Need For Speed SHIFT
di
Francesco Romagnoli
Non é facile rinsavire dopo diverse sconfitte, non é facile rialzarsi da certi capitomboli.
Eppure Electronic Arts, dopo avercelo promesso, sembra finalmente avercela fatta.
Sembra essere riuscita a riportare la serie di Need For Speed ai fasti di un tempo.
Un momento. Va fatta qualche precisazione. Perché questo Shift é un titolo di qualità nettamente superiore agli ultimi disgraziati episodi della serie, tuttavia é altrettanto ben diverso sia dalle vecchie ambientazioni stradali, sia dall'entourage fuori legge che ultimamente spopolava negli ultimi episodi, fatto salvo quel Pro Street di due anni fa. Si tratta del capitolo più simile a questo Shift, in quanto ad ambientazione, fatta di gare su circuito, ma per fortuna mai ci fu distanza maggiore nella qualità complessiva di due episodi di questa serie presi a confronto.
Un netto cambio di marcia.
Insomma, Electronic Arts ha “shiftato”, ha cambiato marcia, ed ha deciso di ripartire con un gioco che prendesse nettamente le distanze con il passato, senza però commettere l'errore di re-incappare in un disgraziato episodio alla “Pro Street”.
Per farlo ha deciso di chiamare in causa gli Slyghtly Mad Studios, una costola di quei Simbin Studios che tanto hanno incantato gli appassionati di simulazioni con titoli come GTR e GT Legends.
Quindi su Shift ecco che l'aspettativa viene ribaltata, e si tramuta nell'attesa di quel prodotto capace di correre testa a testa con quel Forza Motorsport, tuttora punto di riferimento tra le simulazioni per console.
Tuttavia quel “NFS” davanti a Shift, ed il fatto che dietro vi sia la regia di Electronic Arts ci porta a frenare i bollenti spiriti e ad aspettare di toccare con mano di cosa si tratta.
Quando finalmente l'attesa si é conclusa, ed abbiamo potuto inserire il Blu-Ray di Shift nella nostra PS3, gli eventi hanno preso il sopravvento.
La prima volta in cui ci siamo incontrati...
Il modo in cui Shift ci butta dentro al gioco, ci schiaccia sul sedile dell'auto e ci porta nel mezzo della gara é stravolgente. Cut-scenes d'azione con bolidi stupendi, ben coreografate e ricoperte da un sonoro studiato per galvanizzare ed aumentare il battito cardiaco lasciano spazio all'asfalto, agli alti giri del motore, al fumo delle ruote...
Un giro sulla pista, svolto in solitaria, servirà per permettere al gioco di consigliarci quali opzioni, quali aiuti sembrano meglio adattarsi alle nostre attitudini, ma possiamo cambiarle a nostro piacimento, in qualsiasi momento del gioco.
Poi subito, ecco la prima gara. Mentre lo speaker ci descrive la situazione, le nostre mani cominciano a sudare, quasi sentiamo il calore di asfalto e motori (ma forse é solo la PS3 che si sta surriscaldando dopo 2 ore passate tra aggiornamenti ed installazione del gioco), e quando finalmente giunge il verde ingraniamo la marcia e schiacciamo decisi l'acceleratore.
Cerchiamo di affrontare la prima curva con una certa cautela, e la precauzione si rivela proficua, poiché riceviamo subito un netto assaggio della sensibilità dei comandi.
All'inizio molta passione...
Curva dopo curva, diventa sempre più chiaro che acceleratore, sterzo e, soprattutto, i freni vanno dosati con estrema cautela. Mai arrivare lunghi, mai buttare l'auto in curva con troppa velocità, mai schiacciare l'acceleratore con lo sterzo ancora abbondantemente girato.
La cosa immediatamente ha un impatto galvanizzante. Di colpo sembra che lo spauracchio di una guida surreale in stile GRID-style sia sventata. Finalmente la sensibilità torna ad avere il giusto ruolo.
Un piccolo pit-stop ai menù, per settare al meglio tutte le impostazioni secondarie del gioco, e poi via di nuovo. Quando, dopo qualche breve gara, ci troviamo per la prima volta a tu per tu con il Nurburgring, dentro un'Elise urlante, cercando ogni minimo spiraglio di sorpasso tra gli arcigni avversari, sentiamo un brivido correrci per la spina dorsale e i nervi scioglersi in un'eruzione di soddisfazione. Così pensiamo: “questo é amore”.
Bello é bello, ma...
Dopo la prima avventura notturna con Shift, nei giorni seguenti continuiamo a frequentarci.
Rimessi i panni del professionista cominciamo ad analizzare tutti i lati di questo nuovo Need For Speed e, va subito ammesso, i primi nei e le prime imperfezioni cominciano a venire a galla.
Non stiamo parlando del punto di vista grafico. Shift é un gioco molto bello, molto appariscente.
Gli effetti di make-up per la prima volta non danno fastidio, non ricreano un alone artificiale mascherante, ma accentuano semplicemente l'immedesimazione. Lo sfocarsi dei dettagli, compreso l'interno della vettura, alle alte velocità, non cerca di creare più di tanto velocità artificiosa, ma ricrea in modo abbastanza convincente il concentrarsi della vista del pilota sui soli dettagli che contano, e facendo scorrere più sfocati quelli cui lo sguardo non si rivolge direttamente.
Le piste sono ben ricreate, le auto non possiedono una silhouette fotografica, da calendario, ma gratificano comunque la vista, con il notevole lavoro per gli interni che, per il momento, sono tra i migliori mai visti in un videogame su console.
Il sonoro é semplicemente strepitoso. Contribuisce all'immedesimazione in maniera determinante, differenziando bene le varie vetture e non presentando particolari problemi di livellamento necessari a localizzare le auto avversarie nello spazio attorno a noi.
Manca il passaggio tra interno ed esterno, ed alcune auto minori in versione “stock” sono eccessivamente fragorose rispetto alla versione reale, tuttavia preferiamo questo pulsare vivido degli scarichi sin nelle nostre orecchie, che non l'appiattimento sonoro che spesso viene inserito in altre produzioni.
Insomma, Shift per essere bello, é bello, innegabilmente, ma é anche piacevole?
...sarà vero amore?
In un racing game, l'intesa tra videogiocatore e videogioco é rappresentata dal gameplay, dal modello di guida e così via.
A tal proposito la prima smorfia sorge quando per l'ennesima volta ci ritroviamo di fronte ad un set di impostazioni per il controller (tra l'altro solo 3), senza la possibilità di assegnare ogni tasto a nostro piacimento.
Aaah! Questi videogiochi moderni che ancora ci cascano su difetti così banali!!
Vabbé, fortunatamente una delle configurazioni si avvicina a quella che utilizziamo di consuetudine, e non ci soffermiamo oltre, per questa volta é andata...
Dopodiché mettiamo mano ai parametri di sensibilità di controller, per cercare di sistemare un comportamento della vettura che ci é sembrato troppo convulso e che, in un primo momento, avevamo imputato alla nostra inesperienza.
Torniamo in pista ma niente da fare, l'auto non ne vuole sapere e il nervosismo del volante rimane difficile da calmierare. Per non parlare poi dei freni, che alla minima pressione impuntano l'auto facendone partire il posteriore e rendendo la guida pulita una pura utopia.
A nostro malincuore, ci troviamo costretti ad attivare l'ABS, ma anche così la situazione migliora solo parzialmente.
Piccole scaramuccie, ma poi si fa la pace.
Cominciamo ad essere un po' indisposti, e mano a mano che maciniamo chilometri l'entusiasmo iniziale comincia ad incrinarsi. Gli aspetti positivi di ritrovarsi a che fare con richieste di sensibilità di altissimo livello si sgretolano quando gli avversari sembrano nutrire di capacità di tenuta nettamente migliori alle nostre, e la prova effettuata con il volante non soddisfa le speranze riposte nel controller professionale.
Tuttavia le gare continuano a rimanere appassionanti, merito anche di una modalità principale che ci riempie di stimoli da ogni lato, tra la gestione di un garage costituito da bolidi sempre più belli ed accattivanti, gare monomarca, prove contro il tempo e così via.
A tutto questo si aggiunge una sorta di parametro ulteriore da monitorare, rappresentato da punti extra che potremo conseguire eseguendo certe azioni che ci caratterizzeranno come un pilota preciso oppure uno aggressivo. Un pilota preciso acquisirà punti seguendo la giusta traiettoria, prendendo la giusta corda nelle curve, superando gli avversari in modo pulito... Tutto il contrario di quello che farebbe un pilota aggressivo, che invece cercherebbe sempre di sportellare gli avversari, di buttarli fuori, di prendere le curve in derapata eccetera.
Che decidiate di essere precisi od aggressivi poco importa, l'importante é che portiate punti a casa per ottenere stelle bonus, necessarie a sbloccare nuove gare e di conseguenza nuove auto.
Così la nostra scoperta di nuove vetture e nuovi circuiti prosegue, tra la gioia di percorrere le curve di Spa, e la curiosità di imparare nuove piste mai viste sino ad ora.
Cominciano a volare i piatti, qualcosa si incrina?
Quando sembrava che ci fossimo assuefatti al ritmo cadenzato delle gare, accontentandoci del compromesso offerto da Shift in quanto a fisica e realismo, ecco sopraggiungere dei difetti di grana grossa, delle situazioni in cui non saremmo voluti incappare.
Tra queste vi sono le gare di drifting. Rappresentano un diversivo, é vero, ma non risultano divertenti, principalmente a causa dei controlli, davvero poco gratificanti ed alquanto impacciati. La prestazione diventa così aleatoria più che premiante.
Peggio ancora quando ci troviamo di fronte al peggior difetto di un racing game: l'effetto elastico.
Questo compare nelle sfide tra auto simili. L'idea in sé di due vetture da sempre rivali per antonomasia che si sfidano (come ad esempio la BMW M3 vs l'Audi RS4, la Mitsubishi Lancer vs la Subaru Impreza...) in un testa a testa era, sulla carta, entusiasmante.
Ma tutta l'euforia che ci aveva infervorati di fronte alla schermata con l'elenco di queste sfide, si é infranta dopo qualche prova in cui ci siamo accorti che l'IA barava. Queste sfide si svolgono in due manche alternate in cui si parte distanziati di qualche decina di metri, una volta partendo davanti e l'altra dietro. Per vincere bisogna arrivare primi al traguardo o distanziare l'avversario di almeno cinque secondi. Anche al livello di difficoltà più semplice ci siamo accorti di come l'IA continuasse a possedere doti di tenuta e, pertanto, prestazioni nettamente migliori alle nostre, facendo diventare la sfida come un qualcosa in stile “blocca tutte le possibilità di sorpasso dell'avversario” più che un reale confronto tra due auto. Accade di rado che le parti si invertano e, guarda caso, avviene quasi sempre quando l'avversario computerizzato si trova davanti a noi, permettendoci così di recuperare.
In questo caso le sfide sono più numerose, e il difetto si fa sentire maggiormente, specialmente per gli amanti del realismo, mentre al contrario qualche arcade-gamer potrebbe apprezzare questa impostazione rivolta alla spettacolarizzazione dell'azione.
All you need is love
Alla fine, volete sapere com'é andata a finire questa relazione tra noi e Need For Speed Shift?
Dopo l'entusiasmo iniziale, continuando a frequentarci, abbiamo scoperto di divertirci assieme, di poter fare belle cose, ma più “come amici”, che non come in una relazione a cui dedicare impegno.
Insomma, Shift é si bello, é si coinvolgente, ti immedesima nelle situazioni di gara come pochi altri giochi su console sanno fare, però non ti prende sin nelle viscere. Dopo un po' di competizioni il sistema di controllo che ti era sembrato tanto impegnativo diventa stancante, poiché tanta severità non va in parallelo con il desiderato realismo degli appassionati delle simulazioni e al contempo chi non sente il bisogno di eccessivo impegno al volante difficilmente riuscirà ad apprezzare questo aspetto più di quanto non potesse fare con PGR o magari con Grid.
La situazione on-line si risolleva solo in parte, perché se é vero che é divertente fare a sportellate con gli amici, si sente la mancanza di una personalizzazione delle stanze che titoli con aspettative anche minori sanno offrire.
Con questo vogliamo forse dire che Shift non é un buon gioco? No, assolutamente!
Si tratta di racing game di qualità, specialmente dal punto di vista del comparto tecnico, e saprà soddisfare molti dei videogiocatori che stanno in quella terra di mezzo tra simulazione ed arcade, come le cosiddette vedove di PGR che sono alla ricerca di un racing immediato ma con una certa dose di impegno al volante.
E così anche noi con Shift abbiamo deciso di rimanere amici. Continueremo a frequentarci, ad uscire assieme di tanto in tanto, magari con qualche amico.
Ma l'amore...beh, l'amore é un'altra cosa.
Eppure Electronic Arts, dopo avercelo promesso, sembra finalmente avercela fatta.
Sembra essere riuscita a riportare la serie di Need For Speed ai fasti di un tempo.
Un momento. Va fatta qualche precisazione. Perché questo Shift é un titolo di qualità nettamente superiore agli ultimi disgraziati episodi della serie, tuttavia é altrettanto ben diverso sia dalle vecchie ambientazioni stradali, sia dall'entourage fuori legge che ultimamente spopolava negli ultimi episodi, fatto salvo quel Pro Street di due anni fa. Si tratta del capitolo più simile a questo Shift, in quanto ad ambientazione, fatta di gare su circuito, ma per fortuna mai ci fu distanza maggiore nella qualità complessiva di due episodi di questa serie presi a confronto.
Un netto cambio di marcia.
Insomma, Electronic Arts ha “shiftato”, ha cambiato marcia, ed ha deciso di ripartire con un gioco che prendesse nettamente le distanze con il passato, senza però commettere l'errore di re-incappare in un disgraziato episodio alla “Pro Street”.
Per farlo ha deciso di chiamare in causa gli Slyghtly Mad Studios, una costola di quei Simbin Studios che tanto hanno incantato gli appassionati di simulazioni con titoli come GTR e GT Legends.
Quindi su Shift ecco che l'aspettativa viene ribaltata, e si tramuta nell'attesa di quel prodotto capace di correre testa a testa con quel Forza Motorsport, tuttora punto di riferimento tra le simulazioni per console.
Tuttavia quel “NFS” davanti a Shift, ed il fatto che dietro vi sia la regia di Electronic Arts ci porta a frenare i bollenti spiriti e ad aspettare di toccare con mano di cosa si tratta.
Quando finalmente l'attesa si é conclusa, ed abbiamo potuto inserire il Blu-Ray di Shift nella nostra PS3, gli eventi hanno preso il sopravvento.
La prima volta in cui ci siamo incontrati...
Il modo in cui Shift ci butta dentro al gioco, ci schiaccia sul sedile dell'auto e ci porta nel mezzo della gara é stravolgente. Cut-scenes d'azione con bolidi stupendi, ben coreografate e ricoperte da un sonoro studiato per galvanizzare ed aumentare il battito cardiaco lasciano spazio all'asfalto, agli alti giri del motore, al fumo delle ruote...
Un giro sulla pista, svolto in solitaria, servirà per permettere al gioco di consigliarci quali opzioni, quali aiuti sembrano meglio adattarsi alle nostre attitudini, ma possiamo cambiarle a nostro piacimento, in qualsiasi momento del gioco.
Poi subito, ecco la prima gara. Mentre lo speaker ci descrive la situazione, le nostre mani cominciano a sudare, quasi sentiamo il calore di asfalto e motori (ma forse é solo la PS3 che si sta surriscaldando dopo 2 ore passate tra aggiornamenti ed installazione del gioco), e quando finalmente giunge il verde ingraniamo la marcia e schiacciamo decisi l'acceleratore.
Cerchiamo di affrontare la prima curva con una certa cautela, e la precauzione si rivela proficua, poiché riceviamo subito un netto assaggio della sensibilità dei comandi.
All'inizio molta passione...
Curva dopo curva, diventa sempre più chiaro che acceleratore, sterzo e, soprattutto, i freni vanno dosati con estrema cautela. Mai arrivare lunghi, mai buttare l'auto in curva con troppa velocità, mai schiacciare l'acceleratore con lo sterzo ancora abbondantemente girato.
La cosa immediatamente ha un impatto galvanizzante. Di colpo sembra che lo spauracchio di una guida surreale in stile GRID-style sia sventata. Finalmente la sensibilità torna ad avere il giusto ruolo.
Un piccolo pit-stop ai menù, per settare al meglio tutte le impostazioni secondarie del gioco, e poi via di nuovo. Quando, dopo qualche breve gara, ci troviamo per la prima volta a tu per tu con il Nurburgring, dentro un'Elise urlante, cercando ogni minimo spiraglio di sorpasso tra gli arcigni avversari, sentiamo un brivido correrci per la spina dorsale e i nervi scioglersi in un'eruzione di soddisfazione. Così pensiamo: “questo é amore”.
Bello é bello, ma...
Dopo la prima avventura notturna con Shift, nei giorni seguenti continuiamo a frequentarci.
Rimessi i panni del professionista cominciamo ad analizzare tutti i lati di questo nuovo Need For Speed e, va subito ammesso, i primi nei e le prime imperfezioni cominciano a venire a galla.
Non stiamo parlando del punto di vista grafico. Shift é un gioco molto bello, molto appariscente.
Gli effetti di make-up per la prima volta non danno fastidio, non ricreano un alone artificiale mascherante, ma accentuano semplicemente l'immedesimazione. Lo sfocarsi dei dettagli, compreso l'interno della vettura, alle alte velocità, non cerca di creare più di tanto velocità artificiosa, ma ricrea in modo abbastanza convincente il concentrarsi della vista del pilota sui soli dettagli che contano, e facendo scorrere più sfocati quelli cui lo sguardo non si rivolge direttamente.
Le piste sono ben ricreate, le auto non possiedono una silhouette fotografica, da calendario, ma gratificano comunque la vista, con il notevole lavoro per gli interni che, per il momento, sono tra i migliori mai visti in un videogame su console.
Il sonoro é semplicemente strepitoso. Contribuisce all'immedesimazione in maniera determinante, differenziando bene le varie vetture e non presentando particolari problemi di livellamento necessari a localizzare le auto avversarie nello spazio attorno a noi.
Manca il passaggio tra interno ed esterno, ed alcune auto minori in versione “stock” sono eccessivamente fragorose rispetto alla versione reale, tuttavia preferiamo questo pulsare vivido degli scarichi sin nelle nostre orecchie, che non l'appiattimento sonoro che spesso viene inserito in altre produzioni.
Insomma, Shift per essere bello, é bello, innegabilmente, ma é anche piacevole?
...sarà vero amore?
In un racing game, l'intesa tra videogiocatore e videogioco é rappresentata dal gameplay, dal modello di guida e così via.
A tal proposito la prima smorfia sorge quando per l'ennesima volta ci ritroviamo di fronte ad un set di impostazioni per il controller (tra l'altro solo 3), senza la possibilità di assegnare ogni tasto a nostro piacimento.
Aaah! Questi videogiochi moderni che ancora ci cascano su difetti così banali!!
Vabbé, fortunatamente una delle configurazioni si avvicina a quella che utilizziamo di consuetudine, e non ci soffermiamo oltre, per questa volta é andata...
Dopodiché mettiamo mano ai parametri di sensibilità di controller, per cercare di sistemare un comportamento della vettura che ci é sembrato troppo convulso e che, in un primo momento, avevamo imputato alla nostra inesperienza.
Torniamo in pista ma niente da fare, l'auto non ne vuole sapere e il nervosismo del volante rimane difficile da calmierare. Per non parlare poi dei freni, che alla minima pressione impuntano l'auto facendone partire il posteriore e rendendo la guida pulita una pura utopia.
A nostro malincuore, ci troviamo costretti ad attivare l'ABS, ma anche così la situazione migliora solo parzialmente.
Piccole scaramuccie, ma poi si fa la pace.
Cominciamo ad essere un po' indisposti, e mano a mano che maciniamo chilometri l'entusiasmo iniziale comincia ad incrinarsi. Gli aspetti positivi di ritrovarsi a che fare con richieste di sensibilità di altissimo livello si sgretolano quando gli avversari sembrano nutrire di capacità di tenuta nettamente migliori alle nostre, e la prova effettuata con il volante non soddisfa le speranze riposte nel controller professionale.
Tuttavia le gare continuano a rimanere appassionanti, merito anche di una modalità principale che ci riempie di stimoli da ogni lato, tra la gestione di un garage costituito da bolidi sempre più belli ed accattivanti, gare monomarca, prove contro il tempo e così via.
A tutto questo si aggiunge una sorta di parametro ulteriore da monitorare, rappresentato da punti extra che potremo conseguire eseguendo certe azioni che ci caratterizzeranno come un pilota preciso oppure uno aggressivo. Un pilota preciso acquisirà punti seguendo la giusta traiettoria, prendendo la giusta corda nelle curve, superando gli avversari in modo pulito... Tutto il contrario di quello che farebbe un pilota aggressivo, che invece cercherebbe sempre di sportellare gli avversari, di buttarli fuori, di prendere le curve in derapata eccetera.
Che decidiate di essere precisi od aggressivi poco importa, l'importante é che portiate punti a casa per ottenere stelle bonus, necessarie a sbloccare nuove gare e di conseguenza nuove auto.
Così la nostra scoperta di nuove vetture e nuovi circuiti prosegue, tra la gioia di percorrere le curve di Spa, e la curiosità di imparare nuove piste mai viste sino ad ora.
Cominciano a volare i piatti, qualcosa si incrina?
Quando sembrava che ci fossimo assuefatti al ritmo cadenzato delle gare, accontentandoci del compromesso offerto da Shift in quanto a fisica e realismo, ecco sopraggiungere dei difetti di grana grossa, delle situazioni in cui non saremmo voluti incappare.
Tra queste vi sono le gare di drifting. Rappresentano un diversivo, é vero, ma non risultano divertenti, principalmente a causa dei controlli, davvero poco gratificanti ed alquanto impacciati. La prestazione diventa così aleatoria più che premiante.
Peggio ancora quando ci troviamo di fronte al peggior difetto di un racing game: l'effetto elastico.
Questo compare nelle sfide tra auto simili. L'idea in sé di due vetture da sempre rivali per antonomasia che si sfidano (come ad esempio la BMW M3 vs l'Audi RS4, la Mitsubishi Lancer vs la Subaru Impreza...) in un testa a testa era, sulla carta, entusiasmante.
Ma tutta l'euforia che ci aveva infervorati di fronte alla schermata con l'elenco di queste sfide, si é infranta dopo qualche prova in cui ci siamo accorti che l'IA barava. Queste sfide si svolgono in due manche alternate in cui si parte distanziati di qualche decina di metri, una volta partendo davanti e l'altra dietro. Per vincere bisogna arrivare primi al traguardo o distanziare l'avversario di almeno cinque secondi. Anche al livello di difficoltà più semplice ci siamo accorti di come l'IA continuasse a possedere doti di tenuta e, pertanto, prestazioni nettamente migliori alle nostre, facendo diventare la sfida come un qualcosa in stile “blocca tutte le possibilità di sorpasso dell'avversario” più che un reale confronto tra due auto. Accade di rado che le parti si invertano e, guarda caso, avviene quasi sempre quando l'avversario computerizzato si trova davanti a noi, permettendoci così di recuperare.
In questo caso le sfide sono più numerose, e il difetto si fa sentire maggiormente, specialmente per gli amanti del realismo, mentre al contrario qualche arcade-gamer potrebbe apprezzare questa impostazione rivolta alla spettacolarizzazione dell'azione.
All you need is love
Alla fine, volete sapere com'é andata a finire questa relazione tra noi e Need For Speed Shift?
Dopo l'entusiasmo iniziale, continuando a frequentarci, abbiamo scoperto di divertirci assieme, di poter fare belle cose, ma più “come amici”, che non come in una relazione a cui dedicare impegno.
Insomma, Shift é si bello, é si coinvolgente, ti immedesima nelle situazioni di gara come pochi altri giochi su console sanno fare, però non ti prende sin nelle viscere. Dopo un po' di competizioni il sistema di controllo che ti era sembrato tanto impegnativo diventa stancante, poiché tanta severità non va in parallelo con il desiderato realismo degli appassionati delle simulazioni e al contempo chi non sente il bisogno di eccessivo impegno al volante difficilmente riuscirà ad apprezzare questo aspetto più di quanto non potesse fare con PGR o magari con Grid.
La situazione on-line si risolleva solo in parte, perché se é vero che é divertente fare a sportellate con gli amici, si sente la mancanza di una personalizzazione delle stanze che titoli con aspettative anche minori sanno offrire.
Con questo vogliamo forse dire che Shift non é un buon gioco? No, assolutamente!
Si tratta di racing game di qualità, specialmente dal punto di vista del comparto tecnico, e saprà soddisfare molti dei videogiocatori che stanno in quella terra di mezzo tra simulazione ed arcade, come le cosiddette vedove di PGR che sono alla ricerca di un racing immediato ma con una certa dose di impegno al volante.
E così anche noi con Shift abbiamo deciso di rimanere amici. Continueremo a frequentarci, ad uscire assieme di tanto in tanto, magari con qualche amico.
Ma l'amore...beh, l'amore é un'altra cosa.
Need For Speed SHIFT
8.5
Voto
Redazione
Need For Speed SHIFT
Con Shift EA cambia davvero marcia, con un racing-game di alta qualità, che sicuramente saprà entusiasmare quella larga fetta di pubblico che vuole essere gratificata da un pacchetto tecnico di alto profilo accompagnato da una giocabilità varia ed accattivante, senza al contempo rinunciare all'immediatezza. Tanto spettacolo per intrattenere e far godere chi cerca qualcosa di non troppo arcade, ma che al contempo non desidera essere disturbato dalle tempistiche e dai fronzoli propri di una simulazione. Tutti contenti, o quasi. In realtà il sistema di controllo ha qualche falla, che fa storcere un pò il naso, ma si tratta di particolari che solo chi ha una particolare sensibilità votata al realismo saprà cogliere. Forse quindi c'é più divertimento spensierato che passione vera, dipende da quali sono le vostre priorità di pilota.