Onimusha 3: Demon Siege
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Fortuna vuole che la velocità e la frenesia di gioco, lascino traccia di questo disagio più ad un livello subliminale, ma di certo questo stato di cose limita la rigiocabilità di Onimusha 3. La solita fiumana di gadgets e bonus, unitamente allo bloccaggio del livello hard (la mancanza fin dall'inizio del livello più difficile spiega in parte l'eccessiva facilità di cui abbiamo parlato poc'anzi), sono un traguardo appetibile solo per i veri cultori della serie, capaci di rigiocare un'intera avventura di cui si conoscono tutte le sfacettature. E' da segnalare, infine, un riveduto e corretto sistema di upgrade di armi e armature, nonchè del guanto Oni, che permette ai due protagonisti di raccogliere le anime dei nemici eliminati per poi utilizzarle nel potenziamento dei propri oggetti di difesa/offesa.
Ma come dicevamo in precedenza, il terzo capitolo della serie sembra voler prendere una volta per tutte le distanze dai sui illustri predecessori, anche grazie ad un comparto grafico che finalmente sembra voler rompere definitivamente con il passato. E si vede. I vetusti fondali bidimensionali hanno lasciato il posto ad ambientazioni realizzate interamente in 3d che, sebbene non siano accessibili al 100%, riescono a dare ad Onimusha 3 una veste estremamente realistica e convincente, con alcuni effetti grafici d'impeccabile realizzazione. Ovviamente tutto questo ha un peso in termini di risorse e non devono quindi stupire gli sporadici rallentamenti (il duello di Samanosuke e Reno al porto somiglia ad un replay) che, in situazioni particolari sembrano affliggere l'esperienza di gioco, senza però minare eccessivamente l'ottima qualità della realizzazione tecnica. Discorso a parte và fatto per il lato sonoro di Onimusha 3 che affianca musiche di sottofondo che tendono a seguire il climax degli eventi, ma che dopo ore di sessioni di gioco tendono a somigliarsi ed essere più d'ingombro che d'accompagnamento puro e semplice.
Insomma, a ben guardare, sembra che Capcom abbia voluto fare un passo in avanti, ma che abbia comunque scelto di non fare il "grande salto". Introduzione del 3d negli sfondi, ma limitatamente ad un'area ristretta; maggiore velocità e dinamismo negli scontri, ma senza possibilità di gestire in tempo reale il proprio arsenale; grafica interamente poligonale, ma telecamera ancora ancorata al vecchio stile dei primi survival horror. A questo si aggiunga anche un timido tentativo di interazione con elementi non giocanti, che Capcom ha troncato praticamente sul nascere, lasciando il dubbio sull'effettiva volontà di agire in tal senso. Più si analizza Onimusha, più si vede chiaramente come il terzo episodio della saga di Samanosuke sia il tentativo del bozzolo di di trasformarsi in un qualcosa di più definito. Una mutazione avvenuta a metà, certo, ma che già lascia intravedere le enormi potenzialità del risultato finale.