NBA 2K Playgrounds 2
Quella di NBA 2K Playgrounds 2 è una storia travagliata: il titolo era inizialmente destinato ad essere pubblicato a maggio di quest’anno, poi alcune vicissitudini hanno investito il team di sviluppo, Saber Interactive, ma un lieto fine li ha portati a finire sotto l’ala protettrice di 2K, la quale ha evidentemente creduto nel progetto di questo gioco di basket in quanto il titolo ha finalmente visto la luce quasi in concomitanza con l’inizio della stagione NBA.
Vediamo dunque se NBA 2K Playground 2 sarà riuscito a convincerci dopo il mezzo passo falso del prequel.
Scartando figurine
Il gioco si presenta come il classico 2 contro 2, con la possibilità di scegliere da un roster di circa 300 giocatori tra stelle contemporanee e vere e proprie leggende del calibro di Michael Jordan e Kobe Bryant, ma non pensate di poter impersonare i panni di Malone, Rodman, Barkley o McHale, in quanto le assenze (più o meno ingiustificate) sono numerose. Anche l’associazione giocatore-squadra non è sempre aggiornata alla stagione corrente, come nel caso (tra gli altri) di Carmelo Anthony o Rajon Rondo, i quali sono rimasti coi team dell’anno scorso.
Il vero problema, tuttavia, consiste nell’indisponibilità iniziale dell’intero (o quasi) elenco di giocatori presenti nel gioco. Per sbloccarli dovrete prendere parte a partite e vincerle, quindi accumulare un certo quantitativo di crediti, pari a 5000, per sbloccare l’intero gruppo, oppure procedere a scartare pacchetti di “figurine” distinguibili in tre tipologie, dai meno costosi bronzi ai più “cari” oro (che contengono atleti leggendari), con gli argenti a collocarsi immancabilmente nel mezzo. Si tratta di un sistema che tuttavia riserva anche brutte sorprese come i doppioni, meno frequenti rispetto a quanto visto nel prequel ma comunque capaci di strappare qualche espressione colorita. Se doveste proprio scartare un personaggio che già vi appartiene, sarete comunque ricompensati da un carico extra di statistiche.
Alternativa costosa
A tutto ciò si potrebbe chiudere un occhio, accettando di malgrado, ma ciò che indispone maggiormente è il ritmo con cui accumulerete i crediti, il quale è davvero molto, troppo lento: se pensate che dopo alcune ore di gioco ci è capitato di portarne a casa solo 200, si capisce come raggiungere i 5000 necessari per sbloccare l’intero pacchetto sia un vero e proprio miraggio irraggiungibile.
Da qui la necessità di grindare per un quantitativo disumano di ore al fine di arrivare a sbloccare tutto lo sbloccabile, oppure lasciarsi abbandonare alla tentazione di pagare una microtransazione di una decina di euro per accedere immediatamente a tutti i personaggi, anche se poi vi toccherà comunque di utilizzarli in modo estensivo per migliorarne le statistiche.
Completa il quadro dei contenuti un altro pacchetto di sbloccabili, denominato Swag, che include perlopiù capi di abbigliamento e gadget utili a colorare e customizzare i vostri beniamini, uno di quei pacchetti che faranno contenti i fan sfegatati.
Contenuti aumentati
Le modalità presenti nel gioco sono più numerose rispetto a quanto visto nel prequel, andando quindi a colmare uno dei più gravi difetti di un titolo che l’anno scorso ha divertito, ma non ha convinto. Qui potremo quindi giocare con le classiche esibizioni, le gare a tre punti, le stagioni nba (una quindicina di match da 3 minuti ciascuno, con tanto di playoff), senza contare i tornei online che si appoggiano a un sistema di matchmaking piuttosto funzionale, capace di classificare i giocatori sulla base delle statistiche. Una ulteriore aggiunta consiste nel poter chiamare amici e conoscenti al torneo online, utile ad incrementare il coinvolgimento.
Il gameplay anch’esso è migliorato, con un sistema di tiro nuovo, tale da richiedere un tantino di pratica per prenderci la mano. Ovviamente il gioco conferma quanto mostrato l’anno scorso, con un gameplay visibilmente arcade che rinnega ogni velleità simulativa, mostrando invece l’interesse nella spettacolarizzazione delle giocate più improbabili, con anche l’inserimento di effetti magici una volta riempita la barra dedicata, la quale potrebbe donare un vantaggio come una gelata sul proprio canestro che impedirà agli avversari di segnare punti, piuttosto che l’infallibilità nei tiri dei propri giocatori.
Giocatori simili
La differenziazione dei giocatori tuttavia non è così netta come probabilmente dovrebbe essere, con stoppatori, attaccanti i rimbalzisti non così differenti una volta ottenuto più o meno lo stesso livello di statistiche, quindi per la costruzione del proprio dream team potrebbe non essere poi così importante scegliere oculatamente i giocatori sulla base delle loro caratteristiche.
Tecnicamente il gioco si presenta bene, con una grafica che fa risaltare le caricature dei giocatori, le quali tuttavia non sempre sono riconoscibilissime. Per il resto le animazioni sono ben realizzate e fluide, senza tentennamento di sorta.
Anche i campetti, il cuore del gioco, sono ben rappresentati, con una discreta varietà di tipologie, anche se non influenzeranno nel gameplay in sé. Sarebbe stato bello vedere ad esempio gli effetti atmosferici condizionare il gameplay, magari rendendo più scivoloso il terreno a causa della pioggia piuttosto che aggiungere difficoltà per il vento.
Il sonoro fa il suo lavoro con una telecronaca discreta e a tratti ripetitiva a causa di una limitatezza di battute.