NBA Live 14
di
Roberto Vicario
La storia della serie NBA Live di EA non é sicuramente tra le più felici del panorama videoludico. Dall'arrivo sul mercato di NBA 2K di 2K Sports, la serie ha perso nell corso degli anni numerosi appassionati, fino ad arrivare a tre anni fa, in cui il colosso americano, ha deciso di bloccare la serie per rifondare e ripartire da zero.
Dopo tre anni di attesa, e una nuova generazione ormai sul mercato EA Sports ha deciso di gettare nuovamente nella mischia il suo brand. Come sarà andata? purtroppo non bene.
Un basket d'altri tempi...
Incredulità, questa la prima sensazione che abbiamo percepito dopo diverse ore passate in compagnia di NBA Live 2014. Si, perché dopo tre anni di sviluppo, e un hardware in grado di offrire possibilità nettamente superiori a quelle della generazione passata, trovarsi a giocare un titolo così carente sotto molteplici aspetti, ci ha francamente spiazzato.
Cosa non funziona in NBA Live 2014? Quasi tutto ci verrebbe da dire, ad eccezione della nutrita quantità di modalità di gioco. A non funzionare é soprattutto il gameplay: lento, statico, poco amalgamato e carente in termini di animazioni.
Imbastire un'azione che non contempli unicamente penetrazioni (per lo più, brutte da vedere) é davvero difficile, quasi impossibile. La colpa va data a molteplici elementi. Su tutti dobbiamo citare le pochissime animazioni presenti nel gioco. Realizzare dei pick & roll, degli scarichi per il tiro da tre, piuttosto che delle azioni atte a liberare il giocatore per il tiro dalla media distanza, risultano quasi impossibili, non solo per i già citati ed estremamente scriptati movimenti dei giocatori, ma soprattutto per un'intelligenza artificiale che risulta francamente inaccettabile nel 2014.
Imbastire un'azione di attacco, senza che sia il giocatore a chiamare fisicamente lo schema sul d-pad é una pratica quasi utopistica. I giocatori controllati dal computer risultano statici, mettendosi in un punto del rettangolo di gioco ed aspettando che gli venga passata la palla. Solo chiamando lo schema assisteremo a qualche blocco, taglio o smarcamento per il passaggio. Anche l'I.A. non brilla certo per intelligenza, con una difesa estremamente lacunosa ed un attacco che sembra giocatore esclusivamente sullo sfondamento per un schiacciata od un terzo tempo sotto canestro. Poca varietà insomma.
Queste scelte portano in grembo diversi problemi purtroppo esageratamente macroscopici. Da una parte squadre che giocano tutte in maniera similare. Con Celtics, Heat e Warriors che sembrano uno la fotocopia dell'altro; in secondo luogo ci troviamo davanti ad un prodotto che sembra voler (volutamente?) cancellare la difesa a favore della spettacolarità dell'attacco. Vero che noi europei prediligiamo la cura nell'azione difensiva, ma cancellarla del tutto ci sembra francamente eccessivo.
Spettacolarità che tra l'altro manca per colpa di un sistema di collisioni a dir poco pessimo e una fisica della palla che risulta lontana anni luce da quella di altri sportivi. Nel primo caso ci troviamo davanti a compenetrazioni poligonali imbarazzanti, che vengono a galla sopratutto in fase di pick & roll o di giocatori spalle al canestro. Nel secondo caso, invece, torna prepotentemente di moda il famoso effetto “calamita” che renderà anche i giocatori più scarsi dei veri e propri mostri di ball handling. Insomma, realismo pari allo 0.
A chiudere questa girandola di elementi negativi, ci pensa un sistema di controllo che risulta poco ottimizzato per il gamepad. Chiamare i passaggi (con i classici pulsanti sopra la testa del giocatore) piuttosto che gli schemi, o realizzare le infallibili skill moves risulta alquanto scomodo rispetto alla concorrenza e solamente dopo un cospicuo monte ore di gioco si potrà dire di averci preso la mano.
Tutto risulterà quindi estremamente piatto e monotono con azioni fotocopia non solo all'interno della stessa partita, ma indipentemente dal team selezionato. In parole povere, ma l'avrete sicuramente già capito, a NBA Live mancano due elementi fondamentali per un gioco di Basket, ma anche sportivo in generale: un pizzico di simulazione e sopratutto il divertimento. Un peccato, soprattutto se andiamo a guardare le ottime modalità di presenti nei menu di gioco.
Modalità per tutti i gusti
Dove NBA Live 2014 mostra spiragli di positività, é sicuramente all'interno delle modalità di gioco in cui potranno cimentarsi gli amanti del parquet videoludico. Le due varianti principali sono sicuramente Dinastia e Carriera. La prima permetterà al giocatore di diventare GM di una delle franchigie presenti in NBA, dovendone gestire tutti gli elementi che ogni buon GM tiene sotto controllo nel corso di una regular season ed eventualmente dei play off.
Meno accattivante, soprattutto se paragonata a quella del diretto concorrente, risulta essere la carriera che ci chiede di far nascere una nuova stella all'interno del firmamento NBA. Nonostante una gestione della crescita del personaggio alquanto sbilanciata ed estremamente punitiva (ad ogni tiro sbagliato avremo dei malus) quello che manca principalmente alla modalità é tutta la parte cosi detta social: contatti coi giocatori e con l'allenatore, conferenze stampa, social network e una sorta di filone narrativo che ha saputo fare la differenza nella modalità della concorrenza.
Ben più divertenti e forse innovative sono risultate scenario e Ultimate Team, entrambe prelevate di peso dalla serie FIFA. La prima ci farà rivivere, giorno dopo giorno, tutti i momenti salienti della regular season, in scenari costantemente aggiornati e che ci chiederanno di mettere canestri a pochi secondi dalla sirena, effettuare una rimonta, mettere a segno un certo numero di tiri da 3 e cosi via, il tutto seguendo rigorosamente l'andamento delle partite nel mondo reale.
Ultimate Team é invece il gioco di carte che ha letteralmente spopolato in FIFA. Esattamente come succede nell'altra serie EA Sports, aprendo pacchetti virtuali dovremo cercare di costruire il quintetto (e relativa panchina) più forte di sempre tenendo conto di diversi parametri, anche se in questo senso é davvero inspiegabile la mancanza dell'affinità tra i diversi cestisti.
A chiudere, ovviamente, le possibilità di gioco ci pensano i classici match veloci per rapide partite contro gli amici.
Prima di emettere il triste ma già intuibile verdetto, é bene parlare anche della componente tecnica del titolo. Sorvolando sulle già citate animazioni, eravamo curiosi di vedere come se la sarebbero cavata gli sviluppatori con il nuovo motore di casa: l'Ignite Engine. Purtroppo, anche in questo caso, quello che ne esce é un fallimento su tutta la linea. Senza stare a fare paragoni con il rivale storico, NBA Live 2014 perde a mani basse il confronto anche con FIFA 14, nonostante il motore di gioco sia fondamentalmente lo stesso.
I modelli poligonali sono poveri di dettagli e i giocatori risultano poco simili alle controparti reali. Efffetti e illuminazione sono ai minimi storici, e quello che ne esce é un titolo che, se paragonato al altri titoli usciti al lancio della next gen, risulta già estremamente arretrato. A questo poi bisogna aggiungere un frame rate che é tutto tranne che stabile. A salvarsi su questa barca che sembra colorare a picco ci pensano le arene, forse l'elemento migliore di NBA Live 2014, anche se non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di NBA 2K14.
Decisamente meglio il cosi detto “effetto regia” con inquadrature apprezzabili e tutta una serie di elementi aggiuntivi, replay e cut scene tra un quarto e l'altro che danno dinamicità al match. Buona anche la componente audio, con tutta una serie di ottime campionature per quel che riguarda pubblico e persino allenatori. Meno valida la telecronaca in lingua inglese (a cura di Mike Breen e Jeff Van Gundy) troppo lineare e ripetitiva.
Insomma, NBA Live 2014, nonostante un discreto numero di quantità di gioco, si é rivelato un titolo fallimentare sotto più aspetti. A mancare - oltre al fondamentale divertimento - é una vera e propria anima, cosa che rende piatto e decisamente poco appagante il gameplay. Da un titolo di nuova generazione e soprattutto da un prodotto che é stato fermo tre anni per essere riproposto in maniera aggressiva al pubblico, francamente, ci aspettavano molto di più. Da evitare.
Dopo tre anni di attesa, e una nuova generazione ormai sul mercato EA Sports ha deciso di gettare nuovamente nella mischia il suo brand. Come sarà andata? purtroppo non bene.
Un basket d'altri tempi...
Incredulità, questa la prima sensazione che abbiamo percepito dopo diverse ore passate in compagnia di NBA Live 2014. Si, perché dopo tre anni di sviluppo, e un hardware in grado di offrire possibilità nettamente superiori a quelle della generazione passata, trovarsi a giocare un titolo così carente sotto molteplici aspetti, ci ha francamente spiazzato.
Cosa non funziona in NBA Live 2014? Quasi tutto ci verrebbe da dire, ad eccezione della nutrita quantità di modalità di gioco. A non funzionare é soprattutto il gameplay: lento, statico, poco amalgamato e carente in termini di animazioni.
Imbastire un'azione che non contempli unicamente penetrazioni (per lo più, brutte da vedere) é davvero difficile, quasi impossibile. La colpa va data a molteplici elementi. Su tutti dobbiamo citare le pochissime animazioni presenti nel gioco. Realizzare dei pick & roll, degli scarichi per il tiro da tre, piuttosto che delle azioni atte a liberare il giocatore per il tiro dalla media distanza, risultano quasi impossibili, non solo per i già citati ed estremamente scriptati movimenti dei giocatori, ma soprattutto per un'intelligenza artificiale che risulta francamente inaccettabile nel 2014.
Imbastire un'azione di attacco, senza che sia il giocatore a chiamare fisicamente lo schema sul d-pad é una pratica quasi utopistica. I giocatori controllati dal computer risultano statici, mettendosi in un punto del rettangolo di gioco ed aspettando che gli venga passata la palla. Solo chiamando lo schema assisteremo a qualche blocco, taglio o smarcamento per il passaggio. Anche l'I.A. non brilla certo per intelligenza, con una difesa estremamente lacunosa ed un attacco che sembra giocatore esclusivamente sullo sfondamento per un schiacciata od un terzo tempo sotto canestro. Poca varietà insomma.
Queste scelte portano in grembo diversi problemi purtroppo esageratamente macroscopici. Da una parte squadre che giocano tutte in maniera similare. Con Celtics, Heat e Warriors che sembrano uno la fotocopia dell'altro; in secondo luogo ci troviamo davanti ad un prodotto che sembra voler (volutamente?) cancellare la difesa a favore della spettacolarità dell'attacco. Vero che noi europei prediligiamo la cura nell'azione difensiva, ma cancellarla del tutto ci sembra francamente eccessivo.
Spettacolarità che tra l'altro manca per colpa di un sistema di collisioni a dir poco pessimo e una fisica della palla che risulta lontana anni luce da quella di altri sportivi. Nel primo caso ci troviamo davanti a compenetrazioni poligonali imbarazzanti, che vengono a galla sopratutto in fase di pick & roll o di giocatori spalle al canestro. Nel secondo caso, invece, torna prepotentemente di moda il famoso effetto “calamita” che renderà anche i giocatori più scarsi dei veri e propri mostri di ball handling. Insomma, realismo pari allo 0.
A chiudere questa girandola di elementi negativi, ci pensa un sistema di controllo che risulta poco ottimizzato per il gamepad. Chiamare i passaggi (con i classici pulsanti sopra la testa del giocatore) piuttosto che gli schemi, o realizzare le infallibili skill moves risulta alquanto scomodo rispetto alla concorrenza e solamente dopo un cospicuo monte ore di gioco si potrà dire di averci preso la mano.
Tutto risulterà quindi estremamente piatto e monotono con azioni fotocopia non solo all'interno della stessa partita, ma indipentemente dal team selezionato. In parole povere, ma l'avrete sicuramente già capito, a NBA Live mancano due elementi fondamentali per un gioco di Basket, ma anche sportivo in generale: un pizzico di simulazione e sopratutto il divertimento. Un peccato, soprattutto se andiamo a guardare le ottime modalità di presenti nei menu di gioco.
Modalità per tutti i gusti
Dove NBA Live 2014 mostra spiragli di positività, é sicuramente all'interno delle modalità di gioco in cui potranno cimentarsi gli amanti del parquet videoludico. Le due varianti principali sono sicuramente Dinastia e Carriera. La prima permetterà al giocatore di diventare GM di una delle franchigie presenti in NBA, dovendone gestire tutti gli elementi che ogni buon GM tiene sotto controllo nel corso di una regular season ed eventualmente dei play off.
Meno accattivante, soprattutto se paragonata a quella del diretto concorrente, risulta essere la carriera che ci chiede di far nascere una nuova stella all'interno del firmamento NBA. Nonostante una gestione della crescita del personaggio alquanto sbilanciata ed estremamente punitiva (ad ogni tiro sbagliato avremo dei malus) quello che manca principalmente alla modalità é tutta la parte cosi detta social: contatti coi giocatori e con l'allenatore, conferenze stampa, social network e una sorta di filone narrativo che ha saputo fare la differenza nella modalità della concorrenza.
Ben più divertenti e forse innovative sono risultate scenario e Ultimate Team, entrambe prelevate di peso dalla serie FIFA. La prima ci farà rivivere, giorno dopo giorno, tutti i momenti salienti della regular season, in scenari costantemente aggiornati e che ci chiederanno di mettere canestri a pochi secondi dalla sirena, effettuare una rimonta, mettere a segno un certo numero di tiri da 3 e cosi via, il tutto seguendo rigorosamente l'andamento delle partite nel mondo reale.
Ultimate Team é invece il gioco di carte che ha letteralmente spopolato in FIFA. Esattamente come succede nell'altra serie EA Sports, aprendo pacchetti virtuali dovremo cercare di costruire il quintetto (e relativa panchina) più forte di sempre tenendo conto di diversi parametri, anche se in questo senso é davvero inspiegabile la mancanza dell'affinità tra i diversi cestisti.
A chiudere, ovviamente, le possibilità di gioco ci pensano i classici match veloci per rapide partite contro gli amici.
Prima di emettere il triste ma già intuibile verdetto, é bene parlare anche della componente tecnica del titolo. Sorvolando sulle già citate animazioni, eravamo curiosi di vedere come se la sarebbero cavata gli sviluppatori con il nuovo motore di casa: l'Ignite Engine. Purtroppo, anche in questo caso, quello che ne esce é un fallimento su tutta la linea. Senza stare a fare paragoni con il rivale storico, NBA Live 2014 perde a mani basse il confronto anche con FIFA 14, nonostante il motore di gioco sia fondamentalmente lo stesso.
I modelli poligonali sono poveri di dettagli e i giocatori risultano poco simili alle controparti reali. Efffetti e illuminazione sono ai minimi storici, e quello che ne esce é un titolo che, se paragonato al altri titoli usciti al lancio della next gen, risulta già estremamente arretrato. A questo poi bisogna aggiungere un frame rate che é tutto tranne che stabile. A salvarsi su questa barca che sembra colorare a picco ci pensano le arene, forse l'elemento migliore di NBA Live 2014, anche se non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle di NBA 2K14.
Decisamente meglio il cosi detto “effetto regia” con inquadrature apprezzabili e tutta una serie di elementi aggiuntivi, replay e cut scene tra un quarto e l'altro che danno dinamicità al match. Buona anche la componente audio, con tutta una serie di ottime campionature per quel che riguarda pubblico e persino allenatori. Meno valida la telecronaca in lingua inglese (a cura di Mike Breen e Jeff Van Gundy) troppo lineare e ripetitiva.
Insomma, NBA Live 2014, nonostante un discreto numero di quantità di gioco, si é rivelato un titolo fallimentare sotto più aspetti. A mancare - oltre al fondamentale divertimento - é una vera e propria anima, cosa che rende piatto e decisamente poco appagante il gameplay. Da un titolo di nuova generazione e soprattutto da un prodotto che é stato fermo tre anni per essere riproposto in maniera aggressiva al pubblico, francamente, ci aspettavano molto di più. Da evitare.
NBA Live 14
3.5
Voto
Redazione
NBA Live 14
Il ritorno della serie NBA live, é un fallimento totale. Gameplay legnoso e arretro, comparto tecnico carente e modalità di gioco divertenti ma comunque lacunose sotto più di un'aspetto. Aspettare tre anni per vedere un prodotto simile é molto più di un semplicemente fallimento.