New York Crimes
di
Citando un famoso settimale di enigmistica, forse non tutti sanno che, nell'anno del Signore 1994, i ragazzi di Pendulo Studios diedero alla luce “Igor: Target Uikokahonia”, primo titolo di un gruppo di amici appassionati di avventure grafiche destinato al mercato statunitense e iberico. Tre anni dopo arrivò “Hollywood Monster”, altra AG che venne accolta con piacere dal pubblico. Ma fu il 2001 l'anno in cui i Pendulo Studios vennero consacrati nel mondo dei videogiochi, con l'ancora apprezzatissimo “Runaway”, primo titolo di una trilogia tutt'oggi largamente in voga fra gli appassionati del genere.
Oggi, grazie a FX Interactive (la stessa del primo, insuperato e insuperabile Sacred), possiamo mettere le zampe su New York Crimes, titolo...nostrano per una produzione nota sul mercato come “Yesterday”, una avventura grafica a sfondo noir-horror caratterizzata da uno stile fumettoso (come si evince dalle foto sparse qui intorno) e, ancor di più, dalle tinte fosche che si discostano totalmente dalle produzioni precedenti, decisamente più improntate all'umorismo a prescindere dal contesto.
Il gioco a etichetta Namco Bandai per Microsoft Windows si presenta con la consueta scatola stile DVD, all'interno della quale troveremo, oltre al disco di gioco, anche il relativo manuale in Italiano, completo in ogni sua parte e con tanto di guida passo-passo per i primi minuti di gioco. Dopo aver proceduto all'installazione, ci troveremo nel mondo partorito per noi dai programmatori e fin dalle prime battute, si evincerà il motivo del grosso logo PEGI “16+” che campeggia sulla scatola. In effetti, se non fosse per la grafica cartoonesca che permea l'intera produzione, stemperando i toni crudi del gioco, ci sarebbe quasi da farsi scattare un brivido: una musichetta inquietante fuoriesce strisciando dalle casse, sibilando gemiti di morte e urla di dolore costruite attorno ad un pentacolo di sangue. Immagini di persone sofferenti e straziate da indicibili torture si accavallano davanti alla telecamera, mentre questa retrocede al ritmo di un cuore pulsante.
E' a questo punto che saremo chiamati a selezionare un box per l'avvio del match e faremo quindi conoscenza con il primo dei tre personaggi giocanti in NYC: Henry White. Il nostro primo alter ego é un giovane ricco e dal cuore d'oro, che si dedica alle opere di carità attraverso una organizzazione nota come “I Figli di Don Chisciotte”. Una piccola nota a margine prima di proseguire: “Les Enfants de Don Quichotte” é una organizzazione non governativa realmente esistente nata il 16 Novembre 2006 da una idea dell'attore francese Augustin Legrand, che si occupa di aiutare le persone più sfortunate (ed é proprio ai Figli di Don Chisciotte che questa produzione é rispettosamente dedicata).
Degli eventi sinistri si stanno verificando nella città di New York: un numero imprecisato di senzatetto (sei?) sono stati ritrovati bruciati vivi ed é sempre più difficile non pensare ad un killer seriale. Su consiglio della direttrice dell'ONG, Henry, accompagnato dall'amico Samuel Cooper si imbarca per la stazione di Cadway, una fermata della metropolitana in disuso da anni e che pare essere l'epicentro di tutte le sparizioni e gli assassinii. E'questo il momento in cui prenderemo realmente il controllo di Henry, scoprendo fin da subito come NYC ricalchi in modo più o meno pedissequo le regole non scritte delle avventure grafiche. Ci troveremo di fronte quindi a schermate fisse da esplorare con il puntatore del mouse, alla ricerca dei vari punti di interesse, da analizzare, sondare, perlustrare ed eventualmente, frugare per reperire oggetti da ficcare nell'inventario.
Come spesso accade ed accadrà, questi oggetti potranno essere combinati fra loro, smontati per reperirne altri e quant'altro siamo abituati a vedere nei giochi di questo filone. Se quello che ci serve non si troverà nella finestra che abbiamo di fronte, lo stesso sarà disponibile due, tre schermate più avanti al massimo, in modo da non complicare troppo le cose al giocatore, sia esso meno esperto o meno paziente. Qualora, poi, dovessimo trovarci ad aver analizzato ogni singolo pixel del monitor senza aver messo le mani su quello che ci occorre, un'icona in basso a sinistra ci mostrerà d'un colpo tutti gli “hot spot” disponibili e se anche questo non dovesse bastare, un'icona temporizzata ci darà dei suggerimenti testuali qualora il puzzle che saremo chiamati a risolvere dovesse risultare troppo complesso per le nostre menti ottenebrate (ehm). L'interfaccia di gioco é quindi davvero snella ed immediata per non dire minimalista, al pari delle opzioni disponibili tanto nei dialoghi quanto nella descrizione e nella raccolta degli oggetti.
Nel primo caso basterà ascoltare e/o scegliere quale risposta dare all'interlocutore di turno, ma senza che questo influenzi minimamente lo scorrere dell'avventura. Nella raccolta degli oggetti, invece, non sarà necessario neanche sforzare le orecchie, poiché la funzione di descrizione degli oggetti, l'interazione ed il loro eventuale utilizzo, non é stata doppiata ma solo localizzata in un Italiano più che decente ma tutt'altro che privo d'errori grammaticali.
Sia come sia, il primo livello nei panni di Henry fungerà quindi da vera e propria introduzione tutorial, anche per farci conoscere la cospirazione dietro agli omicidi, fatta di un intrigo ricco di riti satanici, ordini occulti (L'Ordine della Carne...e no,il Pomata non centra nulla) e violenze che si perpetuano nei secoli in ogni angolo del globo. Lo stesso possiamo dire per il secondo livello, che ci addentrerà nelle meccaniche di gioco (per esempio, scopriremo che manca l'opzione di salvataggio,poiché il gioco stoccherà i progressi ad ogni nostra mossa “utile” per il prosieguo dell'avventura) e ci farà impersonare il grosso Stanley, decisamente più votato all'azione del suo amico Henry...e sarà al culmine di questa lunghissima introduzione che conosceremo alfine il personaggio principale dell'avventura, tale John Yesterday (da qui, il titolo originale dell'opera), terzo ed ultimo personaggio giocante che andremo ad impersonare nei cinque livelli disponibili, da New York a Parigi passando nientemeno che per il Tibet.
Quando incontreremo John, diversi saranno gli anni passati dai fatti della Cadway Station (quali? Per saperlo non dovete far altro che giocare!), ed Henry é divenuto padrone di un impero finanziario volto al bene dell'umanità. Durante un dialogo con un suo ex dipendente, ovvero Mr. Yesterday, si viene a scoprire che il nostro futuro alter ego é il figlio di un esperto specialista in culti satanici, il quale aveva condotto diversi studi su “I Figli della Carne”, una setta ritenuta estinta alla fine del ‘400 e oggi tornata misteriosamente e sanguinosamente in voga. Scopriremo anche che John era a Parigi per indagare su questa setta e di come, nel suo periodo nella capitale francese, abbia tentato il suicidio. Perché, come, dove e quando spetterà a noi scoprirlo durante le cinque, sei ore necessarie per arrivare alla fine dell'avventura, la quale prevede tre finali diversi (più uno bonus) in base ad una certa scelta che faremo quasi alla conclusione.
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Sul fronte strettamente visivo, ci troviamo di fronte ad un prodotto ben realizzato: la scelta di uno stile così smaccatamente cartoonesco contrasta piacevolmente con la serietà dei temi trattati. I fondali sono piacevoli alla vista e molto curati, i movimenti e le interazioni dei personaggi sono di contro ridotti all'osso ma non é una cosa che disturbi minimamente. Anzi, il motore leggero é un'ulteriore sprone per gli appassionati all'acquisto del gioco in questione, venduto come da tradizione ad un prezzo estremamente aggressivo, specialmente in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo. Brava FX.
Oggi, grazie a FX Interactive (la stessa del primo, insuperato e insuperabile Sacred), possiamo mettere le zampe su New York Crimes, titolo...nostrano per una produzione nota sul mercato come “Yesterday”, una avventura grafica a sfondo noir-horror caratterizzata da uno stile fumettoso (come si evince dalle foto sparse qui intorno) e, ancor di più, dalle tinte fosche che si discostano totalmente dalle produzioni precedenti, decisamente più improntate all'umorismo a prescindere dal contesto.
Il gioco a etichetta Namco Bandai per Microsoft Windows si presenta con la consueta scatola stile DVD, all'interno della quale troveremo, oltre al disco di gioco, anche il relativo manuale in Italiano, completo in ogni sua parte e con tanto di guida passo-passo per i primi minuti di gioco. Dopo aver proceduto all'installazione, ci troveremo nel mondo partorito per noi dai programmatori e fin dalle prime battute, si evincerà il motivo del grosso logo PEGI “16+” che campeggia sulla scatola. In effetti, se non fosse per la grafica cartoonesca che permea l'intera produzione, stemperando i toni crudi del gioco, ci sarebbe quasi da farsi scattare un brivido: una musichetta inquietante fuoriesce strisciando dalle casse, sibilando gemiti di morte e urla di dolore costruite attorno ad un pentacolo di sangue. Immagini di persone sofferenti e straziate da indicibili torture si accavallano davanti alla telecamera, mentre questa retrocede al ritmo di un cuore pulsante.
E' a questo punto che saremo chiamati a selezionare un box per l'avvio del match e faremo quindi conoscenza con il primo dei tre personaggi giocanti in NYC: Henry White. Il nostro primo alter ego é un giovane ricco e dal cuore d'oro, che si dedica alle opere di carità attraverso una organizzazione nota come “I Figli di Don Chisciotte”. Una piccola nota a margine prima di proseguire: “Les Enfants de Don Quichotte” é una organizzazione non governativa realmente esistente nata il 16 Novembre 2006 da una idea dell'attore francese Augustin Legrand, che si occupa di aiutare le persone più sfortunate (ed é proprio ai Figli di Don Chisciotte che questa produzione é rispettosamente dedicata).
Degli eventi sinistri si stanno verificando nella città di New York: un numero imprecisato di senzatetto (sei?) sono stati ritrovati bruciati vivi ed é sempre più difficile non pensare ad un killer seriale. Su consiglio della direttrice dell'ONG, Henry, accompagnato dall'amico Samuel Cooper si imbarca per la stazione di Cadway, una fermata della metropolitana in disuso da anni e che pare essere l'epicentro di tutte le sparizioni e gli assassinii. E'questo il momento in cui prenderemo realmente il controllo di Henry, scoprendo fin da subito come NYC ricalchi in modo più o meno pedissequo le regole non scritte delle avventure grafiche. Ci troveremo di fronte quindi a schermate fisse da esplorare con il puntatore del mouse, alla ricerca dei vari punti di interesse, da analizzare, sondare, perlustrare ed eventualmente, frugare per reperire oggetti da ficcare nell'inventario.
Come spesso accade ed accadrà, questi oggetti potranno essere combinati fra loro, smontati per reperirne altri e quant'altro siamo abituati a vedere nei giochi di questo filone. Se quello che ci serve non si troverà nella finestra che abbiamo di fronte, lo stesso sarà disponibile due, tre schermate più avanti al massimo, in modo da non complicare troppo le cose al giocatore, sia esso meno esperto o meno paziente. Qualora, poi, dovessimo trovarci ad aver analizzato ogni singolo pixel del monitor senza aver messo le mani su quello che ci occorre, un'icona in basso a sinistra ci mostrerà d'un colpo tutti gli “hot spot” disponibili e se anche questo non dovesse bastare, un'icona temporizzata ci darà dei suggerimenti testuali qualora il puzzle che saremo chiamati a risolvere dovesse risultare troppo complesso per le nostre menti ottenebrate (ehm). L'interfaccia di gioco é quindi davvero snella ed immediata per non dire minimalista, al pari delle opzioni disponibili tanto nei dialoghi quanto nella descrizione e nella raccolta degli oggetti.
Nel primo caso basterà ascoltare e/o scegliere quale risposta dare all'interlocutore di turno, ma senza che questo influenzi minimamente lo scorrere dell'avventura. Nella raccolta degli oggetti, invece, non sarà necessario neanche sforzare le orecchie, poiché la funzione di descrizione degli oggetti, l'interazione ed il loro eventuale utilizzo, non é stata doppiata ma solo localizzata in un Italiano più che decente ma tutt'altro che privo d'errori grammaticali.
Sia come sia, il primo livello nei panni di Henry fungerà quindi da vera e propria introduzione tutorial, anche per farci conoscere la cospirazione dietro agli omicidi, fatta di un intrigo ricco di riti satanici, ordini occulti (L'Ordine della Carne...e no,il Pomata non centra nulla) e violenze che si perpetuano nei secoli in ogni angolo del globo. Lo stesso possiamo dire per il secondo livello, che ci addentrerà nelle meccaniche di gioco (per esempio, scopriremo che manca l'opzione di salvataggio,poiché il gioco stoccherà i progressi ad ogni nostra mossa “utile” per il prosieguo dell'avventura) e ci farà impersonare il grosso Stanley, decisamente più votato all'azione del suo amico Henry...e sarà al culmine di questa lunghissima introduzione che conosceremo alfine il personaggio principale dell'avventura, tale John Yesterday (da qui, il titolo originale dell'opera), terzo ed ultimo personaggio giocante che andremo ad impersonare nei cinque livelli disponibili, da New York a Parigi passando nientemeno che per il Tibet.
Quando incontreremo John, diversi saranno gli anni passati dai fatti della Cadway Station (quali? Per saperlo non dovete far altro che giocare!), ed Henry é divenuto padrone di un impero finanziario volto al bene dell'umanità. Durante un dialogo con un suo ex dipendente, ovvero Mr. Yesterday, si viene a scoprire che il nostro futuro alter ego é il figlio di un esperto specialista in culti satanici, il quale aveva condotto diversi studi su “I Figli della Carne”, una setta ritenuta estinta alla fine del ‘400 e oggi tornata misteriosamente e sanguinosamente in voga. Scopriremo anche che John era a Parigi per indagare su questa setta e di come, nel suo periodo nella capitale francese, abbia tentato il suicidio. Perché, come, dove e quando spetterà a noi scoprirlo durante le cinque, sei ore necessarie per arrivare alla fine dell'avventura, la quale prevede tre finali diversi (più uno bonus) in base ad una certa scelta che faremo quasi alla conclusione.
Sul fronte strettamente visivo, ci troviamo di fronte ad un prodotto ben realizzato: la scelta di uno stile così smaccatamente cartoonesco contrasta piacevolmente con la serietà dei temi trattati. I fondali sono piacevoli alla vista e molto curati, i movimenti e le interazioni dei personaggi sono di contro ridotti all'osso ma non é una cosa che disturbi minimamente. Anzi, il motore leggero é un'ulteriore sprone per gli appassionati all'acquisto del gioco in questione, venduto come da tradizione ad un prezzo estremamente aggressivo, specialmente in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo. Brava FX.