NeverDead
di
In sostanza, NeverDead si riprometteva di essere un titolo frenetico, bizzarro e divertente, ma se i primi due obbiettivi sono stati senz'altro centrati, il terzo decisamente no: abbiamo delle meccaniche di gioco che funzionano piuttosto male, da un gunplay carente e talvolta fastidioso per via della telecamera e delle collisioni dubbie, uno swordplay tutto sommato soddisfacente ma fin troppo statico e lento (per sferrare i colpi dovremo tenere giù un tasto dorsale e smanettare con la levetta destra) ed un contorno di leggerezze decisamente irritanti, dagli enigmi scadenti al fatto che durante certi scontri dovremo stare continuamente a raccattare i nostri arti per terra. Alcuni boss-fight non sarebbero neanche malaccio, ma in certi frangenti questo continuo smembramento, “volo non controllato” e rotolamento insensato della testa di Bryce rende il gioco più irritante che divertente.
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Inoltre tutta la logica distorta del gioco manca di coerenza: abbiamo un Bryce duro e tosto che caccia demoni da 500 anni ma che si spappola e cade a pezzi al minimo contatto (manco fosse fatto di ricotta), abbiamo degli ambienti ben realizzati e realistici, dove però molti muri e colonne cadono con uno sputo mentre certe vetrate o porte di legno sono indistruttibili. Nemici che si fanno affettare paciosamente come prosciutti ma che resistono moltissimo alle pallottole, e vengono generati da bozzoli estremamente coriacei che dopo ogni colpo hanno persino un breve periodo di invulnerabilità in attesa che finisca l'animazione relativa. Il gioco comincia ad ingranare davvero solo dopo due o tre ore, grazie alla possibilità di acquistare il potere slow-motion (che fa rallentare tutto in maniera spettacolare quando si sta per essere colpiti) e ad un boss particolarmente riuscito da combattere nella metropolitana, tra treni che sfrecciano e colonne che vanno in frantumi.
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Tecnicamente parlando, NeverDead alterna cose buone ad altre pessime. Il character design tipicamente giapponese funziona nella sua bizzarria, e ci sono persino sprazzi singolari alla Metal Gear Solid 2 come ad esempio nella nostra nemesi Astaroth, il quale ricorda un po' il Vamp di Sons of Liberty. Le animazioni sono buone e gli ambienti ben realizzati, inoltre quest ultimi stranamente non si piegano al trend dell'Unreal Engine “grigiodepresso” ma hanno sprazzi di colore e di verde che ricordano un po' Bulletstorm ed un po' Uncharted. Ciò che non funziona é però l'aggiornamento video, che spesso si trova sotto i canonici 30FPS e ci tortura con saltuari effetti di tearing, mentre la gestione della telecamera come già detto é tutt'altro che ottimale.
La longevità é lontano dall'essere esaltante, con una campagna che dura meno di sette ore ed un multiplayer piuttosto blando, il quale spesso presenta i medesimi difetti del gioco singolo. Il sonoro ci offre discreti brani dei Megadeth (alcuni dei quali composti appositamente per il gioco) alternati a dialoghi divertenti e recitati in maniera adeguata (“Hey, qualcuno ha visto in giro il mio braccio sinistro?”), ma tutto il bilanciamento del sonoro é totalmente sballato e vi toccherà ricalibrarlo a mano. I sottotitoli in italiano sono tradotti in maniera discreta e fanno il loro dovere, ma non sempre sono fedelissimi ai dialoghi originali, ed ovviamente le battutine dinamiche di contorno non sono tradotte.
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Inoltre tutta la logica distorta del gioco manca di coerenza: abbiamo un Bryce duro e tosto che caccia demoni da 500 anni ma che si spappola e cade a pezzi al minimo contatto (manco fosse fatto di ricotta), abbiamo degli ambienti ben realizzati e realistici, dove però molti muri e colonne cadono con uno sputo mentre certe vetrate o porte di legno sono indistruttibili. Nemici che si fanno affettare paciosamente come prosciutti ma che resistono moltissimo alle pallottole, e vengono generati da bozzoli estremamente coriacei che dopo ogni colpo hanno persino un breve periodo di invulnerabilità in attesa che finisca l'animazione relativa. Il gioco comincia ad ingranare davvero solo dopo due o tre ore, grazie alla possibilità di acquistare il potere slow-motion (che fa rallentare tutto in maniera spettacolare quando si sta per essere colpiti) e ad un boss particolarmente riuscito da combattere nella metropolitana, tra treni che sfrecciano e colonne che vanno in frantumi.
Tecnicamente parlando, NeverDead alterna cose buone ad altre pessime. Il character design tipicamente giapponese funziona nella sua bizzarria, e ci sono persino sprazzi singolari alla Metal Gear Solid 2 come ad esempio nella nostra nemesi Astaroth, il quale ricorda un po' il Vamp di Sons of Liberty. Le animazioni sono buone e gli ambienti ben realizzati, inoltre quest ultimi stranamente non si piegano al trend dell'Unreal Engine “grigiodepresso” ma hanno sprazzi di colore e di verde che ricordano un po' Bulletstorm ed un po' Uncharted. Ciò che non funziona é però l'aggiornamento video, che spesso si trova sotto i canonici 30FPS e ci tortura con saltuari effetti di tearing, mentre la gestione della telecamera come già detto é tutt'altro che ottimale.
La longevità é lontano dall'essere esaltante, con una campagna che dura meno di sette ore ed un multiplayer piuttosto blando, il quale spesso presenta i medesimi difetti del gioco singolo. Il sonoro ci offre discreti brani dei Megadeth (alcuni dei quali composti appositamente per il gioco) alternati a dialoghi divertenti e recitati in maniera adeguata (“Hey, qualcuno ha visto in giro il mio braccio sinistro?”), ma tutto il bilanciamento del sonoro é totalmente sballato e vi toccherà ricalibrarlo a mano. I sottotitoli in italiano sono tradotti in maniera discreta e fanno il loro dovere, ma non sempre sono fedelissimi ai dialoghi originali, ed ovviamente le battutine dinamiche di contorno non sono tradotte.