Okamiden
É proprio questa la principale componente puzzle che differenzia Okamiden del primo Okami: nel gioco abbonderanno situazioni in cui sarà necessario premere due interruttori contemporaneamente, oppure in cui i due protagonisti dovranno avanzare per percorsi paralleli, obbligandovi a prestare attenzione ai pericoli che entrambi incontreranno. L'unico limite al Pennello Celestiale sarà dato dalla riserva di Inchiostro, la quale tenderà ad esaurirsi se non verrà ricaricata con le boccette che si trovano in giro in vasi e cespugli, oppure con gli appositi item consumabili (in realtà il gioco prevede due livelli di difficoltà, nel più basso dei quali l'inchiostro tenderà a ricaricarsi anche autonomamente).
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La realizzazione tecnica di Okamiden é ancora una volta in Cell Shading, anche se come nel predecessore svariati elementi scenici (prevalentemente alberi e cespugli) sono addirittura bidimensionali: lo scopo é quello di cercare di replicare l'antico stile pittorico Giapponese, anche se purtroppo su DS non é più presente l'effetto “cartapecora” sulle textures. A prescindere, il risultato é molto gradevole, colorato e ben animato, anche se é indubbio che gran parte delle “pennellate” riescano a coprire alcune semplificazioni dei modelli. Giudizio positivo anche per il sonoro, che ripropone svariati temi di Okami accostati a altri nuovi ma ugualmente gradevoli, tutti realizzati con un'evidente ispirazione antico-giapponese. Il gioco é disponibile coi sottotitoli solo in Inglese, mentre l'audio (come Okami) é buffo e cantilenante, senza un vero significato.
Se da un lato il sistema di gestione del Pennello Celestiale, basato sullo stilo, funziona egregiamente - e dopotutto cosa più di una matita può simulare il movimento di un pennello? - dall'altro i controlli dinamici sentono non poco il peso della mancanza di uno stick analogico: fintanto che si tratta di muoversi nelle quattro direzioni principali non ci sono particolari problemi, ma quando é necessario andare in diagonale, Chibiterasu fa i capricci come un cucciolo mal addestrato. Il problema non sarebbe tanto grave se, come detto, non ci fossero dei pericoli anche sparsi per le zone da esplorare; la telecamera tenda a girare autonomamente in modo da tenere le vie principali orizzontali o verticali, quando l'inquadratura non arriva addirittura a volo d'uccello: questo é certamente comodo quando si vuole correre velocemente da una parte all'altra, ma tende a causare ulteriore confusione quando si cerca di dribblare i nemici.
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Fortunatamente, come accennato in precedenza, Okamiden rispetto ad Okami riduce la componente action in favore di una più incisiva presenza di puzzle, ed é inutile aggiungere che in questi puzzle sarà il Pennello Celestiale (e dunque lo stilo) a svolgere il ruolo di protagonista. Anche nei combattimenti, i nemici sono studiati in modo da avere tutti una particolare strategia per cui sconfiggerli utilizzando i poteri del Pennello (a patto di possederli) é sicuramente più facile e veloce che non il picchiarli alla cieca. La presenza di due livelli di difficoltà, la cui differenza risiede nella succitata possibilità o meno di ricaricare l'inchiostro col tempo, oltre che nella durezza dei nemici, permette comunque a tutti di avvicinarsi al gioco con serenità, per quanto noi, provandolo al livello superiore, non l'abbiamo trovato particolarmente ostico.
La vicenda é discretamente lunghetta, visto che parliamo di circa una ventina di ore per andare dall'inizio alla fine, prendendosi anche il tempo per raccogliere lungo strada, o talvolta tornando indietro a recuperare, gli oggetti collezionabili che i vari personaggi ci richiederanno. Per quanto le varie vicende che vivrete saranno tutte piuttosto graziose, la trama d'insieme zoppicherà un po': piuttosto che un'avventura con uno scopo finale ben delineato, Okamiden sembra più una successione di “storielle” che hanno come filo conduttore Chibiterasu e che volta per volta si collegano l'una all'altra.
Per questo motivo, ma anche per una profondità e una vastità certamente meno pressanti del predecessore (manca, per dire, anche il ciclo giorno/notte), Okamiden risulta avere quasi il sapore di una “versione per bambini” del titolo Clover - un po' la differenza tra una fiaba e una leggenda. Questa considerazione però non deve sminuire affatto il lavoro di Capcom, quanto semplicemente segnalare una differenza: Okamiden é comunque un gioco divertente, ben realizzato, vasto, vario e che non mancherà di trovare il suo posticino nel cuore di grandi e piccini.
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La realizzazione tecnica di Okamiden é ancora una volta in Cell Shading, anche se come nel predecessore svariati elementi scenici (prevalentemente alberi e cespugli) sono addirittura bidimensionali: lo scopo é quello di cercare di replicare l'antico stile pittorico Giapponese, anche se purtroppo su DS non é più presente l'effetto “cartapecora” sulle textures. A prescindere, il risultato é molto gradevole, colorato e ben animato, anche se é indubbio che gran parte delle “pennellate” riescano a coprire alcune semplificazioni dei modelli. Giudizio positivo anche per il sonoro, che ripropone svariati temi di Okami accostati a altri nuovi ma ugualmente gradevoli, tutti realizzati con un'evidente ispirazione antico-giapponese. Il gioco é disponibile coi sottotitoli solo in Inglese, mentre l'audio (come Okami) é buffo e cantilenante, senza un vero significato.
Se da un lato il sistema di gestione del Pennello Celestiale, basato sullo stilo, funziona egregiamente - e dopotutto cosa più di una matita può simulare il movimento di un pennello? - dall'altro i controlli dinamici sentono non poco il peso della mancanza di uno stick analogico: fintanto che si tratta di muoversi nelle quattro direzioni principali non ci sono particolari problemi, ma quando é necessario andare in diagonale, Chibiterasu fa i capricci come un cucciolo mal addestrato. Il problema non sarebbe tanto grave se, come detto, non ci fossero dei pericoli anche sparsi per le zone da esplorare; la telecamera tenda a girare autonomamente in modo da tenere le vie principali orizzontali o verticali, quando l'inquadratura non arriva addirittura a volo d'uccello: questo é certamente comodo quando si vuole correre velocemente da una parte all'altra, ma tende a causare ulteriore confusione quando si cerca di dribblare i nemici.
Fortunatamente, come accennato in precedenza, Okamiden rispetto ad Okami riduce la componente action in favore di una più incisiva presenza di puzzle, ed é inutile aggiungere che in questi puzzle sarà il Pennello Celestiale (e dunque lo stilo) a svolgere il ruolo di protagonista. Anche nei combattimenti, i nemici sono studiati in modo da avere tutti una particolare strategia per cui sconfiggerli utilizzando i poteri del Pennello (a patto di possederli) é sicuramente più facile e veloce che non il picchiarli alla cieca. La presenza di due livelli di difficoltà, la cui differenza risiede nella succitata possibilità o meno di ricaricare l'inchiostro col tempo, oltre che nella durezza dei nemici, permette comunque a tutti di avvicinarsi al gioco con serenità, per quanto noi, provandolo al livello superiore, non l'abbiamo trovato particolarmente ostico.
La vicenda é discretamente lunghetta, visto che parliamo di circa una ventina di ore per andare dall'inizio alla fine, prendendosi anche il tempo per raccogliere lungo strada, o talvolta tornando indietro a recuperare, gli oggetti collezionabili che i vari personaggi ci richiederanno. Per quanto le varie vicende che vivrete saranno tutte piuttosto graziose, la trama d'insieme zoppicherà un po': piuttosto che un'avventura con uno scopo finale ben delineato, Okamiden sembra più una successione di “storielle” che hanno come filo conduttore Chibiterasu e che volta per volta si collegano l'una all'altra.
Per questo motivo, ma anche per una profondità e una vastità certamente meno pressanti del predecessore (manca, per dire, anche il ciclo giorno/notte), Okamiden risulta avere quasi il sapore di una “versione per bambini” del titolo Clover - un po' la differenza tra una fiaba e una leggenda. Questa considerazione però non deve sminuire affatto il lavoro di Capcom, quanto semplicemente segnalare una differenza: Okamiden é comunque un gioco divertente, ben realizzato, vasto, vario e che non mancherà di trovare il suo posticino nel cuore di grandi e piccini.
Okamiden
8
Voto
Redazione
Okamiden
Okamiden riesce, dopo oltre quattro anni, a riportare in vita quello che é probabilmente l'ultimo capolavoro dei Clover: se da un lato gli elementi action hanno dovuto cedere il passo alle esigenze tecniche della nuova piattaforma, dall'altro il nuovo team di sviluppo ha saputo egregiamente introdurre delle meccaniche puzzle che rendono il gioco godibile, vario e innovativo, valorizzando il pennello più che in precedenza. Certo, la profondità, la completezza e la vastità del titolo originale per PS2 (poi convertito su Wii) rimangono inarrivabili, ma ciò non toglie che Chibiterasu sia il degno e promettente figlio di Amaterasu.