Namco Museum

di Redazione Gamesurf
Al termine "museo" associamo sempre qualcosa di vecchio, antico ed anche un po' palloso (male, malissimo perché i nostri musei sono tra le cose più belle del nostro paese), ma se ci accostiamo anche il nome NAMCO, allora la cosa diventa alquanto inquietante.

In effetti quando si pensa a qualcosa di tecnologico e futuristico, il pensiero va subito ai Computer, alle Console e alla loro forma più ludica e variopinta: i videogames. Quindi parlare di museo, in realtà ci fa capire che il tempo è passato e ci sono intere nuove generazioni di gamers che non conoscono i primi videogames che invece ci hanno fatto tanto giocare e divertire.
Facciamo una piccola prova per vedere se siete abbastanza vecchi.

Se vi dico Blinky, Inky, Pinky e Clyde cosa vi torna in mente? Chi se li ricorda?
Beh erano i quattro spettri protagonisti, insieme a Pac Man, del videogames più famoso di sempre, quello che ha radicalmente cambiato la storia di questo settore e che a tutt'oggi mantiene il suo posto tra le SuperStar di tutti i tempi.
Io detestavo/amavo questi quattro simpatici e spettrali personaggi, che erano l'incubo dei miei pomeriggi videoludico, trascorsi a scappare da loro per l'oscuro labirinto pieno di palline energetiche, fin quando s'incontrava la pillolona e allora da preda mi trasformavo in cacciatore ed a scappare erano gli spettri.

Quanti ricordi! Comunque non divaghiamo e torniamo in sede di articolo, per dirvi che il gioco che stiamo recensendo oggi per la piccola console di Nintendo, si chiama Namco Museum ed è una raccolta di alcuni tra i giochi più vecchi e fortunati della gloriosa casa di intrattenimento videoludica Nipponica.
Vediamoli nel dettaglio.


Dig Dug
Come non ricordarsi di questo giochino del 1982 dove noi impersoniamo una talpa alle prese con la realizzazione d'alcune gallerie sotterranee?
Il gioco era coloratissimo e aveva uno stuolo d'estimatori per via della giocabilità sopraffina e dell'ottimo audio, con musichette indovinate e divertenti..
La conversione è riuscita molto bene ed è uno dei miei giochi preferiti di questa compilation.


Galaga
A mio avviso uno dei migliori sparatutto mai realizzato, dotato di un intelligente sistema di controllo, di una grafica sopraffina e di un ottimo gameplay, mi ricordo che era possibile duplicare il cannone facendosi catturare l'astronave, per poi riprendersela successivamente, inoltre adoravo le schiere di insetti che volando armoniosamente formavano delle belle figure sui monitor.
Purtroppo l'unico inconveniente viene dal pad che non è adattissimo a gestire la navicella che deve essere comandata con estrema velocità e rapidità, per il resto il gioco è assolutamente identico a quello da Bar e quindi fantastico.


Galaxian
Il secondo sparatutto della collezione NAMCO è questo Galaxian che all'epoca delle sua uscita fu accolto come uno dei migliori giochi di sempre.
Il gameplay è sostanzialmente identico a quanto visto su altri giochi del genere, ma le musiche e la bellissima e colorata grafica lo fecero emergere su tutti.
La sua realizzazione per GBA è assolutamente esente da critiche.



Ms. Pac Man
Siamo nel 1982 ed oltre che seguire le partite dei mondiali, passavo i caldi pomeriggi di quell'anno a giocare al seguito di Pac Man, che aveva per protagonista un bizzarro personaggio al femminile, realizzato prendendo il buon Pac-Man, mettendogli sul capo uno strambo fiocchetto rosso ed un po' di rossetto sulle labbra. Altro che Lara Croft!
In effetti il gioco risulta quasi del tutto simile al classico Pac-Man, solo che allora la NAMCO ebbe l'intuizione geniale di voler allargare l'utenza anche al pubblico femminile, che all'inizio era abbastanza refrattario verso i videogames, creando un personaggio che ne potesse catturare l'attenzione, Ms. Pac-Man per l'appunto.
Purtroppo la conversione di questo simpatico gioco sul GBA soffre del fatto che lo schermo del GBA è sviluppato in lunghezza a differenza dello sviluppo verticale del gioco originale, per questo motivo NAMCO ha inserito due modalità, una provvista di scorll e l'altra che adatta il gioco allo schermo.
La prima è pressoché inutilizzabile per il semplice motivo che il gioco consiste nel tenere sotto controllo i fantasmini e quindi il non vederli, anche per brevi periodi, ci porta inevitabilmente alla sconfitta, l'altra, in questo senso, è sicuramente migliore, ma le dimensioni del tutto sono più adatte ad un'aquila che ad una povera talpa come il sottoscritto.
Un altro piccolo problema proviene dal pad della console che non si adatta benissimo alla frenetica velocità il gioco richiede.


Pole Position
Il gioco di guida che più ho amato in assoluto, il mitico ed immortale Pole Position di Atari, ed in questo caso la riproduzione del gioco è assolutamente esente da difetti.
Con un pulsante acceleriamo, con un altro freniamo e poi ci sono le due marce Hi e Lo, a questo proposito mi ricordo che appena partiti dovevamo fare una specie di doppietta per aumentare l'accelerazione.
Il gioco è quanto di più semplice ci spossa essere e si deve cercare di giungere al traguardo cercando di completare i tre giri che ci separano dalla ragazzina con la bandiera a scacchi.

Come abbiamo visto i giochi contenuti in questa compilation sono veramente degni di stare in un museo, perché a quasi vent'anni di distanza dalla loro pubblicazione rimangono ancora dei camei quanto a giocabilità e divertimento