NHL 2004
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L'hockey su ghiaccio non è mai stata una disciplina particolarmente diffusa in Italia. I motivi della scarsa penetrazione di questo sport nell'italico suolo possono essere ricercati ed individuati in varie concause. Ma è probabilmente la natura stessa del popolo italiano che ha sempre teso a prediligere sport effettuabili all'aperto piuttosto che discipline da svolgersi all'interno dei palazzetti (tra le altre cose, la mancanza di infrastrutture adeguate è stata e continua ad essere una delle carenze croniche dello sport tutto in Italia). D'altronde il clima mediterraneo non favorisce di certo la diffusione all'aperto di sport che fanno del ghiaccio la loro naturale collocazione. Ed è un vero peccato essendo l'hockey su ghiaccio una disciplina estremamente spettacolare e tecnica, nella quale è necessario sviluppare doti eterogenee come forza fisica, equilibrio, visione tattica, nonché una particolare predilezione per il gioco di squadra.
Ben differente è il discorso se ci spostiamo in territorio americano dove l'hockey risulta essere uno degli sport più seguiti in assoluto, alle spalle solamente di mostri sacri quali baseball, football e basket. Sono anni oramai che EA esce puntualmente sul mercato con la versione aggiornata dei suoi titoli di punta. E anche questa volta uno degli interrogativi principali di fronte ai quali si pone il recensore, così come il possibile acquirente, è se la nuova uscita fosse inevitabile o se invece sia meritevole di esistere a fronte di migliorie e aggiornamenti tali da renderlo una scelta pressoché obbligata anche da parte di chi avesse giocato allo sfinimento il capitolo precedente. Cominciamo col dissipare ogni ombra di dubbio dicendo da subito che le differenze con NHL 2003 esistono e sono sensibili, e tali differenze, riscontrabili anche con una partitella veloce per testare i meccanismi di gioco, risultano essere tanto più evidenti quanto più ci si immerge nell'esplorazione di un titolo che si candida come il miglior esponente del genere.
E la differenza principale sta nella struttura stessa del gioco. Con NHL 2003, EA Sports aveva cambiato rotta rispetto ai capitoli precedenti, introducendo uno stile di gioco maggiormente orientato verso l'arcade. Se questa poteva apparire una scelta adatta per calamitare nuovi giocatori, non giovava sicuramente alla profondità del gioco. D'altro canto il rivale Sega aveva dimostrato che con un'attenta calibrazione delle opzioni di gioco, era possibile creare una simulazione esaltante per completezza e profondità, ma che fosse comunque godibile dal principiante. EA Sports con NHL 2004 ha deciso (e ce ne rallegriamo) di tornare sui propri passi, proponendo una struttura di gioco basata sulla simulazione, rendendo sì la curva di apprendimento più irta ma altresì restituendo al giocatore un'esperienza di gioco enormemente più appagante e duratura. L'apprendimento viene comunque assimilato dal giocatore piuttosto rapidamente per merito della ottima implementazione del sistema di controllo. E qui si nota tutta la cura riposta dai programmatori nell'affinare i meccanismi. In sintesi "libertà di azione" rappresenta il periodo che più riesce a riassumere le qualità del sistema di controllo. E il condottiero che si carica sulle spalle l'onere e l'onore del raggiungimento di codesta libertà assume i connotati di un joystick analogico giallo. Grazie ad esso potremo realmente effettuare qualunque genere di "manovra", sia in fase difensiva che durante una concitata azione d'attacco. Se i restanti tasti hanno la disposizione e l'utilizzo classico per questo genere di gioco (l'analogico sinistro per muovere i giocatori, un tasto per passare, uno per tirare, uno per correre e via dicendo) è con l'utilizzo dell'analogico destro che si fa il salto di qualità sia in termini di profondità che in termini di classe.