Need for Speed Carbon
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Need for Speed. Chiudete gli occhi e pensate a cosa vi fa venire in mente il titolo di uno dei franchise di corse più fortunato e prolifico della storia dei videogiochi. Gare cittadine underground, frenetici inseguimenti con la polizia alle costole, motori truccati, tuning estremo della carrozzeria, chilometri e chilometri di asfalto da esplorare...
Il potere evocativo della licenza EA è elevatissimo, al punto da costituire una vera e propria sfida, ogni volta che bisogna proporne al pubblico un nuovo capitolo, per gli sviluppatori stessi. Specialmente all'indomani del successo del fortunatissimo Most Wanted, primo titolo di transizione next-gen, grazie ad un porting Xbox 360 in grado di mettere in crisi perfino il predominio annunciato forse un po' troppo presto di PGR3. NFS: MW, tra l'altro, era stato importato efficacemente anche sulla piccola PSP, e risulta tuttora uno dei giochi di corse più giocati e gettonati in rete tra quelli dedicati alla console tascabile giapponese.
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Anche se potrà beneficiare del traino di vendite del periodo natalizio, quindi, le cose per il neonato Carbon, qui recensito nella sua versione Own the City dedicata alla piccola macchina da intrattenimento targata Sony, si annunciavano difficili sin dal debutto.
Cosa avrebbe mai potuto offrire di nuovo un altro titolo della serie NFS per distogliere migliaia di affezionati dal suo predecessore ancora attualissimo?
La risposta non va certo individuata nel ritorno, a pochi anni di distanza dal bellissimo Undeground 2, all'ambientazione notturna delle corse. Per carità, le luci dei lampioni, delle insegne stradali e dei neon montati sotto le vetture superelaborate hanno il loro fascino, ma un semplice aspetto visivo non sarebbe stato sufficiente a giustificare l'ottima accoglienza riservata dal pubblico, a poche settimane dall'uscita, ad un titolo che promette di battere il record di vendite del predecessore.
Se però mettiamo sul piatto un'intera nuova città da esplorare, che per vastità non ha nulla a che invidiare, in questa versione tascabile, quella che abbiamo potuto ammirare sulle console da tavolo, una trama immersiva dal taglio cinematografico, accompagnata da un eccellente doppiaggio e da sequenze cartoonizzate che ben sopperiscono gli stacchi filmati in computer grafica del porting next-gen per Xbox 360, e una manciata nutrita di novità nel gameplay, affiancate ad un modello di guida più che collaudato, la spiegazione è presto fatta.
Sulle prime c'è poco da dire. Coast City sostituisce senza rimpianti Bayview, Rockport e Palmont City, con un'alternanza di skyline e quartieri industriali, tangenziali e tortuose strade di montagna teatro delle accanite "canyon races", a prova di qualsiasi tipo di noia. E la storia del vostro protagonista, sopravvissuto per miracolo, al contrario del fratello maggiore, ad un terribile incidente d'auto nel quale fu coinvolta anche una misteriosa terza auto è degna di un film d'avventura e riempita, come questa, di colpi di scena, avvenimenti a sorpresa e quant'altro serve a convincervi a non mollare fino alla fine. Meglio attardarsi, allora, a parlare delle novità in termini di gioco, iniziando proprio dalla possibilità di reclutare, strada facendo, un drappello di gregari pronti a schierarsi sulla griglia di partenza delle varie gare assieme a voi, al volante di vetture contrassegnate dalla livrea che vorrete scegliere per il vostro team, pronti ad aiutarvi in gara ciascuno secondo le sue possibilità.
La cosa è così "cool" da meritarsi un box a parte, cui vi rimandiamo per gli approfondimenti di rito. Parecchie news anche nella varietà di compiti assegnati al vostro alter ego, a partire dalle citate corse nei canyon fino alle missioni di trasporto e consegna, o a quelle di fuga a tempo dal quartiere dominato da una gang rivale, prima che essa si metta sulle vostre tracce. C'è perfino un ritorno al passato con le missioni "takedown" mutuate dall'omonimo storico capitolo della serie, nelle quali sarete chiamati a speronare mettendo fuori gioco un numero determinato di veicoli avversari entro un dato tempo.
Le vetture, oltre 25, sono tutte modelli reali con licenza, del tutto simili nell'aspetto alle loro controparti stradali. Almeno fino al momento in cui metterete mano alla unzione Autosculpt, alterandone le caratteristiche esterne e tecniche in modo irriconoscibile, e assolutamente personalizzato. Gli appassionati del tuning estremo non rimarranno delusi nello scoprire la pletora di modifiche implementabili da sfoggiare poi, magari, nelle partite in rete.
Il comparto multiplayer, infatti, quello via Internet ancor più del pur godibile wireless locale, fa davvero la differenza in termini di longevità, una volta completata la campagna e sbloccate tutte le vetture e le zone di gara, da conquistare una alla volta attraverso la consueta sequenza di gare fino alla sfida con il boss finale.
In definitiva, anche se affiancato sugli scaffali da una pletora di rivali più o meno blasonati e meritevoli, l'ultimo capitolo della serie NFS rimane una scelta validissima per chi è alla ricerca di un gioco di corse arcade da infilare in tasca assieme alla sua amata PSP. Un gioco, tra l'altro, che per diversi aspetti non sfigura nemmeno se paragonato alla versione PS2 da tavolo (il porting per Box 360, ovviamente, è un'altra cosa...). Citatelo senza remore nella vostra letterina per Babbo Natale: non ve ne pentirete!
Il potere evocativo della licenza EA è elevatissimo, al punto da costituire una vera e propria sfida, ogni volta che bisogna proporne al pubblico un nuovo capitolo, per gli sviluppatori stessi. Specialmente all'indomani del successo del fortunatissimo Most Wanted, primo titolo di transizione next-gen, grazie ad un porting Xbox 360 in grado di mettere in crisi perfino il predominio annunciato forse un po' troppo presto di PGR3. NFS: MW, tra l'altro, era stato importato efficacemente anche sulla piccola PSP, e risulta tuttora uno dei giochi di corse più giocati e gettonati in rete tra quelli dedicati alla console tascabile giapponese.
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Anche se potrà beneficiare del traino di vendite del periodo natalizio, quindi, le cose per il neonato Carbon, qui recensito nella sua versione Own the City dedicata alla piccola macchina da intrattenimento targata Sony, si annunciavano difficili sin dal debutto.
Cosa avrebbe mai potuto offrire di nuovo un altro titolo della serie NFS per distogliere migliaia di affezionati dal suo predecessore ancora attualissimo?
La risposta non va certo individuata nel ritorno, a pochi anni di distanza dal bellissimo Undeground 2, all'ambientazione notturna delle corse. Per carità, le luci dei lampioni, delle insegne stradali e dei neon montati sotto le vetture superelaborate hanno il loro fascino, ma un semplice aspetto visivo non sarebbe stato sufficiente a giustificare l'ottima accoglienza riservata dal pubblico, a poche settimane dall'uscita, ad un titolo che promette di battere il record di vendite del predecessore.
Se però mettiamo sul piatto un'intera nuova città da esplorare, che per vastità non ha nulla a che invidiare, in questa versione tascabile, quella che abbiamo potuto ammirare sulle console da tavolo, una trama immersiva dal taglio cinematografico, accompagnata da un eccellente doppiaggio e da sequenze cartoonizzate che ben sopperiscono gli stacchi filmati in computer grafica del porting next-gen per Xbox 360, e una manciata nutrita di novità nel gameplay, affiancate ad un modello di guida più che collaudato, la spiegazione è presto fatta.
Sulle prime c'è poco da dire. Coast City sostituisce senza rimpianti Bayview, Rockport e Palmont City, con un'alternanza di skyline e quartieri industriali, tangenziali e tortuose strade di montagna teatro delle accanite "canyon races", a prova di qualsiasi tipo di noia. E la storia del vostro protagonista, sopravvissuto per miracolo, al contrario del fratello maggiore, ad un terribile incidente d'auto nel quale fu coinvolta anche una misteriosa terza auto è degna di un film d'avventura e riempita, come questa, di colpi di scena, avvenimenti a sorpresa e quant'altro serve a convincervi a non mollare fino alla fine. Meglio attardarsi, allora, a parlare delle novità in termini di gioco, iniziando proprio dalla possibilità di reclutare, strada facendo, un drappello di gregari pronti a schierarsi sulla griglia di partenza delle varie gare assieme a voi, al volante di vetture contrassegnate dalla livrea che vorrete scegliere per il vostro team, pronti ad aiutarvi in gara ciascuno secondo le sue possibilità.
La cosa è così "cool" da meritarsi un box a parte, cui vi rimandiamo per gli approfondimenti di rito. Parecchie news anche nella varietà di compiti assegnati al vostro alter ego, a partire dalle citate corse nei canyon fino alle missioni di trasporto e consegna, o a quelle di fuga a tempo dal quartiere dominato da una gang rivale, prima che essa si metta sulle vostre tracce. C'è perfino un ritorno al passato con le missioni "takedown" mutuate dall'omonimo storico capitolo della serie, nelle quali sarete chiamati a speronare mettendo fuori gioco un numero determinato di veicoli avversari entro un dato tempo.
Le vetture, oltre 25, sono tutte modelli reali con licenza, del tutto simili nell'aspetto alle loro controparti stradali. Almeno fino al momento in cui metterete mano alla unzione Autosculpt, alterandone le caratteristiche esterne e tecniche in modo irriconoscibile, e assolutamente personalizzato. Gli appassionati del tuning estremo non rimarranno delusi nello scoprire la pletora di modifiche implementabili da sfoggiare poi, magari, nelle partite in rete.
Il comparto multiplayer, infatti, quello via Internet ancor più del pur godibile wireless locale, fa davvero la differenza in termini di longevità, una volta completata la campagna e sbloccate tutte le vetture e le zone di gara, da conquistare una alla volta attraverso la consueta sequenza di gare fino alla sfida con il boss finale.
In definitiva, anche se affiancato sugli scaffali da una pletora di rivali più o meno blasonati e meritevoli, l'ultimo capitolo della serie NFS rimane una scelta validissima per chi è alla ricerca di un gioco di corse arcade da infilare in tasca assieme alla sua amata PSP. Un gioco, tra l'altro, che per diversi aspetti non sfigura nemmeno se paragonato alla versione PS2 da tavolo (il porting per Box 360, ovviamente, è un'altra cosa...). Citatelo senza remore nella vostra letterina per Babbo Natale: non ve ne pentirete!