No Man's Sky

di Marco Passaro

E’ proprio il caso di dire “chi non muore si rivede” parlando di un titolo come “No Man’s Sky” (NMS), che dopo un’attesa stellare e un lancio a dir poco catastrofico, ci riprova su piattaforma di casa Microsoft, forte di due anni di update e corpose aggiunte al gameplay.

Per chi non lo sapesse NMS è una specie di “simulatore” spaziale con componenti “survival” ambientato in universo generato proceduralmente, in cui è possibile esplorare ogni singolo pianeta alla ricerca di risorse utili per la nostra sopravvivenza e progressione tecnologica. Non lontano da altri titoli come “Subnautica”, “The Long Dark” o “Terraria”, NMS fece parlare di sé grazie a suggestivi trailer in cui veniva mostrata la potenza del motore procedurale in grado di creare infiniti pianeti dalle caratteristiche uniche ed estremamente affascinanti. L’hype generato dal titolo fu talmente alto da fargli vincere nel 2016 il “Game Awards” come gioco più atteso dell’anno. Ciononostante, il titolo creò una profonda delusione da parte dei fans, che insieme a tante promesse non mantenute, si trovarono di fronte un prodotto ben poco rifinito e che, oltre ad un enorme involucro presentava davvero pochissimi contenuti.

Tuttavia, nonostante il pessimo inizio, i ragazzi di “Hello Games”, gli sviluppatori del titolo, ci hanno creduto ed hanno incessantemente aggiunto contenuti e rifinito il gameplay in due anni di update gratuiti, che hanno radicalmente cambiato faccia al titolo che si presenta oggi su Xbox con l’aggiunta “Next”.

Diciamolo subito, la versione aggiornata di NMS è finalmente un gioco completo e soprattutto è il gioco che i fan si aspettavano due anni fa. Senza stare ad approfondire i concetti base della versione originale, che potete leggere qui, vediamo meglio quali sono le principali aggiunte che potrebbero, o meno, motivare l’acquisto del titolo anche da parte di chi, come il sottoscritto, vendette la sua copia dopo pochi giorni dal lancio.

Il primo grande aggiornamento per NMS, chiamato “Foundation”, ha rimediato a quella che forse era la più grave mancanza del titolo: la possibilità di costruire e personalizzare la propria base su un pianeta. Grazie a “Foundation” finalmente possiamo costruire quello che ci pare, dove ci pare e quando ci pare. Le possibilità di personalizzazione offerte in questo senso sono davvero immense e ci permetteranno di organizzare ogni dettaglio della nostra base operativa, tra l’altro sempre raggiungibile tramite un sistema di teletrasporti situati sulle stazioni spaziali di ogni sistema solare. A ciò si aggiunge una serie di piacevoli novità, come la possibilità di coltivare piante aliene e di creare posizionabili per allestire campi provvisori e piattaforme di raccolta automatiche. L’altra grande novità di “Foundation” consiste nell’introduzione delle “Freighters”, enormi navi cargo in cui potremo parcheggiare le nostre navi spaziali e costruire al loro interno, similmente a come avviene per le basi sui pianeti, una seconda casa in cui sbloccare nuove funzionalità tra cui diverse nuove missioni.

Grazie a “Pathfinder” sono state introdotte invece le specializzazioni delle navette spaziali, non più catalogate come “standard” ma distinte (visivamente e a livello di caratteristiche) in quattro diversi ruoli: i caccia, gli shuttle, le navi mercantili e gli esploratori. A ciò si aggiunge la tanto richiesta possibilità di acquistare veicoli terrestri per agevolare e velocizzare l’esplorazione planetaria (e non ultima la possibilità di farci delle vere e proprie gare). Chiudono diverse migliorie grafiche, di gameplay e l’introduzione di quattro diverse classi tecnologiche per il nostro “Multitool” (lo strumento che serve per estrarre le risorse dai pianeti): pistola, fucile, arma sperimentale ed arma aliena con tutte le relative specializzazioni tecnolgiche e i diversi tipi di proiettili.

Con l’update “Atlas” vengono introdotte diverse migliorie soprattutto a livello dei combattimenti spaziali, che prima erano decisamente molto poco entusiasmanti. Viene implementato un nuovo sistema di missioni e di gilde e finalmente viene introdotta una nuova funzionalità del nostro multitool: il Terraformer (“Terrain Editor”). Grazie a questo strumento sarà possibile modificare il terreno dei pianeti similmente a come avviene in molti altri titoli simili (“Minecraft” o “Astroneer”) potendo sia rimuovere che inserire nuova superficie. Potremo quindi creare diverse strutture, a partire da lunghi cunicoli sotterranei fino ad arrivare a spettacolari ponti a cavallo di un fiume e così via. In ultimo, altra grande “feature” richiesta a gran voce dai fan, fa la sua comparsa una vera e propria campagna della durata di più di trenta ore, in cui saremo chiamati a scoprire cosa si cela dietro alla comparsa di una nuova razza di alieni inter-dimensionali.

Chiude l’update “Next” che è anche quello che da, di fatto, il nome all’edizione Xbox. Insieme ad un ulteriore moltitudine di contenuti l’aggiunta della modalità in terza persona (sia per il personaggio che per l’astronave) e di una modalità multiplayer a tutti gli effetti, contribuiscono a rendere finalmente NMS il gioco che tutti si aspettavano al lancio. Grazie a quest’ultima fino a quattro giocatori potranno collaborare in coop, sia in un'unica partita condivisa e persistente su server che tramite un comodo sistema in stile “drop-in/out” che ci permetterà, in qualsiasi momento, di teletrasportarci nel sistema solare di un nostro amico o di un giocatore casuale. Chiudono la conseguente introduzione di missioni pensate appositamente per la cooperativa e una simpatica modalità gestionale in cui potremo creare e gestire una nostra personale flotta di astronavi, da mandare (in tempo reale) in giro per lo spazio a svolgere diverse attività per conto nostro.

Che altro aggiungere, oggi No Man’s Sky si presenta come un gioco finalmente a piena maturazione. Forte di una miriade di contenuti e di due anni di attenzione verso le richieste e i feedback dei fans, esplorare lo spazio non è mai stato cosi bello e coinvolgente (beh diciamo che anche un certo “Elite Dungerous” ha da dire la sua…). Certo il gioco soffre di una serie di difetti tipici di questi titoli come una certa monotonia dei pianeti e delle attività da fare unita a una sensazione di smarrimento, che la poco invasiva modalità campagna a volte non riesce a saturare. Fanno da contorno alcune sbavature nel sistema della gestione degli inventari e dei combattimenti terreni, che ancora non sono ben rifiniti e nemmeno molto appassionanti, e un generale aspetto grafico tecnicamente piuttosto sottotono ma comunque in grado di regalare panorami mozzafiato. Ma parliamoci chiaro, sono tutti difetti che è facile ignorare dal momento che si è appassionati a questo genere di giochi. D’altra parte, i detrattori del genere, indipendentemente dalla bontà dei contenuti, difficilmente riusciranno a farselo piacere.