No More Heroes 3: genio e sregolatezza di Suda 51 arrivano su PlayStation5
Una sola regola: mai fidarsi degli alieni coccolosi!
Nel nostro immaginario esistono diversi tipi di alieni. Ci sono quelli spaventosi e letali, tipo Alien e rappresentano la maggior parte di quelli che abbiamo imparato a conoscere da film, romanzi e via dicendo. Ci sono quelli perfettamente o quasi integrati con noi e che tramano senza farsi riconoscere, come abbiamo imparato con “Essi Vivono” di Carpenter. Guardando Cocoon di Ron Howard ne abbiamo conosciuti di talmente gentili da offrirci l’eterna giovinezza, e vi pare poco?
Poi ci sono quelli tipo E.T., magari non di bell’aspetto a prima vista, ma teneri e amichevoli, tanto da spingerci a proteggerli e difenderli, ma fidatevi: questi sono i peggiori! A scoprilo in prima persona sarà Damon, che un giorno troverà un piccolo e batuffoloso alieno di nome Fu e deciderà di nasconderlo e allevarlo, per poi rispedirlo nello spazio per fargli ritrovare la sua famiglia. Passano gli anni e Damon si è conquistato un posto di rilievo nel campo dell’economia, ma ecco che dallo spazio torna Fu, meglio noto come Jess Baptiste VI. Niente più batuffolo, ma un alieno palestrato, dotato di poteri incredibili e di uno spiccato amore per la conquista e la distruzione. Tu, mio caro Damon, lo hai allevato e salvato e adesso te lo ritrovi sulla terra accompagnato da una schiera di super extraterrestri, pronti a conquistare il tuo pianeta e a usarti come segretario. Chi mai potrà salvare il pianeta da questi super anti-eroi interplanetari? Ma ovviamente l’inossidabile Travis Touchdown!
Questo l’incipit di No More Heroes 3, l’ultima fatica di Goichi Suda, meglio noto con lo pseudonimo di Suda 51, geniale sviluppatore nipponico che per molti gamer è diventato quasi di culto. Oltre alla serie di cui stiamo parlando ha dato i natali a titoli come Killer 7, Killer Is Dead, Shadow of Damned e Lollipop Chainsaw di cui il prossimo anno dovrebbe uscire un remake. I suoi lavori hanno sempre denotato un'inventiva fuori dal comune e l'amore per esagerazioni che nemmeno definiremmo ai limiti del kitsch, in quanto i suddetti limiti sono stati sempre superati in scioltezza.
Folle citazionismo della cultura pop-giapponese, idee bislacche e trame sopra le righe, per quanto una incredibile capacità di riuscire a inserire in simili contesti dei contenuti profondi e malinconici. Raramente appoggiato da un budget dignitoso e sempre costretto a scendere a patti con la resa tecnica, oltre al suo tocco personale, Suda ha sempre puntato tantissimo sul gameplay, riuscendo spessissimo a trasmettere un feeling pad alla mano di estrema qualità. No More Heroes 3 non fa eccezione a quanto scritto nelle precedenti righe, ma anzi calca la mano e con il salto da Nintendo Switch a nuova generazione, il buon Suda ha potuto sfruttare maggiormente l’hardware per i propri scopi. Intendiamoci, non stiamo dicendo che No More Heroes 3 su PlayStation 5, piattaforma scelta per la nostra recensione, sia un gioco di ultima generazione, ma sicuramente si sono fatti dei passi in avanti.
Se su Nintendo Switch il titolo zoppicava vistosamente, adesso è fluido più che mai e persino tirato a lucido, non certo una rivoluzione, ma sicuramente c’è una maggiore godibilità generale. Travis, il nostro protagonista, torna a vestire i panni che più lo hanno reso famoso, cioè quelli dell’assassino nerd impegnato nella scalata alla vetta della classifica degli eroi più forti e fighi… questa volta dell’universo! Perché Fu, per rendere le cose più divertenti ha deciso di creare una lista di dieci supereroi e dare l’opportunità a chiunque volesse di sfidarli uno a uno sino ad arrivare a provare a sconfiggere il più forte tra tutti: lui stesso! Un canovaccio simile a quello che Travis conosce bene dalle sue precedenti avventure e che ora si arricchisce di questa atmosfera fantascientifica.
Il gameplay si basa su due fasi ben distinte: la prima è dedicata a sconfiggere alcuni avversari di basso livello per poter guadagnare l’accesso a sfidare uno dei dieci cattivoni e nello stesso tempo racimolare soldi per pagarsi l’iscrizione alla battaglia, perché non solo dobbiamo salvare il mondo, ma siamo anche costretti a pagare per provarci: mai una gioia! Ad ogni modo la seconda è la battaglia vera e propria contro i vari boss e con un colpo del suo solito genio, Suda 51 ha suddiviso ogni capitolo dedicato a uno specifico avversario in episodi di una fittizia serie tv, tanto che ci verrà consigliato di seguirli su “Notflix”, ovvia parodia del famosissimo Netflix. Sigla d’apertura, sigla di chiusura, credits, scene speciali e via dicendo, una piccola follia ricreata nei minimi termini.
L’eroe che leggeva manda e collezionava action figures
Il tutto è declinato con le modalità del free roaming, con Travis che può esplorare diverse zone del mondo di gioco che verranno sbloccate con il proseguimento della trama. Iniziano qui le dolenti note, con ambientazioni ricreate in maniera davvero carente e con una tecnica che strizza l’occhio all’epoca PlayStation 2, a partire dall’utilizzo della futuristica motocicletta di Travis (che sembra uscita dall’anime Akira), davvero poco guidabile e con un sistema fisico che fa acqua da tutte le parti, nonostante provi timidamente a sfruttare la resistenza dei grilletti adattivi del DualSense. Ci si sposta, si cercano i combattimenti da portare a termine per accedere all’arena del cattivone alieno del momento e si raccolgono soldi e gadget con alcune blande missioni secondarie, tra cui scontri in moto, rasare l’erba dei prati, raccogliere spazzatura e via dicendo. Il tutto è semplicemente un riempitivo e difficilmente potrete appassionarvi a queste attività opzionali… che poi tanto opzionali non sono, vista la sempre pressante necessità di guadagnare soldi per passare alla sfida successiva. Punto di partenza delle nostre avventure è il motel No More Heroes, dove troveremo la stanza di Travis e alcuni suoi… amici, più l’utilissimo laboratorio dove, tra le altre cose, avremo modo di creare chip da applicare alla nostra Beam Katana e migliorare le nostre abilità.
Fino a qui, No More Heroes 3 sembrerebbe essere un titolo dagli spunti interessanti ma incapace di offrire niente di positivo, ma in realtà, oltre la sciattezza dell’ambientazione e delle side quest, si cela un piccolo capolavoro di combat system. Se già i precedenti episodi ci avevano fatto divertire da questo punto di vista, il nuovo capitolo della saga riesce ulteriormente ad affinare il gameplay dei combattimenti e a renderlo una gemma per quanto riguarda l’ambito action, grazie anche al miglior frame rate guadagnato con il cambio di hardware. Travis mena fendenti che è un piacere e il sistema di colpi deboli o forti unito a schivate e parate è estremamente soddisfacente.
A questo si uniscono le capacità speciali che acquisiremo andando avanti nel gioco e che saranno attivabili grazie alla pressione combinata di dorsali e croce direzionale, capaci di conferire una grande varietà alle battaglie. Calci volanti, rallentare il tempo, prosciugare l’energia avversaria, scaraventare il nemico con una specie di colpo spirituale e sfruttare alcuni colpi finali, grazie al movimento della leva analogica destra, come a simulare la traiettoria dei colpi da infliggere. Riuscire in una di queste “fatality” farà apparire una slot machine e potremo accedere a svariati bonus, compresa la possibilità di tramutarci nella versione finale di travis, con tanto di armatura e capaci di sferrare un attacco devastante. Nel mentre però non dimenticate di ricaricare la Beam Katana, perché dopo un tot di colpi e parate diventerà inservibile. Muovendo su e giù la leva analogica destra potrete nuovamente sfruttarla a pieno!
Insomma, quando arriva il momento di combattere, No More Heroes 3 da il meglio e riesce a incantare, ma in ogni altra sezione lascia a desiderare, anche quando verremo rivestiti da una esoscheletro in grado di farci volare nello spazio e parteciperemo a noiose battaglie sparatutto. L’impianto tecnico vive anch’esso di bassi, legati alla resa visiva, e alti, con buone musiche e un doppiaggio in giapponese di discreto livello, coadiuvato dai testi in italiano.
Tutto questo concorre a fare di No More Heroes 3 un’opera controversa che farà assolutamente la gioia dei fan di Suda 51, ma rimane, oggettivamente, stracolma di difetti e vittima di uno sviluppo talvolta dozzinale. Lo stile dell’autore però traSuda (scusate il gioco di parole) genialate da ogni poligono e soprattutto da ogni dialogo, con un citazionismo di altissima qualità che farà la gioia degli otaku più convinti: dove lo trovate un videogame che in un dialogo consiglia come lettura corroborante “Pat la Ragazza del Baseball”, qui citato nel suo titolo originale, Yakyūkyō no Uta? Amate Goichi Suda? Non perdetevi questo titolo. Non lo conoscete e vorreste immergervi in un mondo assurdo e folle, veicolati da un combat system di altissimo livello? Dategli una chance, ma siate ben consci che dovrete passare sopra a carenze ben più che evidenti.