NBA 2K

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Senza dubbio, in mezzo a tanto splendore, é lecito attendersi una giocabilità all'altezza e, anche sotto questo aspetto, NBA 2K non delude. Il sistema di controllo é molto ben studiato e permette, dopo una certa dose di allenamento, di padroneggiare al meglio ogni singola possibilità offerta. E le opportunità sono veramente molte: con un minimo di pratica é possibile replicare praticamente ogni sorta di giocata, offensiva o meno, tipica di questo sport. La completezza e la comodità del tutto (leggermente minate dalla costruzione forse poco ergonomica del pad SEGA, problema comunque sormontabilissimo con un minimo di pratica) non significano comunque eccessiva semplicità. Uno dei maggiori pregi di questo gioco consiste nel notevole impegno richiesto per conseguire buoni risultati
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NBA 2K è ormai l'unico modo che ha lo sfortunato Jason per portare a termine la stagione.

Padroneggiare il sistema di controllo é relativamente semplice, mettere il tutto in pratica contro le difese più forti del mondo non lo é affatto. Per capirci, scordatevi tranquillamente, in particolar modo giocando a livello All Star, di andare a schiacciare in faccia a Tim Duncan con il primo pivellino uscito dal college e non crediate sia semplice replicare la spettacolare cavalcata dei Lakers di Phil Jackson
Questo non é un arcade qualunque
Questo é basket.
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Purtroppo la perfezione non è di questo mondo e, almeno nel commento, devo forzatamente stemperare un po' i toni entusiastici della recensione. Al di là di qualche lieve imperfezione grafica che spunta ogni tanto (alcuni sporadici casi di bad clipping nei contatti fra i giocatori, più che altro) e delle formazioni non aggiornate agli ultimissimi spostamenti di mercato (Toni Kukoc gioca ancora nei Bulls), è mio dovere segnalare un difetto che è poi, da sempre, una pecca di ogni singolo gioco di basket si sia mai visto: vengono fischiati pochi falli offensivi. Si tratta, come al solito, di una scelta volta a non spezzare troppo l'azione di uno sport che già di suo può non vantare una continuità elevatissima. Il basso numero di sfondamenti fischiati, pur rendendo effettivamente più facile eseguire giocate spettacolari, stona un po' in un prodotto che, sotto qualsiasi altro aspetto, gode di un rigore simulativo notevolissimo. Oltretutto è quasi ridicolo il fatto che si possa decidere la severità con cui gli arbitri dovrebbero giudicare questo tipo di falli. Ciononostante va detto che è un problema molto meno presente rispetto a quanto visto in altri giochi e che si sente veramente solo quando ci si ritrova ad attaccare una squadra tecnicamente e fisicamente molto inferiore.
Sbrigata questa piccola formalità, non posso fare altro che confermare quanto detto nel testo principale ribadendo l'incredibile bellezza di questo gioco. Notevolissima accuratezza simulativa (al di la del difettuccio di cui sopra), grandissime giocabilità e longevità (assicurata, una volta tanto, da un livello di sfida effettivamente impegnativo, oltre che dalla modalità in multiplayer), intelligenza artificiale raffinatissima e una realizzazione tecnica semplicemente assurda rendono questo gioco la migliore esperienza videoludica che un appassionato di basket possa desiderare.