N-Gen Next Generation Racing

di Redazione Gamesurf
In questo clima di citazioni piuttosto marcate da Gran Turismo non potevano ovviamente mancare le patenti, rilasciate dopo aver compiuto un giro su un circuito in un tempo particolarmente basso, essenziali per poter partecipare a qualsiasi gara. Non resta quindi che mettersi al comando del proprio jet, non prima di aver fatto un'ultima ma fondamentale scelta relativa al sistema di comando; le differenze tra Arcade e Pro sono infatti decisamente marcate e riguardano la libertà di manovra che il giocatore ha sul proprio mezzo

QUALCOSA NON VA
Malgrado le ottime premesse della vigilia, una volta esaminato a fondo questo N-Gen Racing non si può evitare di sottolineare tutta una serie di difetti che gli impediscono di diventare un must, a cominciare dall'esagerato livello di difficoltà impostato dai programmatori; in un periodo in cui ci si lamenta sempre più spesso per la scarsa longevità dei titoli sul mercato, il prodotto dei Curly Monsters risulta decisamente troppo impegnativo anche per i giocatori più esperti
A ciò va sommato un sistema di controllo che, per il desiderio stesso di riprodurre quanto più realisticamente possibile i controlli di un vero jet, male si sposa con il track design fatto nella maggior parte dei casi di circuiti stretti e curve a gomito. Se é vero che una buona dose di pratica contribuisce a rendere tale difetto decisamente più sopportabile, d'altra parte non si può non sollevare qualche dubbio sull'effettiva affinità esistente tra gare e aerei. Con ogni probabilità l'intento dei programmatori era quello di distaccarsi dalla massa di titoli del genere, fatto sta che il connubio adottato non riesce a convincere appieno
La presenza poi di armi, utilizzabili per mettere i bastoni fra le ruote dei propri avversari, non fa altro che rendere ancora più complicata l'impresa di mantenere il proprio jet entro i limiti del tracciato e, soprattutto, a un'altitudine costante. La colonna sonora, come la tradizione post-Wipeout vuole, é composta di brani disco ad alto livello di bpm che, per quanto di buonissima fattura, non mancheranno di deludere i detrattori del genere. A conti fatti la produzione Infogrames non si rivela affatto un pessimo gioco, anzi, e gli aspetti interessanti non mancano di certo. Fatto sta che, a causa di difetti su cui é francamente difficile sorvolare, lascia nel complesso l'amaro in bocca. Un vero peccato quindi, anche e soprattutto considerando la realizzazione tecnica, di certo una tra le migliori mai apparse su PlayStation