammatica della lingua D'ni e soprattutto un esaustivo making-off del gioco e delle precedenti esperienze.
Buona la quinta
Siamo ancora una volta davanti ad un titolo incredibilmente affascinante, capace di offrire un'esperienza di gioco unica nel suo genere. Gli oltre dodici anni di onorata carriera non sembrano infatti pesare sul mondo di Myst ed i suoi libri, in grado ancora una volta di catapultare il giocatore in un universo onirico con le proprie regole, le proprie storie, i propri drammi.Il recentissimo passaggio alla terza dimensione e la conseguente apertura al "mondo reale" ha inoltre permesso al team Cyan di sviluppare alcuni concetti rimasti imprigionati per troppo tempo nelle pagine "bidimensionali" dei precedenti capitoli, riuscendo a donare all'intero gioco quella dinamicità dell'azione di cui francamente si sentiva un po' il bisogno. Bravi Cyan, brava Ubisoft.