Odin Sphere
L'arte del sapersi arrangiare
Prendere sottogamba le meccaniche di gioco di Odin Sphere, sarebbe un grave errore. Limitarsi ad attaccare a capofitto le orde avversarie, rappresenterebbe quanto di più sbagliato potremo fare. Seguendo i vari tutorial che ogni tanto incontreremo, impareremo le differenti possibilità d'azione utilizzabili. Se parata, salti e fendenti sono sicuramente la base da cui partire, conoscere le magie, gli oggetti e soprattutto il modus operandi delle tipologie dei mostri, sarà la vera carta vincente da tenere nella manica.
Nonostante la presenza di tre livelli di difficoltà, abbiamo tra le mani un titolo molto spesso impegnativo, a tratti persino frustrante in presenza di vari boss, impossibili da sconfiggere senza il giusto approccio. Fortunatamente, la brevità dei quadri (talvolta terminabili davvero in poco tempo), alleggerisce di molto una situazione che rischiava di risultare “pesante” anche a causa di caricamenti non proprio snelli, soprattutto se ripetuti per le continue dipartite davanti al cattivone di turno. Certo però é che non dovremo solo combattere. A fare da contraltare a quel che poteva diventare un meccanismo ripetitivo (anche a causa della scarsità di combo e delle magie poco varie), arriva puntuale l'alchimia.
Mescolando dei liquidi chiamati Materia con ingredienti che scoveremo in giro per il mondo, creeremo pozioni dai molteplici effetti, a patto di possedere la giusta ricetta. Gli stessi oggetti poi, solo in rari casi avranno un singolo utilizzo, mettendoci nella condizione di dover scegliere come massimizzarne l'efficacia. Ad esempio, un seme potrebbe essere piantato e fatto crescere a suon di fozoni per coglierne i frutti, dato in pasto ad un animale domestico per farlo ingrassare, usato nell'alchimia o addirittura portato in luoghi adibiti a cucinare deliziosi manicaretti in grado di aumentare le nostre abilità.
Ne deriva un gameplay gradevole e salvo dal rischio di noia, capace di divertire nella sua iniziale immediatezza e offrire spunti di personalizzazione. Le parti narrative, nonostante presenti in buon numero, non saranno quasi mai troppo invadenti, anche per la bontà della trama, affetta da alcuni canoni un po' abusati, ma nel complesso capace di far appassionare.
Lo schermo come una tela
Quel che maggiormente colpisce l'occhio del giocatore, é sicuramente un'espressione visiva che ben poco ha da condividere con quanto ci siamo abituati ad osservare sulle nostre console. L'impatto con la grafica di Odin Sphere ha il sapore dell'onirico, dove un sapiente utilizzo delle due dimensioni non lascia minimamente rimpiangere i motori grafici all'ultima moda. I personaggi, dotati di uno stile piacevole e minimalista, godono allo stesso tempo di generose dimensioni e certosina cura nei particolari.
Ottime le scelte dei colori, capaci di fondere i protagonisti con gli splendidi fondali e di far risaltare eroi ed antieroi rispetto alle truppe, soldati semplici talvolta rappresentati da tinte fredde, quasi a rimarcare il loro essere meri “numeri”. Merita una menzione la particolare tecnica utilizzata per le animazioni: gli “attori” sono composti da differenti parti (braccia, piedi, mani e simili), mosse singolarmente, atte a formare un'armonia di gesti e azioni piacevolissima per l'occhio di chi guarda. Sembra quasi di trovarsi davanti a un film d'animazione del mai troppo compianto Emanuele Luzzati, che forse i più “grandicelli” ricorderanno per aver usato modalità simili nelle sigle de “L'armata Brancaleone” di Monicelli.
Ma se ogni rosa é corredata da pungenti spine, é proprio la grafica a contenere il difetto più visibile del gioco. Nelle occasioni dove molti elementi mobili saranno sullo schermo, inevitabili si presenteranno alcuni rallentamenti, abbastanza fastidiosi e dimostrazione di quanto é stato messo alla frusta l'hardware di PlayStation 2. Un vero peccato, vista il tempismo richiesto in molte situazioni.
Dal punto di vista dell'audio, non possiamo che inchinarci davanti all'ennesima ottima prova di Hitoshi Sakimoto in fase di composizione, autore che molti apprezzeranno per le musiche di Final Fantasy XII, Vagrant Story e molti altri titoli. Se i brani donano la giusta solennità alle situazioni, non sfigurano nemmeno gli effetti sonori, senza scordare la possibilità di settare il doppiaggio in inglese o in giapponese, mentre i testi a schermo saranno tutti in italiano.
Il tempo che passerete nei reami di Odino (e di altri molti sovrani che imparerete a conoscere durante l'evoluzione della storia), si aggirerà a 40 ore circa, complice la presenza di diverse cose da fare, come la già citata alchimia o la ricerca delle ricette. Ma anche avendo completato a fondo il gioco, la voglia di continuare a vivere nella splendida cornice di Odin Sphere potrebbe accompagnarvi ancora per molto...
Odin Sphere
9
Voto
Redazione
Odin Sphere
Odin Sphere é una di quelle perle che si incontrano molto raramente. Square Enix porta sui nostri schermi non solo un ottimo videogame, ma un prodotto di rara bellezza, come pochi se ne incontrano in tutto il campo dell'intrattenimento. Ci si mette davvero poco a farsi rapire dallo stile narrativo che permea le avventure del gruppo estremamente eterogeneo di carismatici protagonisti. Se il sonoro é tanto imperioso quanto ottimamente composto, l'aspetto grafico é un vero e proprio inno all'arte in due dimensioni, dove un'accurata tecnica si sposa con ambientazioni e personaggi dal sapore squisitamente onirico. Non neghiamo che in alcuni frangenti la difficoltà sia sicuramente superiore a molti giochi attualmente in commercio, ma la brevità dei livelli e il desiderio di addentrarsi sempre di più in questo universo, bilanciano ottimamente la situazione. Tra tanti quadri visitabili più volte, non vi annoierete, anche grazie alla presenza di molte azioni da compiere, come l'alchimia e i tanti utilizzi degli oggetti. In un mondo dove la rincorsa alla grafica di ultima generazione sembra farla da padrona, Atlus ci ricorda quanto ancora l'ispirazione possa far pendere l'ago della bilancia verso un prodotto di qualità, nonostante quando compaiono troppi elementi in movimento sullo schermo, si notano diversi rallentamenti. E se tra le fiabe che ci raccontavano i nostri nonni, una fosse sfuggita? Forse, quella fiaba, si chiamerebbe Odin Sphere...