No More Heroes: Paradise of Heroes

di Fabio Fundoni
L'eccitante vita del perfetto otaku
Sin dalla sua prima apparizione su Nintendo Wii, datata 2007, No More Heroes ha rappresentato un prodotto capace di cantare fuori dal coro, sia per quanto riguarda il parco titoli della suddetta console, sia rispetto al mondo dei videogame in generale. A distanza di diversi anni, ecco il gioco arrivare anche su PlayStation 3 guadagnando alcune novità contenutistiche, un certo upgrade tecnico e il sottotitolo “Heroes' Paradise”. D'altro canto stiamo parlando di un gioco che si é creato una fama non indifferente tra buoni riscontri di critica e pubblico, arrivando persino ad avere un secondo capitolo, attualmente però ancora relegato al solo ambito Wii.



Senza troppi preamboli ci troviamo nei panni di Trevis Touchdown, il classico nerd-otaku (un po' più fisicato della media, diciamocelo) con la cameretta invasa da action figures, videogame e amenità simili. A differenza di tutti noi, però, Travis si é aggiudicato una beam katana (spada laser) vincendo un'asta online. Ottimo gadget per il prossimo cosplay? Non proprio, perché per un particolarissimo susseguirsi di situazioni, il nostro “eroe” (presto capirete che le virgolette non sono mai state tanto azzeccate) si ritrova invischiato in una situazione davvero poco invidiabile: dopo aver ucciso un famoso assassino, sperando di conquistare fama e ricchezza (nonché le grazie della bella Sylvia), Travis si trova coinvolto sino al collo nella Associazione degli Assassini, per la precisione alla posizione numero dieci della classifica.

In parole povere questo significa diventare il bersaglio di tutti gli assassini che, per farsi un nome, non desiderano altro che farti la pelle e prendere il tuo posto. Che fare dunque? Non rimane che rimboccarsi le maniche e iniziare ad eliminare tutti i killer posizionati sopra di te, in modo da diventare il migliore di tutti e ricevere un “premio speciale” da Sylvia... tutte ottime ragioni per mettersi a scorrazzare in lungo e in largo per la città di Santa Destroy, così da racimolare i soldi necessari per poter accedere alle varie sfide con cui mandare al creatore i nostri contendenti!

Va' dove ti porting il cuore
Per chi ancora non conoscesse il gioco in questione, No More Heroes é un mix tra un free roaming e un action-picchiaduro basato, appunto, tra i momenti di esplorazione di Santa Destroy e le sezioni di combattimento puro. Nel mezzo troverete una serie di simpatici mini-game, ottimi per donare un po' di varietà alla vita di un killer professionista. Proprio questo discorso introduce al gameplay che, purtroppo, va a offrire esperienze diametralmente opposte da una sezione all'altra. Goichi Suda si trova senza dubbio più a suo agio quando deve fare passare Travis alle maniere forti e, a ben vedere, non ne fa nemmeno mistero.



I combattimenti, gestiti su un modello dove si deve inizialmente mandare a miglior vita gli scagnozzi del boss di turno per poi buttarsi nella battaglia finale, sono decisamente divertenti ed appaganti, sia che si scelga di utilizzare il classicissino gamepad o che si preferisca sfruttare il PlayStation Move per avere un'esperienza simil-Wii. Anzi, proprio lo storico DualShock pare mostrare il fianco in qualche occasione, mentre il Move offre un feeling più preciso del suo predecessore nintendiano. Alla base, combattere significa mescolare movimenti dando vita alle giuste combo tra mosse violentissime e prese in stile wrestling, con risultati a schermo molto piacevoli e soddisfacenti.

L'esplorazione della città é, di contro, una delle situazioni più povere e desolanti che si siano viste negli ultimi anni, con poche cose da fare in un paesaggio quasi desertico. Per guadagnare i soldi necessari a sfidare i diversi killer ci si ingegna tra missioni secondarie senza troppa fantasie e lavori da cui esce qualche buon spunto, ma il panorama rimane di basso profilo. Qualche oggetto collezionabile, un po' di upgrade da raccogliere per Travis e poco altro da fare, con il giocatore che si convince sempre più di come Suda51 non si vergogni poi troppo ad alternare momenti di puro genio ad altri di quasi impresentabile sregolatezza. L'utilizzo della motocicletta di Travis, il modo migliore per viaggiare velocemente, é poi afflitto da una fisica capace di mandare al manicomio anche il più paziente degli utenti...

... quando lo stile ti tiene a galla
Dualismo anche per quanto riguarda la tecnica, con il passaggio alla console Sony che non riesce a rappresentare un motivo valido per far compiere a No More Heroes un reale salto di qualità visivo. Graficamente si possono notare nuovi filtri e riflessi più accurati sui personaggi principali, ma il resto é poco più che un “copia & incolla” dal Wii con qualche pennellata di alta definizione. Santa Destroy é poi deficitaria e se una simile visione poteva essere accettata senza problemi sulla casalinga Nintendo, qui sembra un salto indietro di una generazione. Aliasing a tutto spiano, qualche rallentamento e un tearing frequente fanno il resto. Meglio, ma davvero molto meglio, l'audio, dove le musiche si fanno apprezzare e il doppiaggio in inglese lascia pochi rimpianti. Presenti, per i non anglofoni, sottotitoli italiani abbastanza precisi, anche se non sempre del tutto corretti rispetto i testi originali.

Stiamo dunque parlando di un titolo deludente? Certo, chi é alla ricerca i tecnica impeccabile e della grafica all'ultima moda, starà già storcendo il naso, ma videogiocare significa ben altro. La verità é che Suda riesce sempre a far trasparire dai suoi lavori il proprio stile che, per chi mangia pane & Giappone, risulta maledettamente magnetico. Travis é solo un fulcro attorno a cui ruotano situazioni e personaggi ai limiti della folli, quei limiti che spesso vengono bucati da barlumi di genialità. Killer assurdi, battute taglienti, armi da urlo e combattimenti adrenalinici tanto che, chi si lascerà trascinare da questo vortice, passerà facilmente sopra a tutti gli altri difetti che però, in fase di recensione, non possono e non devono essere certo dimenticati.

Una vacanza a Santa Destroy che, in meno di venti ore, vi darà senza dubbio il modo migliore per vivere le avventure del killer Touchdown (finalmente sangue per la versione PAL). Avete sempre invidiato questo titolo al vostro amico con il Wii? Ora potrete rifarvi con gli interessi, ma se avete già vissuto in questo folle mondo, non troverete poi troppi nuovi stimoli per ripetere l'esperienza (magari qualche bella sorpresa nell'ambito dei boss...). Allora, chi vuole diventare il Killer Numero Uno?