Of Orcs and Men

di Massimiliano Pacchiano
Da sempre i giochi di ruolo ci hanno messo nei panni di valorosi eroi, prodi maghi e potenti guerrieri, elfi e nani. Talvolta abbiamo anche impersonato elfi oscuri o altri personaggi poco rassicuranti, ma se escludiamo rarissimi casi praticamente nessuno aveva tentato prima un approccio tanto singolare quanto quello di Cyanide Studios. Questa software house, generalmente dedita a manageriali ciclistici, ci ha recentemente “deliziati” con chicche del calibro di Game of Thrones (modesto gioco basato sull'omonima serie televisiva) e Blood Bowl, scadente trasposizione dell'omonimo gioco da tavolo. Va da se che le premesse non giocano certo a favore di quest'ultimo tentativo di addentrarsi nell'universo fantasy, ma procediamo senza alcun pregiudizio alla disamina del gioco.



E' già da un pezzo che si parla di questo bizzarro gioco di ruolo, ma per chi ne fosse totalmente all'oscuro il primo impatto con Of Orcs and Men é piuttosto spiazzante. Ci viene inizialmente illustrata una classica ambientazione fantasy, con umani ed orchi che si danno battaglia in pieno stile Warcraft. A quanto pare la devastante forza degli orchi (rappresentati in questa sede come energumeni muscolosissimi, a livello dell'Hulk cinematografico) é tenuta a bada dal maggior numero e dalla maggiore intelligenza degli umani, i quali riescono a respingerne i continui attacchi ed a decimarne le fila. A questo punto gli orchi decidono di volersi alleare con elfi e goblin, nel disperato tentativo di sconfiggere gli umani e fermare la carneficina. Questa premessa risulta piuttosto canonica ed in linea con l'immaginario fantasy dei videogiochi, non fosse che al termine del filmato ci viene svelato un piccolo particolare: gli orchi siamo noi.

Ecco dunque il nostro verdognolo antieroe Arkail che viene incaricato di introdursi tra le fila degli umani e di assassinare il loro imperatore, con l'auto del goblin Stige (in lingua originale era Styx, come il fiume degli inferi.. ed anche come il gruppo rock anni '70). L'attentato avrà il successo sperato? E in caso positivo, l'eventuale morte del Re servirà davvero a fermare la guerra? A queste ed altre domande risponderà la trama del gioco, piuttosto articolata e dai dialoghi decisamente coloriti. Gli scambi tra i personaggi infatti sono spesso ricchi di volgarità assortite e citazioni sparse; lo stesso titolo del gioco é un'evidente omaggio al romanzo “Uomini e Topi” (Of Mice and Men) di John Steinbeck. La progressione narrativa avviene tramite numerose cutscenes ricche di dialoghi, inframmezzate talvolta da scelte comportamentali e verbali simili a quelle dei vari Mass Effect. Tali scelte spesso serviranno unicamente a cambiare le frasi e gli scambi che udiremo, rivelando particolari della trama e sfaccettature dei personaggi. Ma talvolta potranno anche permetterci l'accesso a delle side-quest o addirittura influenzare l'andamento degli eventi e la difficoltà degli scontri. Ad esempio, all'inizio Arkail si dovrà fingere una guardia del corpo di Styx, ma se cederà alla collera ed alle pesanti provocazioni di un altro orco (alleato degli umani) si troverà a combattere un gruppo di guardie ben nutrito; al contrario, mantenendo la calma lo scontro sarà molto più facile.





Ma parliamo del sistema di gioco vero e proprio, che risulta tanto evoluto a livello di customizzazione, crescita dei personaggi e statistiche, quanto involuto per ciò che concerne l'azione vera e propria, le meccaniche e la libertà esplorativa. In sostanza potremo controllare i due personaggi alternativamente, con l'orco specializzato nel fare male alla gente e il goblin più adatto all'azione stealth ed al lancio di coltelli. La deambulazione appare limitata a causa della scarsa agilità dei personaggi, dell'assenza di salto ma soprattutto della linearità e limitatezza delle mappe di gioco (le quali sono semplicemente dei lunghi corridoi a cielo aperto con sporadici bivi), inoltre la telecamera, le collisioni e l'aggiornamento video non aiutano. Generalmente dovremo raggiungere un punto B partendo da un punto A, superando nemici e talvolta deviando per qualche piccola side-quest (che in alcuni casi ci darà un vantaggio nella quest principale). I teoria potremmo cercare di aggirare gli avversari, di assalirli alle spalle con Styx o ancora di pestarli direttamente con Arkail, ma nella pratica dovremo sempre e comunque procedere con un approccio stealth per poi passare all'attacco, pena una fine ingloriosa.

Avremo a disposizione un'ampia gamma di azioni offensive e difensive sbloccabili e potenziabili, dalla mazzata lesta al lancio di pugnali, passando per attacchi di mischia e colpi concentrati; avanzando potremo acquisire nuovi equipaggiamenti, azioni e punti esperienza per migliorare le caratteristiche fisiche dei due personaggi. Il problema é che, anche se il gioco si svolge in tempo reale, tutte queste belle azioni verranno impartite indirettamente tramite una lista comandi da richiamare con i tasti bumper del pad. Quest'ultima si presenta sottoforma di tre menu a raggiera: anche se il tempo rallenta quando apriamo questi menu, il sistema risulta comunque poco comodo e pratico. Nonostante sia possibile anche assegnare due comandi rapidi ai grilletti, tutto il sistema é farraginoso e inefficace; in sostanza é impossibile reagire in tempo reale agli attacchi dei nemici vedendo ciò che fanno (chessò, parare un colpo in arrivo con un tasto) ma potremo solo tentare di impartire una strategia d'attacco per poi incrociare le dita e sperare che la loro barra di energia si consumi più in fretta della nostra.

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