NBA 2K18
La stagione ufficiale della NBA partirà fra qualche settimana, ma come da tradizione i parquet virtuali sono già stati invasi da migliaia di giocatori, grazie all’uscita di NBA 2K18. Il titolo di Visual Concepts punta, ancora una volta, a ridefinire il concetto di basket virtuale con l’introduzione di una nuova modalità che strizza l’occhio agli open world online. Scopriamo come.
La legge della strada
C’è una grande novità in questo NBA 2K18, e si chiama “vita di quartiere”. Una variante che punta a ridefinire il concetto di carriera, offrendo non solo momenti salienti nella crescita di un giocatore, ma ornandoli con un quartiere, vivo, pulsante, liberamente esplorabile e popolato persino da altri giocatori.
Un modo di intraprendere la “road to 99” in maniera completamente differente rispetto a come è stata interpretata sino ad oggi. Di fatto la crescita del nostro giocatore avviene attraverso un sacco di attività che permettono di vivere un vero e proprio quartiere, terreno fertile di storie di rivalsa, crescita e amore verso il mondo del basket.
Il protagonista di questa epopea si chiama DJ e può essere personalizzato interamente andando dal barbiere, potenziato portandolo a fare esercizi in palestra, oppure rendendolo cool facendogli acquistare vestiti all'interno dell’NBA store (modellato su quello di New York). Il cuore dell’esperienza sono però i campetti di quartiere, dove si dimostra di valere molto più di un canestro sgangherato e quel cemento che fa molto più male di un parquet.
L’epopea di DJ è quella classica del genere sportivo, quella che abbiamo già avuto la possibilità di vivere all’interno dei capitolo precedenti, a cui però si è cercato di dare più via vita e realtà inserendola all'interno di un quartiere vivo, pulsante, e abitato da altri giocatori.
Un’esperimento in larga parte riuscito, ma che, come tutte le prime volte, dovrà essere perfezionato in ottica futura. Se sotto l'aspetto puramente ludico il gioco può appoggiarsi sulle solide basi di un gameplay a tratti perfetto, è il comparto narrativo ad aver bisogno di una piccola marcia in più. Ip personaggi sono privi idi personalità e molte delle cut scene (che inspiegabilmente non possono mai essere saltate) che scandiscono i momenti salienti della carriera di DJ, non sono per nulla carismatiche, abbattendo persino i personaggi che non riescono a spiccare per personalità.
A questo elemento narrativo aggiungiamo anche altre due considerazioni che speriamo vengano prese in considerazione per l'anno prossimo. In primis la necessità di mettere nelle shorcut per arrivare alle varie attività che si vogliono svolgere nel quartiere (dopo diverse ore di gioco sulle spalle, diventa abbastanza noioso muoversi da un punto all’altro); in seconda battuta cercare di bilanciare meglio l’offerta nel caso non si possa andare online, dato che, in mancanza di connessione ad internet, l’offerta del quartiere viene “downgradata” ad una banalissima carriera.
Errori di gioventù, che però potranno essere sistemati nella prossima edizione. Sì, perché la nostra speranza è che questa modalità venga coltivata e migliorata in futuro, raggruppano in maniera ancora più coesa Il Mio Parco, Pro-Am e carriera. L’idea è davvero ottima, e l’introduzione di elementi RPG e free roaming, è intrigante, al netto della gestione legata all’utlizzo del VC all’interno del gioco, che sta creando non poche polemiche tra gli utenti.
Ad ognuno la sua scelta
Esclusa questa modalità, le altre proposte all’interno del pacchetto sono abbastanza standard, e richiamano quelle viste nelle annate precedenti. Pensiamo alla modalità esibizione, alla stagione o alla modalità playoff (per andare direttamente al cuore della postseason). Per gli amanti del ruvido cemento e dei campetti di periferia, la modalità blacktop permette di mettersi in match 1vs1, 2vs2 e così via, decidendo persino le regole di “ingaggio” in termini di punteggio e regolamento.
Le tre modalità principe sono senza dubbio: La mia Carriera, La Mia Squadra e Il Mio GM. Della prima ve ne abbiamo parlato in maniera esaustiva qualche riga sopra. Sulle altre due vale davvero la pena spendere qualche parola. La seconda invece, come già sicuramente saprete, è la risposta di 2K all’Ultimate Team di Ea Sports. In questa nuova versione sono state fatte diverse rifiniture, tra cui, quella sicuramente più interessante, è legata al salary cap per limitare alcuni squadre troppo sbilanciate. Come sempre inoltre, si potranno ingaggiare giocatori attualmente in attività e leggende che hanno segnato la storia di questo sport (mancano tuttavia nomi importantissimi, su tutti Barkley).
Molto interessante quest’anno anche la modalità Il Mio GM, in cui andremo a vivere la parte gestionale e tecnica di una franchigia NBA. Diverse nuove opzioni e rifiniture sono state aggiunte per sia nella parte più legata al marketing e alla gestione del brand, sia per quella di controllo della squadra, con una sessione di allenamenti e schemi più dettagliata . A questi elementi si aggiunge, anche in questa variante di gioco, una sorta di storia composta da cut scene riguardanti la nostra figura di GM. Niente di eclatante, ma feature molto gradita.
Un basket impegnativo
Tutto questo è ovviamente l’involucro di una serie di contenuti puramente di gameplay che esaltano ancora di più il concetto di simulazione di basket che sta alla base di questo progetto. Non ci troviamo davanti ad una rivoluzione vera e propria, ma piuttosto ad una rifinitura generale di un prodotto complesso ma estremamente appagante.
Ecco che quindi troviamo una fisica decisamente più realistica, in cui le collisioni tengono conto delle proporzioni, ad esempio, e nella costruzione dell’azione offensiva (ma anche in difesa) lo studio dell’azione sarà fondamentale. Scordatevi insomma le penetrazioni “nel burro”, non saranno così scontate.
Merito anche di una intelligenza artificiale tutt’altro che perfetta, ma decisamente migliorata in ottica futura; squadre in grado di leggere le azioni, capire se si creano mismatch. Sulla linea da tre troviamo un giocatore non particolarmente pericoloso? La difesa slitterà nella copertura e nel blocco di altri avversari, magari più pericolosi nel rimbalzo sotto canestro. In questo schema perfetto ovviamente ci pensano stelle come Irving, James, Westbrook. Personalità che esulano dal concetto di cestita classico, tanto che nel videogioco godono di animazioni personalizzate, e stile di gioco unico.
Lo ripetiamo, pur trovandoci ben lontani dalla perfezione, il lavoro svolto quest’anno dai ragazzi di Visual Concepts è davvero soldissimo, e la cosa è ulteriormente confermata da un comparto visivo di assoluta eccellenza. Le proporzioni delle differenti strutture dei giocatori sono ora più realistiche (con qualche sporadica eccezione) ed in generale la fluidità dei 60fps, unita alle ottime animazioni, rende l’azione su schermo incredibile e dettagliata.
Palazzetti, tatuaggi dei cestisti e tutto il contorno che da sempre rende l’NBA un vero spettacolo dentro e fuori dal campo, sono perfettamente riportati all’interno del gioco. Sotto questo senso l’esperienza è davvero ai massimi livelli, ancora più ricca dell’anno appena trascorso.
Infine segnaliamo sia un comparto online finalmente più solido degli anni passati (almeno nella provata effettuata da noi su PS4) e una componente sonora validissima sia nei termini del commento tecnico (rigorosamente in lingua inglese) quanto in quella della colonna sonora fatta da pezzi rap, hip-hop e persino pezzi italiani (tra cui Emis Killa).