Need for Speed Rivals

di Bizio Cirillo
Quasi vent'anni di onorata carriera rappresentano un biglietto da visita niente male per un brand come Need for Speed. Nonostante l'evidente calo di interesse verso un genere in palese difficoltà sotto il profilo dell'appeal, il racing arcade di casa Electronic Arts ha, infatti, saputo resistere anche all'usura del tempo, riuscendo a trovare una propria ragion d'essere anche di fronte ai ben più impegnativi -e seguiti- simulatori di guida alla Gran Turismo o Forza Motorsport. Dopo aver messo a segno il ritorno in grande stile di due classici del calibro di Hot Pursuit e Most Wanted, Electronic Arts ha dunque ben veduto di proseguire sulla medesima falsariga, proponendo con Need for Speed Rivals l'ennesimo step evolutivo della serie.

Benvenuti a Redview County
Per chi ha vissuto gli ultimi anni a pane e Need for Speed, affrontare Rivals sarà un po' come tornare a casa propria. Nonostante il passaggio di consegne fra il glorioso team Criterion ed il neonato studio Ghost Games (che guarda caso annovera fra le sue fila il creatore di Burnout, Alex Ward), Rivals ha, infatti il merito di sfruttare il meglio di quanto già visto in Hot Pursuit e Most Wanted, proiettando il giocatore all'interno di un nuovo open world soprannominato Redview County, teatro delle scorribande che vedrà contrapposti ancora una volta i fuggitivi alle forze dell'ordine.
Redview Country rappresenta il vero polmone del gioco.



Basata su una vastissima area metropolitana, con zone ad alta velocità di percorrenza ed aree extraurbane con percorsi di montagna decisamente tortuosi, la mappa realizzata dal team di sviluppo ha il merito di esaltare le velleità motoristiche di tutti i giocatori, riuscendo ad assecondare le esigenze sia di chi predilige un guida a tavoletta che di chi, al contrario, fa dell'agilità il proprio punto di forza e garantendo al contempo un ventaglio di opzioni di offesa e difesa decisamente importante. La presenza (e la quantità) del traffico magistralmente condotto dalla CPU aggiunge, inoltre, non poco pepe alla classica azione di gioco, mentre le numerosissime strade secondarie (più o meno asfaltate) ed i percorsi alternativi che potranno essere “scovati” in corso d'opera garantiscono ulteriore varietà alla consueta azione di gioco che, come in Hot Pursuit, sarà basata sulla versione riveduta e corretta del classico guardie e ladri.

Fermo restando la possibilità di passare indistintamente da una carriera all'altra, scegliere la vita del poliziotto o quella del fuggiasco pone alcune interessanti varianti sul fronte del gameplay puro. La carriera del “criminale” é certamente quella più appagante per quanto concerne le possibilità di customizzazione delle auto in proprio possesso (potranno esserne incrementate sia le prestazioni pure che l'estetica attraverso un semplice menu a corredo) ma anche quella dotata di un maggior numero di regole che dovranno essere necessariamente rispettate. Ciascun livello che caratterizza la vita del fuggiasco permette, infatti, di sbloccare le auto acquistabili previo il raggiungimento di determinati obbiettivi, suddivisi a propria volta in ulteriori sotto gruppi basati non solo sul completamento di determinate sfide contro altri fuggiaschi e le onnipresenti forze dell'ordine, ma anche sul compimento di particolari azioni ad alto tasso adrenalinico che andranno dalla classica derapata chilometrica o al salto alla “Hazard”, ad altri trick basati sull'uso di mezzi e gadget predefiniti (IEM, extra turbo, onde d'urto ed affini) che potranno e dovranno essere acquistati in corso d'opera sfruttando gli Speed Points - la moneta sonante dell'universo di Need for Speed- accumulati nel corso del gioco.

Da poliziotto, il passaggio di livello ed il conseguente upgrade della propria auto sarà invece garantito dalla propria capacità di effettuare trick e concludere con esito positivo sia le classiche gare a tempo che gli inseguimenti ad uno o più fuggiaschi, ben sapendo che le caratteristiche del tutto distintive del proprio mezzo (dotato come da prassi di maggiore resistenza agli urti) e l'equipaggiamento sia attivo (IEM, onde d'urto) che passivo (strisce chiodate, posti di blocco) in proprio possesso, potranno esserci particolarmente d'aiuto. In questo caso specifico, gli Speed Points dovranno essere usati esclusivamente per migliorare le performance del proprio mezzo (velocità di punta, manovrabilità, resistenza, accelerazione) e soprattutto per ricaricare i gadget a propria disposizione, che al contrario di quanto accadrà nella carriera da fuggiasco dovranno essere riacquistati di volta in volta.



Per contro, gli Speed Points accumulati in modalità fuggiasco dovranno essere riscattati depositando il bottino accumulato in corso d'opera in uno dei numerosi nascondigli piazzati qua e la lungo l'intera mappa di gioco prima che i danni del mezzo in nostro possesso o le forze dell'ordine ci costringano ad una resa forzata, condizione questa che comporterà come di incanto alla perdita di tutti i crediti faticosamente accumulati e non depositati fino a quel preciso momento.

Autolog e All Drive accoppiata vincente
Mantenendo fede alla propria natura adrenalinica, Need for Speed Rivals riesce alla perfezione nell'intento di non offrire al giocatore l'opportunità di rilassarsi troppo tra un sessione di gara e quella successiva. La scelta di proporre un vero e proprio mondo aperto che vive e si muove incessantemente offre, infatti, l'opportunità di incappare in maniera pressoché costante sia sulle raccomandazioni Autolog dei propri amici (leggasi anche record basati su tempi di percorrenza, velocità massima e qualità dei trick registrati a flusso continuo dall'infrastruttura di rete di Electronic Arts), che soprattutto sui fuggiaschi e le pattuglie della polizia sempre pronti a scendere in battaglia al nostro segnale (rappresentato da un'icona che ci permetterà di decidere se accettare o meno la sfida “on the fly”), per un risultato finale certamente più che apprezzabile sia in termini di varietà che di frenesia dell'azione di gioco.

Come se non bastasse, il team di sviluppo ha inoltre ben veduto di introdurre un nuovo sistema di gioco soprannominato All Drive, basato sull'opportunità di unirsi senza soluzione di continuità a un mondo in cui i propri amici stanno già gareggiando e inseguendo. In questo caso specifico, giocatore singolo e multigiocatore non saranno più modalità di gioco isolate, ma permetterà molto più semplicemente a sei giocatori di condividere la stessa partita, la stessa gara o lo stesso inseguimento, senza passare dalle classiche sale d'attesa o da estenuanti menu di impostazione pre gara.

Si scrive Ghost Games si legge Criterion
Tecnicamente parlando Need for Speed Rivals rappresenta una vera gioia per gli occhi. Nonostante l'assenza di Criterion, il titolo messo in strada da Ghost Games sprizza Burnout da tutti i pori, presentando non solo una riproduzione a dir poco maniacale di ogni singolo scorcio facente parte Redview County, ma soprattutto una cura sia nel dettaglio che nell'uso degli effetti speciali (fenomeni particellari e gestione dei danni su tutti) di primissimo ordine. Sotto questo punto di vista il Frostbite 3 già visto in Battlefield 4 ci mette parecchio del suo, riuscendo a muovere una quantità notevole di poligoni (sebbene a 30 FPS) pur senza rinunciare all'ormai classica deformabilità di ambienti ed auto. Certo, non mancano alcuni difetti storici della serie legati in particolare alla compenetrazione poligonale di alcune strutture, del tutto secondari se confrontati con l'ottimo impatto di insieme offerto dal gioco. Sul fronte del sistema di gioco appare decisamente ottima l'idea di suddividere la carriera in due fasi ben distinte ed unificare singolo e multiplayer in una sola realtà, mentre per quanto concerne il sistema di controllo vero e proprio va rimarcato sia una fastidiosa mancanza in termini di angolo di sterzo su alcune vetture che la presenza di una sola visuale aggiuntiva (in prima persona) in alternativa alla classica in terza persona.