NBA 2K3
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Il tutto richiede ovviamente una certo tempo di apprendimento, ma è studiato in modo tale da permettere al neofita di gettarsi subito nella mischia. Per chi preferisce prendere dimestichezza con i controlli prima di scendere in campo, è presente la modalità di allenamento, grazie alla quale possiamo provare ogni singola azione effettuabile successivamente in partita: le tre modalità presenti consentono di effettuare la pratica con un singolo giocatore, piuttosto che con la propria squadra al completo, piuttosto che con una squadra avversaria che funge da perfetto sparring partner. Alla luce di cotanta magnificenza e dopo svariate sessioni di gioco, possiamo dire che sbagliare un'azione non è mai imputabile ad un difetto del sistema di controllo e non ci sono momenti nei quali si inveisce contro di esso dopo aver sbagliato la più facile delle azioni. In breve tempo il joypad diventa un'estensione del proprio corpo e si ha quasi la sensazione di controllare i giocatori su schermo col pensiero: in pratica non si avverte mai la pesantezza di altri sistemi di controllo implementati, spesso con poca cura, in altri giochi.
A completamento di un gameplay brillante, buona parte del merito del quale è da attribuire all'ottimo sistema di controllo, da sfoggio di se' una cosmesi di buon livello, sia dal punto di vista grafico che dal punto di vista sonoro anche se, volendo essere pignoli, c'è da dire che probabilmente non vengono sfruttate al 100% le potenzialità della console. Dal punto di vista grafico, infatti, il gioco risulta pressoché identico alla già ottima versione per playstation 2. Lo sviluppo dei giochi in multi piattaforma ha il pregio di aumentare il bacino potenziale di utenza, ma ha l'evidente difetto di appiattire verso il basso gli standard grafici: come già detto, in questo caso il lavoro dal punto di vista grafico è stato molto buono, ma si sarebbe potuto fare uno sforzo in più per migliorare i piccoli difetti, riscontrati in sede di recensione della versione playstation 2 (parliamo del pubblico e dei piccoli rallentamenti durante le rimesse). L'audio comprende tutto quello un appassionato pignolo si aspetterebbe di trovare in un titolo del genere: il commento dello speaker che urla il nome dell'autore dell'ultima marcatura, il tifo del pubblico, il rumore delle scarpe da basket che fanno attrito sul parquet e la telecronaca (presente esclusivamente in lingua inglese).
Il tutto è condito da una gradevole base musicale udibile durante la permanenza all'interno del menu di gioco (e sarà una lunga permanenza se si vuol spremere il gioco fino al midollo). Come abbiamo visto nel corso della recensione, configurabilità è la parola chiave per descrivere i giochi della serie Sega Sports. Anche il livello di difficoltà di NBA 2K3 non sfugge a questa regola: ci sono tre livelli presenti, grazie ai quali chiunque saprà trovare pane per i propri denti e per le proprie capacità. Ma anche al livello più basso, la CPU rappresenta un avversario più che degno, capace di imporci sonore batoste se la partita non viene affrontata col giusto piglio e con la giusta concentrazione. Concentrazione richiesta per tutto il corso della partita, sia in fase di attacco che in fase difensiva. Non risulta mai banale e scontato mettere a segno un canestro, come inutile risulta essere premere il tasto per rubare la palla a casaccio in fase difensiva, sperando di partire in un rapido contropiede: studiare le diagonali di passaggio degli avversari è fondamentale per riuscirci.
In sostanza possiamo rispondere affermativamente alla domanda iniziale. I Visual Conceps sono riusciti a sfornare un titolo che si plasma perfettamente intorno al giocatore, qualunque esso sia, non perdendo mai di vista l'obiettivo di creare una bellissima simulazione di questo sport.