Neverwinter Nights – Shadows of Undrentide
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Infine, lasciati per ultimi proprio come un dessert, ci sono degli interi set di ambientazioni e nuovi mostri.
I nuovi mostri vanno a riempire dei buchi che erano stati lasciati aperti dalla prima versione, vedremo infatti fare la loro comparsa Meduse, Gorgoni e Basilischi (da notare che tutti e tre sono mostri dotati di poteri di pietrificazione), oltre alla Sfinge, a Uomini-formica e Uomini-scorpione. Le Ambientazioni introdotte sono invece tre: una tipica nordica innevata, una desertica ed una consistente in rovine e tombe (molto ben sfruttata in una cripta elica presente nell'avventura in single player).
Uno sguardo al futuro
Non contenti di offrirci questa espansione, i ragazzi della Bioware hanno già in cantiere la prossima espansione del titolo (rafforzando l'inclinazione verso l'esperienza videoludica ondine) che introdurrà finalmente i DROW. Per tutti coloro che hanno giocato o giocano al D&D cartaceo tale nome non suona privo di significato, per gli altri possiamo dire che questa razza di Elfi ha fatto proprie le grotte più profonde sotto i Reami Dimenticati. Una razza bella e spietata, fondata su una cultura patriarcale che si regge su tradimenti e assassinii. Queste nuove ambientazioni e i mostri non possono certamente mancare in un server che si rispetti, ma vi rimandiamo, per ulteriori notizie, alla preview di prossima uscita.
Il Punto della situazione
20 ore di gioco ed una trama matura ed articolata non cancellano quello che è il fine ultimo dell'espansione: permettere una migliore esperienza videoludica ondine.
Non per questo l'avventura è meno curata o godibile, anzi; gli sceneggiatori della Bioware aggiustano il tiro e puntano ad un target un po' più adulto di giocatori, consci del fatto che chi ha già goduto del primo capitolo della saga (ci permettiamo questo termine anche in vista della prossima uscita), non accetta certamente semplici reimpasti privi di contenuto o dalla trama monotona o troppo scontata.
La realizzazione tecnica non è stata migliorata in modo significativo, anche se le nuove configurazioni HW ci permettono di godere del titolo a livelli che precedentemente ci erano sconosciuti.
In definitiva un buon acquisto per gli appassionati di GDR sia su PC che classici, da un lato perché l'ignoranza del gioco di ruolo cartaceo cui si rifà non ne mina la godibilità, dall'altra perché proprio i giocatori classici potranno trovare intrigante l'esperienza di trasformare le proprie avventure in formato elettronico, per condividerle con altri appassionati o magari per aprirsi un proprio server.